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La «Cupola della Roccia»

La «Cupola della Roccia» (in arabo: Qubbet es-Sakhra), detta anche la Moschea di Omar, è il più antico monumento musulmano in Palestina, il più importante esempio dell'architettura araba, unita alla raffinatezza dell'arte persiana e bizantina.
L'edificio è posto su un rialzo e vi si accede da ogni parte e per ampie scalinate sormontate da eleganti arcate dette “Bilance”: la tradizione araba dice che su queste arcate penderanno le bilance (arabo: Mawázin) con le quali Dio potrà pesare le anime dei morti.
Le porte della moschea sono aperte verso i quattro punti cardinali. I muri esterni sono rivestiti, nella parte inferiore, di marmo grigio con venature multicolori, mentre nella parte superiore sono rivestiti di maioliche arabescate. Il materiale che compone la costruzione proviene quasi tutto da edifici precedenti, bizantini o forse anche romani. L'interno è riccamente decorato da mosaici con disegni a linee fantastiche intrecciate a formare ghirlande e fiori; i tipici disegni senza figure che per la legge coranica escludono figurazioni della natura (l'artista umano non deve competere con Dio) preludono all'arabesco. L'oro è predominante. Il pavimento in lastroni di marmo è ricoperto da preziosi tappeti persiani. Due file di pilastri e di colonne dividono l'interno in due parti concentriche ed una luce soffusa penetra dalle 56 magnifiche vetrate variopinte.
Al centro dell'edificio emerge la roccia sacra circondata da una balaustra in legno scolpito che si eleva di circa 2 m sul livello del pavimento. Sopra questa roccia, dice la tradizione musulmana, suoneranno le trombe del giudizio universale. Un ricco reliquiario conserva alcuni peli della barba e dei capelli del Profeta.
Sotto la roccia si può visitare la caverna indicata come luogo di preghiera per Davide, Salomone, Elia e il Profeta. Sotto la placca di diaspro c'è il Pozzo della Anime, così detto per la credenza musulmana la quale ritiene che in questo luogo si riuniscano le anime dei defunti a pregare in attesa del giudizio finale.
La roccia è la parte più alta, identificata dalla tradizione con la sommità del Monte Moria e corrisponde, molto verosimilmente, al luogo sul quale apparve a Davide l'angelo che gli annunciava la fine del castigo inviatogli da Dio (2Sam 24,16ss). Il re la acquistò da Arauna (Ornan) il Gebuseo destinandola a luogo sacro per l'Arca dell'Alleanza. La grotta sotto la roccia doveva essere il luogo dove Ornan conservava i suoi attrezzi agricoli.

La tradizione ebraica mishnaica vuole che questo luogo, chiamato Monte Moria in 2Cr 3,1, sia riconosciuto come il territorio di Moria di cui parla il cap. 22 del Genesi a proposito del sacrificio di Isacco. Una mappa medievale ebraica di Gerusalemme pone qui il centro del mondo (si ricordi Dante, Divina Commedia, Purg. 2, 3: Gerusalemme al centro dell'emisfero boreale).

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