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Teatro di Jerash

Teatro di Jerash

 


Jerash
Siamo nella Decapoli. Negli anni della vita pubblica di Gesù la Decapoli era un territorio relativamente indipendente sia dal governatore romano, che risiedeva a Cesarea Marittima, sia dai tetrarchi che governavano parte del territorio appartenuto un tempo al re Erode il Grande. Dieci città, fortemente ellenizzate, costituivano l'ossatura di questa regione e Jerash era una di esse.

Mt 4, 23-25
Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si sparse per tutta la Siria e così condussero a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guariva. E grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decapoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.

I vangeli ci segnalano alcuni passaggi di Gesù in alcune città della Decapoli (non ben identificate). Questi viaggi, come quelli nelle regioni della sirio-fenicia, sono il segno della destinazione universale vangelo. Esso, annunciato ad Israele, il primogenito, è però per tutti i fratelli. Non solo Gesù visita le città della Decapoli, ma i vangeli ci segnalano che da queste città molta gente andava verso Gesù. Questo creava una serie di problemi; l'arrivo non è indolore per la comunità. Per gli apostoli è difficile capire cosa ci viene a fare tutta questa gente. "Vogliamo vedere Gesù" dicono (Gv 12, 21). Lo dicono a Filippo, "Filippo andò a dirlo ad Andrea e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù". Quanta cautela in questo passaparola, perché il grido dei greci arrivi a Gesù!
Si ripete (e sempre si ripeterà fino alla fine dei tempi) la difficile dialettica del "presepe", nel quale i "pastori" rappresentano il popolo ebraico, ma anche coloro che da più tempo hanno la fede ed i "magi" rappresentano i pagani, ma anche coloro che più tardi o più giovani arrivano alla fede. Primi sono chiamati i pastori che si dispongono a cerchio, intorno alla Sacra Famiglia. All'arrivo dei Magi, all'Epifania, bisogna che i "pastori" si spostino (gesto apparentemente innocuo che ogni famiglia compie il 6 gennaio), che siano spostati, perché i magi si inginocchino dinanzi al Bambino. Insieme, però, non è possibile semplicemente allontanare i "pastori". Anche essi devono continuare ad adorare il Bambino. Tutti lì bisogna stare (e bisogna aiutarsi a vicenda a stare ed a chiamare altri ancora), è il bello e il difficile!
Non si può avere una evangelizzazione senza che cambi la comunità stessa. Tutta la comunità deve modificarsi quando arriva qualcuno nuovo. E' meraviglioso che arrivi tanta gente, ma quanti problemi crea! Anche ogni Congregazione vuole nuove vocazioni, ma vuole poi i cambiamenti che la presenza di persone "giovani" porterà?

Possiamo leggere ancora Lc 18, 35-43
Coloro che stanno da sempre con Gesù non capiscono l'importanza del grido del cieco di Gerico. Gesù sveglia i suoi apostoli per far arrivare a lui il cieco. Gli apostoli vogliono possedere Gesù, ma hanno difficoltà a capire che altri hanno bisogno di lui. Insieme Gesù non vorrà chiamare lui stesso il cieco, ma chiederà ai suoi apostoli di farlo. Non si può incontrare Gesù senza la sua Chiesa, senza i suoi apostoli che lo circondano.

Possiamo leggere anche Mc 7, 24-30
Gesù dice che gli ebrei sono figli. Chi non pensa - e giustamente - per prima cosa ai propri figli, affinché abbiano il necessario, prima di pensare ad altri? Qui il cane è l'animale immondo, è il simbolo di popoli non ancora consacrati, non ancora toccati dalla salvezza. Anche i "cani" hanno bisogno di Gesù e lui capisce questo bisogno. Guai a chi si chiude e non capisce che Gesù è per tutti (e che tutti sono figli).

Torniamo infine su Gv 12, 21-22
Tanta cautela per chiedere a Gesù di farsi vedere dai pagani. Gli apostoli capiscono che non si può stare con Gesù, senza fare da ponte verso quelli che vogliono conoscerlo. Non è vero - qui - che il mondo non sta cercando Gesù ed io debbo accorgermene. Da Jerash possiamo immaginare questa gente che si muove per andare a vedere Gesù. Bisogna vederli e dare il pane ai "cagnolini". Bisogna andare anzi, per chi neanche sa.


 

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