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Edicola dell'Ascensione

Ascensione
In epoca bizantina esisteva in questa zona una chiesa detta "Imbobom", cioè "sulla vetta", fatta costruire da Pomenia, una ricca matrona, nel 378 e visitata due anni dopo dalla pellegrina Egeria; la chiesa, incendiata dai persiani, fu restaurata successivamente e visitata nel 670 dal pellegrino Arculfo.
Il recinto, entro cui è racchiusa l'edicola dell’ascensione, sorge sui resti della costruzione crociata ed ha la forma di un ottagono. Anche l'edicola, ornata di archetti sostenuti da colonnette con capitelli semplici, è di origine crociata e fu trasformata in moschea dopo la vittoria di Saladino nel 1187.
L'edicola si trovava all'interno della grande chiesa crociata della quale rimangono ancora parte delle mura. La cupola era aperta verso il cielo per un evidente motivo simbolico. Nel 1200 l'edicola fu chiusa in alto ed è giunta così fino a noi. All'interno è venerata da una tradizione cristiana e musulmana (la fede musulmana ammette l'ascensione di Gesù, ma non la sua morte e resurrezione) una pietra, isolata nel pavimento, sulla quale si vuol vedere l'impronta del piede sinistro di Gesù. Il pellegrino Arculfo (VII sec.) narra che la folla si accalcava per raccogliere la polvere sopra le impronte. La tradizione delle impronte di Gesù è dunque molto antica e testimoniata sin dalle lettere di Paolino da Nola (Ep. 31,4, circa il 401: «Così in tutta la superficie della basilica solo questo luogo rimane verdeggiante e la terra offre alla venerazione dei fedeli l'impronta dei piedi del Signore, in modo che davvero si può dire: noi lo abbiamo adorato là dove si sono posati i suoi piedi»).

Nella piccola edicola e nel recinto, durante la festa dell'Ascensione, si alternano i cristiani delle varie confessioni nella celebrazione dei loro riti, l'ufficio divino e la S. Messa.
Sul luogo dove Gesù fu visto per l'ultima volta dagli apostoli, è bello ricordare le espressioni finali del vangelo di Matteo: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20).
È doveroso precisare che questo luogo ricorda l’Ascensione per i cattolici, mentre gli ortodossi la ricordano all'interno del monastero russo (il luogo dell'incontro tra Paolo VI ed Atenagora). Il luogo reale dell'ascensione è ignoto (Lc parla genericamente di «monte degli Ulivi, verso Betania», cfr.
Lc 24,44-53 e Atti 1,3-12).

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