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Efeso: la basilica del Concilio (clicca sull'immagine per leggere sul Concilio di Efeso del 431 d.C.)

V tappa: nella basilica di Maria Madre di Dio detta anche basilica del Concilio di Efeso

In questa chiesa si radunarono i padri a discutere la tesi di Nestorio che negava che si potesse definire Maria Theotokos, cioè ‘madre di Dio’.

In questa V tappa ci si è soffermati a spiegare che è proprio della fede cristiana esigere una continua chiarificazione di ciò che si crede. Proprio perché la fede nasce come risposta alla rivelazione d alla sua bellezza. Così l’esigenza di una chiarificazione del dogma è divenuto nei secoli uno straordinario stimolo per la ragione. I Concili sono stati momenti chiarificatori nei quali tutte le energie intellettuali, teologiche e spirituali sono state adoperate per comprendere e dire la verità su Dio, una verità che è esigenza di amore. Più volte gli imperatori antichi (così già Costantino) pensarono di bloccare le discussioni teologiche, vietando di pronunciarsi in pubblico sulle questioni della cristologia, ma si sbagliavano. La fede cristiana esigeva questo e pian piano gli stessi imperatori dovettero arrendersi a questa evidenza.
Il Concilio di Efeso nacque come necessità di prendere posizione sulle affermazioni di Nestorio, allora patriarca di Costantinopoli. Egli diceva che Dio non può avere una madre, perché Egli è il principio ed il padre di tutto. Invece la fede della chiesa usava da tempo l’invocazione ‘theotokos’, perché Maria era la madre di Cristo. Ci si è soffermati a sottolineare l’apparente plausibilità delle tesi nestoriane: senza l’incarnazione, infatti, è veramente un assurdo affermare che esista una ‘madre di Dio’, poiché Egli è l’unico e l’ingenerato. Tutto cambia, però, con la venuta di Cristo, il Dio fattosi uomo, poiché una donna lo ha realmente partorito in terra.
Il concilio di Efeso, nel 431, confermò che l’uso del termine ‘Theotokos’ era profondamente conforme al vangelo, perché in Gesù l’umanità e la divinità erano pienamente unite. Maria, generando Gesù in terra, lo aveva generato nella carne come uomo e come Dio. Questo non voleva dire, chiaramente, che Maria era all’origine della divinità del Figlio nell’eternità, perché questa discendeva solamente dal Padre. Cirillo di Alessandria fu il grande protagonista del Concilio di Efeso.
Un anno dopo, nel 432, iniziò la costruzione in Roma di Santa Maria Maggiore, la basilica edificata per celebrare nell’urbe il Concilio di Efeso.
In questa basilica si tenne, nel 449, una seconda assise di vescovi che è passata alla storia come il ‘latrocinio di Efeso’. Per immaginare ciò che successe in questa circostanza, basti ricordare solo che Ilaro, il legato del papa, dovette scappare per non essere ucciso, poiché rifiutava la dottrina monofisita che si voleva sostenere, rifugiandosi nella basilica efesina di San Giovanni evangelista. Divenuto papa, fece erigere una cappella nel battistero lateranense dedicata appunto al suo protettore, l’evangelista, a cui si era rivolto come intercessore per salvarsi da morte.
Infine, il concilio di Calcedonia, nel 451, rifiutò come contrario alla fede cattolica ciò che era stato affermato due anni prima, dando ragione ad Ilaro.
A Paolo VI fu concesso di celebrare la messa all’aperto proprio nella basilica del Concilio di Efeso, durante il suo pellegrinaggio in Turchia. La targa che ricordava l’evento, nell’abside, è stata misteriosamente asportata e ne resta solo il sostegno in ferro.

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