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Nazareth: la chiesa inferiore della Basilica dell'Annunciazione

Nazareth
La città entra nella storia solo con gli avvenimenti della vita di Gesù; non è mai nominata nell’AT, neppure dal Talmud, né da Giuseppe Flavio, anche se la località risulta abitata sin dall’età del Bronzo.
Ai tempi di Gesù non doveva essere molto importante se Natanaele poté esclamare: “Cosa può mai venire di buono da Nazareth?” (Gv 1,46)
Nazareth è ricordata dagli evangelisti Luca e Matteo come la residenza di Gesù e della sua famiglia. La residenza di Giuseppe a Nazareth è ben spiegabile con la richiesta di artigiani dovuta alla costruzione di Tiberiade da parte di Erode Antipa.
L’etimologia è incerta; normalmente connessa con Is 11,1, «un germoglio spunterà dal tronco di Iesse» si traduce con "la fiorita". Probabilmente abitata da una piccola comunità cristiana nel II-III sec. a lato di famiglie sacerdotali fuggite da Gerusalemme dopo il I sec. d.C..
Conone, martirizzato in Asia Minore nel 249 - 251 sotto Decio avrebbe affermato in tribunale: "Io sono di Nazareth di Galilea, io appartengo alla famiglia di Cristo cui ho offerto un culto sin dal tempo dei miei antenati". Nazareth è ricordata poi esplicitamente soltanto di passaggio da Egeria (che parla di una grotta "grande e veramente splendida" in cui sarebbe vissuta Maria) e nella relazione del Pellegrino di Piacenza (570): egli descrive Nazareth in modo del tutto miracolistico ricordando il libro dove il Signore imparava l’ABC, il banco della sinagoga dove egli sedeva (e dal quale i giudei non possono alzarsi qualora vi si siedano...), gli abiti miracolosi della Madonna, la bellezza delle donne di Nazareth parenti della Vergine...
Nel 614 L'invasione di Cosroe fu accolta con gioia anche dagli ebrei di Nazareth. La riconquista bizantina della città, da parte dell'imperatore Eraclio, durò pochi anni, fino all'arrivo dei nuovi padroni: i musulmani.
L'occupazione araba (638), come in genere per il resto della Palestina, fu inizialmente rispettosa dei luoghi cristiani. Nel 670 il pellegrino Arculfo ricorda per la prima volta la presenza di due chiese, una dedicata all’Annunciazione, l’altra alla crescita di Gesù. In seguito le cose non dovettero migliorare: ad una prima fase di tolleranza succedette gradualmente una dura discriminazione sociale e religiosa.

La città acquista importanza solo dopo l'occupazione dei Crociati quando nel 1099 Tancredi fa costruire la Chiesa crociata dedicata all’Annunciazione. Nel 1263 il sultano Baibars fece nuovamente demolire chiese e monasteri. Solo nel 1620 i Francescani potranno tornare a Nazareth e costruirvi una piccola chiesa che sarà pronta solo nel 1730.

Attualmente Nazareth è la più grande città araba (circa 70.000 abitanti di cui 40.000 arabi) all’interno dello Stato di Israele, anche se è presente una forte comunità ebraica. È sede di moltissime comunità religiose. La città si apre ad anfiteatro sui primi contrafforti dei monti della Galilea prospicienti la pianura di Esdrelon a un'altitudine sul mare che va da 350 a 495 m. Dista dal lago di Tiberiade 24 km e 32 km dal mare. Dal 1948 è sorto e va sempre più sviluppandosi un grosso quartiere ebraico sulla collina che domina da oriente la città: Nazaret 'Illit (cioè: Alta) abitata da immigrati ebrei.

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