Visioni e rivelazioni private

 

Da Salita al monte Carmelo, Lib.2, cap.22, III-V,

di San Giovanni della Croce


- 3. Ora che la fede è basata in Cristo e la legge evangelica è stabilita in quest’era di grazia, non è più necessario consultare Dio, né che egli parli o risponda come allora (nell’antico testamento). Infatti donandoci il Figlio suo, ch’è la sua unica e definitiva Parola, ci ha detto tutto in una sola volta e non ha più nulla da rivelare.

 

- 4. Questo è il senso genuino del testo in cui San Paolo vuole indurre gli Ebrei a lasciare gli antichi modi di trattare con Dio secondo la legge mosaica, e a fissare lo sguardo solamente in Cristo: “Dio che aveva già parlato nei tempi antichi... in questi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Eb 1, 1-2). Con queste parole l’Apostolo vuole far capire che Dio è diventato in un certo senso muto, non avendo più nulla da dire, perché quello che un giorno diceva parzialmente per mezzo dei profeti, l’ha detto ora pienamente dandoci tutto nel Figlio suo.

 

- 5. Perciò chi volesse ancora interrogare il Signore e chiedergli visioni o rivelazioni, non solo commetterebbe una stoltezza, ma offenderebbe Dio, perché non fissa lo sguardo unicamente in Cristo e va cercando cose diverse e novità. Dio infatti potrebbe rispondergli: “Questi è il mio Figlio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo!” (Mt 17, 5). Se ti ho già detto tutto nella mia Parola ch’è il mio Figlio e non ho altro da rivelare, come posso risponderti o rivelarti qualche altra cosa? Fissa lo sguardo in Lui solo e vi troverai anche più di quanto chiedi e desideri: in Lui ti ho detto e rivelato tutto.

Tu infatti domandi locuzioni e rivelazioni che sono soltanto una parte, ma se guarderai Lui, vi troverai il tutto, poiché Egli è ogni mia locuzione e risposta, ogni mia visione e rivelazione in quanto io vi ho già parlato, risposto, manifestato e rivelato ogni cosa dandovelo per fratello, compagno, maestro, prezzo e premio. Dal giorno in cui sul Tabor discesi con il mio Spirito su di Lui, dicendo: “Questi è il mio Figlio diletto nel quale mi sono compiaciuto, ascoltatelo”, cessai di istruire e rispondere in queste maniere ed affidai tutto a Lui: ascoltatelo perché ormai non ho più materia di fede da rivelare e verità da manifestare. Prima parlavo, ma unicamente per promettere Cristo e gli uomini mi consultavano solo per chiedere e aspettare Lui nel quale dovevano trovare ogni bene, come ora tutta la dottrina degli evangelisti e degli apostoli fa capire. Colui che ora mi consultasse in quel modo e desiderasse che io gli dicessi e rivelassi alcunché, sotto un certo aspetto mi chiederebbe di nuovo Cristo e altre verità della fede, in cui però sarebbe debole, perché tutto è già stato dato in Lui. In tal modo  farebbe un grave oltraggio al mio amato Figlio poiché non solo in ciò mancherebbe di fede, ma perché lo obbligherebbe ad incarnarsi di nuovo e ad affrontare ancora una volta la vita e la morte qui in terra. Tu dunque non desidererai né chiederai nessuna rivelazione o visione da parte mia: guarda bene il Cristo e il Lui troverai già fatto e detto molto più di quanto tu vorresti”.   

 

- 6. Se vuoi che io ti dica qualche parola di conforto, guarda mio Figlio, obbediente a me e per amor mio sottomesso ed afflitto, e sentirai quante cose ti risponderà. Se  desideri che io ti sveli alcune cose o avvenimenti occulti, fissa in Lui i tuoi occhi e vi troverai dei misteri molto profondi, la sapienza e le meraviglie di Dio le quali, secondo quanto afferma il mio Apostolo, sono in Lui contenute: Nel quale Figlio di Dio sono nascosti i tesori della sapienza e della scienza di Dio, tesori di sapienza che saranno per te profondi, saporosi e utili più di tutte le cose che vorresti saper. Per questo lo stesso Apostolo si gloriava dicendo “di aver fatto intendere che egli non conosceva se non Gesù Cristo e questi crocifisso” (1 Cor 2, 2). Inoltre se tu desideri altre visioni e rivelazioni divine o corporee, guarda il Cristo incarnato e vi troverai più di quanto pensi, poiché S.Paolo afferma a tale proposito: “In Cristo abita corporalmente tutta la pienezza della divinità” (Col 2, 9).

 

- 7. Ormai non conviene più interrogare Dio a quel modo, né d’altra parte è necessario che Egli parli, poiché avendo rivelato in Cristo tutte le verità della fede, non ha, né avrà mai più, altra verità da manifestare. Perciò desiderare ancora di ricevere qualche cosa per via soprannaturale è come ammettere che Dio non abbia dato nel Figlio tutto ciò che è sufficiente. Anche se si fa ciò supponendo la fede e credendo in essa, tuttavia si compie un atto di curiosità generata da fede imperfetta. Dunque non si deve aspettare dottrina o altra cosa per via soprannaturale.

Dal momento in cui Cristo crocifisso disse sul punto di morte: “Tutto è consumato” (Gv 19, 30), cessavano non solo questi modi di fare, ma anche ogni rito e cerimonia dell’antica legge. Perciò dobbiamo lasciarci guidare in tutto in modo umano e visibile dalla legge di Cristo uomo, della sua Chiesa e dei suoi ministri, e per questa via porre rimedio alla nostra ignoranza e debolezza spirituale, poichè in essa troveremo abbondante medicina ad ogni nostro male. Tutto ciò che esce fuori da questo cammino è non solo curiosità, ma grande presunzione e noi non dobbiamo credere a cosa ricevuta per via soprannaturale, ma solo a quanto ci viene insegnato da Cristo uomo e dai suoi ministri, uomini anch’essi. Per tale ragione l’Apostolo scrive: “Se un angelo del cielo vi annunziasse cose diverse da quelle che vi abbiamo predicato noi, sia maledetto e scomunicato”(Gal 1, 8).

 


         

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