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Cafarnao, pietra miliare della Via maris, con iscrizione di Adriano

Al tempo di Gesù Cafarnao era una città di frontiera provvista d’una dogana (Mc 2,13-15) ed era attraversata da una grande via imperiale che conduceva a Damasco. Era inoltre la sola località sulla riva nord-ovest del lago, a 5 km dall’alto Giordano il quale segnava la frontiera fra la tetrarchia di Erode Antipa e il Golan (al di là del fiume) assegnato a Filippo, suo fratello. La via imperiale costeggiava verosimilmente il fianco nord del villaggio; infatti a circa 100 m a nord ovest della sinagoga e vicino ad un monumentale mausoleo romano, fu ritrovata nel 1975 una pietra miliare recante la seguente iscrizione in lingua latina:
IMPERATOR CAESAR DIVI TRAIANI PARTHICI FILIUS DIVI NERVAE NEPOS TRAIANUS ADRIANUS AUGUSTUS…
(«Imperatore Cesare, del divino Traiano Partico figlio, del divino Nerva nipote Traiano Adriano Augusto…»).
Cafarnao aveva relazioni commerciali con l’alta Galilea, il Golan, la Siria, la Fenicia, l’Asia Minore, Cipro e l’Africa, come risulta dalle monete e dalla ceramica importata da queste regioni. Stupisce al contrario la scarsità di contatti con il centro e il sud della Palestina.
La presenza di un distaccamento di soldati romani a Cafarnao (Lc 7,1-10; Mt 8,5-13) sottolinea l’importanza del villaggio come punto di transito per i numerosi viaggiatori.

Mt 4,12-17
Avendo intanto saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea e, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:
Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali,
sulla via del mare, al di là del Giordano,
Galilea delle genti;
il popolo immerso nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte
una luce si è levata.
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».

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