Benedizione delle case

dalla Lettera per le benedizioni di un parroco di Roma

A volte mi domando se è la gente che ha bisogno della visita del prete in famiglia o sia lui stesso che prima di tutto ne trae vantaggio. Entrare nelle case è come entrare in un altro mondo, diverso da quello consueto che si muove nel giro della chiesa o cammina sul filo delle strade; è intraprendere un viaggio sempre nuovo in un continente ancora sconosciuto che continua a svelare i suoi misteri. Chi dalla strada intuisce il cuore delle persone, anzi, chi ne vede il volto? Ci sono persone che vedo una sola volta nella vita, quando entro in casa loro in quel breve lasso di tempo nel quale si fermano nel quartiere. Nel giro seguente non ci saranno più ed anche domandando informazioni non ne saprò mai più nulla. Ci sono persone che vedo ad ogni giro di benedizione: faremo gli stessi discorsi, riceverò le stesse promesse. Potrei dire io stesso alla signora che vive isolata in fondo alla via quello che lei mi dirà accomiatandomi: che verrà a trovarmi in chiesa dove scioglierà ogni suo debito spirituale. Naturalmente, non verrà. Le case nascondono drammi che non usciranno mai dai muri e allo stesso tempo raccontano la speranza della fede di tante persone. La visita alle famiglie distacca il prete dalla tentazione delle cose che sono sempre da fare in chiesa, dalle carte da riordinare; lo schioda dall’intimismo e lo allontana dalla sicurezza della parrocchia per avviarlo verso il largo.


 

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