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La valle del Cedron

Cedron, in ebraico: Qidrón, cioè oscuro, perché in origine questa valle torrentizia era più profonda e, nella stagione delle piogge, l'acqua era limacciosa. Dal IV sec. d.C. il luogo fu chiamato anche Valle di Giosafat, dal nome che nella Bibbia ricorre solo in Gioele 4,2.12 a designare il luogo del Giudizio Universale.
Attualmente il Cedron più che un torrente è solo una valle; infatti, almeno nel settore di fianco a Gerusalemme, l'acqua, incanalata, vi scorre solo al tempo delle piogge. Anche al tempo di Gesù il torrente doveva essere poco più di un ruscello.
I diversi tratti del suo percorso assumono nomi diversi e più specifici in rapporto ai luoghi che esso attraversa. Nella parte superiore del suo percorso è detto wadi el-Gióz (torrente del passaggio o del noce) per il tratto dalla sorgente fino al ponte presso il Getsemani.
Esso passa vicino alla cosiddetta Tomba di Simone il Giusto, sommo sacerdote figlio di Onia, morto verso l'anno 196 a.C. Di lui parla il libro del Siracide (Sir 50,1-21) come di un grande benefattore della città e del popolo. La tomba è vicina alla via Nablus.
Nella parte inferiore del suo corso (a sud della sorgente di Roghel), il Cedron prende il nome di wadi en-Nár (torrente del fuoco) e con questo nome attraversa il deserto di Giuda.
La parte della Valle del Cedron più ricca di ricordi biblici è quella che fiancheggia a est la città.
Dalla città si può scendere nel Cedron seguendo la strada di Gerico. La Via di Gerico inizia dopo la Porta di Erode, costeggia all'esterno le mura della città vecchia e scende verso il Getsemani.
Pochi metri dopo l'incrocio con la strada che scende dalla Porta di S. Stefano, parte (a destra) la deviazione che, costeggiando il Cedron (strada panoramica sulla valle), prosegue per la porta dei Magrebini e il Sion Cristiano.

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