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Efeso: il teatro (clicca sull'immagine per leggere di san Paolo e della rivolta degli argentieri di Artemide)

IV tappa: sulla Via di marmo, dove c’è un po’ d’ombra, subito prima dell’ingresso nel teatro.
Il teatro è il luogo dove si sono radunati gli argentieri in rivolta, contro Paolo (At 19, 23-20, 1).

In questa IV tappa è stato ricordato che è ad Efeso che si manifesta per la prima volta il desiderio di Paolo di vedere Roma (At 19, 21-22). In At 23, 11, mentre Paolo è custodito nella fortezza Antonia, è Gesù stesso che gli dice: «È necessario che tu mi renda testimonianza anche a Roma». È il Cristo risorto a parlare a Paolo di Roma: non è solo un pio desiderio dell’apostolo!
In questa tappa si è approfondito con i pellegrini il tema della verità. L’apostolo è accusato da Demetrio, capo della rivolta degli argentieri che fabbricavano le statuette della dea Artemide degli efesini, con queste parole: «Paolo ha convinto e sviato una massa di gente, non solo di Efeso ma si può dire di tutta l’Asia, affermando che non sono dèi quelli fabbricati da mani d’uomo» (At 19, 26). Si manifesta qui l’esigenza di verità che è caratteristica dell’uomo ed, in particolare, della fede cristiana. Per Paolo non è assolutamente vero che tutte e religioni sono uguali. Proprio la dignità dell’uomo e della sua ricerca esige che si dica la verità su Dio. Paolo ha creduto in Cristo perché ne ha colto la verità; in Cristo ha compreso ancor più la falsità degli idoli. Dio non è come lo rappresentavano i fedeli di Artemide. Solo in Gesù Cristo risplende al mondo il vero volto di Dio.
Si è fatto poi cenno al fatto che la I lettera ai Corinti, la lettera ai Galati e, probabilmente anche la lettera ai Filippesi, sono state scritte ed inviate da Efeso.
Infine si è ricordato che Paolo volle che Timoteo, il suo più fedele collaboratore, divenisse vescovo ad Efeso. Le due lettere pastorali a Timoteo ci mostrano una chiesa nella quale ci sono cristiani già da tre generazioni (la nonna Lòide, la madre Eunìce ed il figlio Timoteo; 2 Tim 1, 5); si chiede a Timoteo di istruire discepoli capaci di insegnare a loro volta alle nuove generazioni (2 Tim 2, 1-2). Timoteo è stato formato come cristiano fin da bambino («Fin dall’infanzia conosci le Sacre Scritture», 2 Tim 3, 15). Già si coglie l’importanza della catechesi e dell’educazione cristiana dei bambini nelle famiglie cristiane, compito per nulla inferiore a quello dell’annunzio ai non credenti adulti (cfr su questo l’articolo
<a href="http://www.gliscritti.it/approf/2008/papers/lonardo260608.htm">Educare le nuove generazioni: uno sguardo sull’età apostolica offerto dalle lettere di Paolo a Timoteo</a>, di Andrea Lonardo).

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