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Panorama dal monte Carmelo

Sulla vetta più alta del monte sorge il convento carmelitano dedicato al ricordo dell’altare eretto da Elia contro l’altare dei profeti di Baal. Il luogo è detto el-Muhraqa (in arabo: il sacrificio).
Dalla terrazza del convento si gode uno stupendo panorama della pianura di Esdrelon verso oriente, fino ai monti della Galilea (Tabor), dominati dall’Hermon verso nord, e alla sponda del Mediterraneo a occidente.

Il monte Carmelo è legato alla vita di Elia. Questo profeta vive in un contesto storico segnato dal sincretismo religioso durante il regno di Acab, che aveva favorito il culto di Baal. La lotta di Elia si svolge su due piani: quello religioso e quello politico-sociale (Cfr. 1Re 21,1-26 la vigna di Nabot).
Tutta la vita di Elia fu una protesta contro l’idolatria che andava prendendo piede in Israele: arde di zelo «perché gli israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti» 1Re 19,10.
Questo "zelo" si manifesta particolarmente nella celebre sfida coi profeti di Baal sul monte Carmelo. Gli israeliti, popolo di agricoltori e di pastori, avendo conquistato la Palestina ad eccezione della pianura costiera, erano rimasti impressionati da quella possente muraglia del Carmelo che sbarrava l’accesso al mare, dominando maestosamente la ricca pianura di Esdrelon, e l’avevano scelta come «luogo alto» per Jahweh e vi avevano costruito un altare. Tale monte si prestava come luogo di convegno per il popolo d’Israele, in un giudizio di Dio, anche perché ritenuto sacro alla divinità. La località precisa, secondo la tradizione, si troverebbe sulla cima meridionale detta El-Muhraqa (= luogo dell’abbruciamento). Qui, col consenso del re, convennero gli israeliti e i falsi profeti per una prova decisiva da cui sarebbe dipesa l’esistenza stessa della religione mosaica. Si tratta di una delle scene più drammatiche della storia d’Israele, dello scontro finale tra Yahweh e Bàal, con la vittoria del primo e la sconfitta del secondo, cui seguirà lo sgozzamento spietato dei suoi profeti per ordine dello stesso Elia.

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