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Il lago di Tiberiade

La maggior parte dell’attività di Gesù si colloca intorno al lago di Tiberiade.
Il lago nel vangelo di Marco assume un valore simbolico.
È luogo di frontiera tra Ebrei e pagani. I continui spostamenti di Gesù al di qua e al di là del lago ricordano la missione di Gesù tra Ebrei e pagani (riva Est - riva Ovest): "l’altra riva" è il luogo del male, del demonio (cfr. la guarigione dell’indemoniato gadareno Mc 5,1-20). Si veda anche la doppia narrazione della moltiplicazione dei pani: in Mc 6 in territorio giudaico; in Mc 8 in territorio pagano; nei numeri si passa dalle 12 ceste avanzate (12 come le tribù di Israele e i 12 apostoli del nuovo popolo di Dio) alle 7 sporte di pezzi avanzati (7 come i giorni della creazione, del Dio che si rivela ai pagani come colui che crea qualcosa di nuovo e vince il male).
Allo stesso tempo il "mare", secondo un tipico simbolismo biblico, diventa il segno del male e della prova.
È il luogo dove Gesù si manifesta (contesto esodico): leggere Mc 4,35-5,1 e Mt 14,22-36. In entrambi i casi Gesù si rivela come colui che è più potente del male e come Dio stesso presente accanto all’uomo (che dubita) perché, apparentemente, Gesù dorme: "Sono io, non temete!". Cfr. i vari episodi relativi alla pesca, in particolare Lc 5,1-11 e Gv 21.

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