Riflessioni in tempo di coronavirus, oroscopi, anziani, cultura e altro, di Andrea Lonardo

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 29 /03 /2020 - 17:03 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito alcune note di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Cristianesimo.

Il Centro culturale Gli scritti (29/3/2020)

1/ Dell’oroscopo e del virus

Impressionante è il silenzio degli oroscopi, in tempi di coronavirus. Nessuno afferma più: “Oggi incontrerai una persona che…”, “Attento sul lavoro, perché ci sarà una persona che…”, “Non farti influenzare da una persona che…”, “La tua anima gemella oggi potrebbe passare vicino…”.

L’oroscopo non dice oggi: “Devi stare a casa”. Non lo dice al Capricorno, alla Bilancia, al Toro e al Sagittario, ma neanche all’Ofiuco.

Sembra altresì che a nessuno dei contagiati e dei morti di Bergamo o di Brescia l’oroscopo avesse detto di non uscire, né ai Pesci, né ai Gemelli.

L’oroscopo non è interessato al coronavirus. Le costellazioni continuano  a seguire il loro “destino” celeste, quello sì dettato dalla natura e dal Creatore.

2/ Della promessa di prolungare la vita della medicina

La medicina promette da decenni l’allungamento consistente della vita umana, mentre il salmo dice: “Settanta, al massimo ottanta” – intendendo con ciò non fissare un limite preciso, bensì ricordare la caducità.

Il virus è saggio come il salmo e falcia chi è più anziano, smentendo la promessa del progresso.

Con ciò non si intende assolutamente dire che sia meglio incoraggiare negli ospedali la selezione degli anziani, lasciando in vita solo i più giovani. Si intende, invece, ricordare come il virus falci le promesse della medicina.  

3/ Quale cultura fanno i preti in tempi di covid?

Un amico mi domanda: “ Che cultura stanno facendo i preti durante il coronavirus?”. Mi ha suggerito di proporre un questionario al termine del morbo con la domanda: “Quali libri avere letto? Avete scritto qualcosa di culturale per i vostri fedeli? Oltre alle omelie e alle preghiere – sacrosante, si badi bene – di cosa altro avete parlato con le persone a voi affidate?

In questione è, cioè, anche quale cultura noi proponiamo. Mi ha colpito anche perché il mio specifico compito è quello di essere il direttore dell’Ufficio cultura e università.

Lo ritengo un test decisivo. Che cultura stiamo “facendo” come chiesa italiana? Quali libri proponiamo da leggere? Quali articoli scriviamo, avendo tempo in giorni di reclusione a casa? Se anche non fosse adatto il tempo di Quaresima perché questo è tempo di preghiera, cosa proporremo nel tempo di Pasqua, dato che, a quanto sembra, la “clausura” proseguirà ancora?