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Iscrizione di Gallione a Delfi: i 7 frammenti, clicca sull'immagine per leggere la trascrizione

Durante gli scavi archeologici del Tempio di Apollo a Delfi negli anni 1892-1903 fu rinvenuta una iscrizione che si rivelò estremamente preziosa per la cronologia paolina. L’iscrizione attesta che Gallione, fratello del più famoso filosofo Seneca, fu proconsole dell’Acaia, con sede a Corinto nell’anno della XXVI acclamazione dell’imperatore Claudio concomitante con la sua XII acclamazione tribunizia, cioè nella prima metà dell’anno 52 d.C. (per il raffronto con un’ulteriore iscrizione rinvenuta nella Caria (BullCorr Hell 11,1887, pp. 306-308) a sua volta da confrontare con un’iscrizione latina sull’acquedotto dell’Acqua Claudia alla Porta Maggiore di Roma e con una notizia di Frontino nel De acquaeductu urbis Romae, 13 ss.).
Paolo incontrò Gallione a Corinto (At 18,12-17), provenendo da Atene, dalla quale aveva scritto la I lettera ai Tessalonicesi (1 Ts 3,1-13). Il soggiorno di Paolo a Corinto che durò circa un anno e mezzo (At 18,11) deve esser dunque collocato dalla fine del 50 agli inizi del 52. La I lettera ai Tessalonicesi, invece, nell’anno 50.

N.B. Le lettere in maiuscolo sono quelle conservate interamente o parzialmente dai quattro frammenti superiori dell’iscrizione. Quelle in minuscolo sono quelle ipotizzate dagli studiosi. I puntini indicano le lacune del testo che gli studiosi non si arrischiano a colmare. La trascrizione è suddivisa nelle 12 righe attestate dai quattro frammenti superiori. Per gli altri frammenti si veda l’immagine successiva in questa gallery.
Si segue qui la ricostruzione di L. Ennequin, in DBS, IV (1934), coll. 355-373. Si veda per ipotesi differenti in alcune sfumature, ma non nella sostanza del testo, A. Plassart, <i>L’inscription de Delphes mentionnant le proconsul Gallion</i>, REG 80 (1967), pp. 372-378; A. Plassart, <i>Iscriptions du Temple</i>, in <i>Fouilles de Delphes</i>, III.4.3, Paris, 1970, pp. 27-32; G. Deiana, <i>L’iscrizione di Delfi: una critica all’ipotesi del Plassart</i>, Lateranum 47 (1981), pp. 535-539; ultimamente, L. Boffo, <i>Iscrizioni greche e latine per lo studio della Bibbia</i>, Brescia, Paideia, pp. 247-256; cfr. ulteriormente la presentazione sintetica che ne fa R. Penna, <i>L’ambiente storico-culturale delle origini cristiane</i>, Bologna, EDB, 1984, pp. 234-235.


ΤΙΒΕΡιος κλαυδιος κΑΙΣαρ σεβαστΟΣ Γερμανικος αρχιερευς μεγιστος δημαρχικης εξου-

ΣΙΑΣ το ιβ^ (oppure ια^) αυτοκρατωρ τΟ ΚΣ^ Πατηρ πΑΤΡΙδος υπατος το ε^ τιμητης δελφων τηι πολει χαιρειν

ΠΑΛαι μεν ΤΗΙ Πολει τΩΝ ΔΕΛφων προΘΥΜΟς εγενομην [...] και ευνους εξ αρ-

ΧΗΣ ΑΕΙ Δ ΕΤΗΡΗσα τηΝ ΘΡΗΣΚΕΙαν τΟΥ ΑΠΟλλωνος του πυθιου [...]

ΝΥΝ ΛΕΓΕΤΑΙ πολΕΙΤΩΝ ΕΡΙθειαν ΕΙΝΑΙ Ω [...] ιου-

ΝΙΟΣ ΓΑΛΛΙΩΝ Ο Φιλος ΜΟΥ ΚΑι αντυΠΑΤΟΣ της αχαιας [...]

ΕΤΙ ΕΞΕΙΝ ΤΟΝ ΠΡΟτερΟν [...] ΙΙΕ (oppure ΗΕ) [...]

ΛΩΝ ΠΟΛΕΩΝ ΚΑ [...]

ΑΥΤΟΙΣ ΕΠΙΤΡΕπω [...]

ΦΩΝ ΩΣ ΠΟΛΕ [...]

ΤΑΙ ΜΕΤΩΚΙ [...]

τοΥΤΟΥ [...]

(I riga) Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico nel 12° anno (oppure nell’11° anno) della sua potestà tribunizia,
(II riga) acclamato imperatore per la sua 26a volta, padre della patria, console V, censore, saluta.
(III riga) Già da tempo verso la città di Delfi sono stato ben disposto e benevolmente dall’inizio
(IV riga) sempre ho osservato il culto di Apollo Pitico [...]
(V riga) Si dice ora che anche le richieste dei cittadini [...]
(VI riga) Giunio Gallione, amico mio e proconsole [...]
(VII) che abbiano il primitivo [...]
(VIII) da città [...]
(IX riga) ad essi concedo [...]
(X riga) come della città [...]
(XI riga ) partecipi [...]
(XII riga) gli stessi [...]

Generalmente il testo viene così completato:

«Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico (nel 12° anno della sua) potestà tribunizia, acclamato imperatore per la sua 26a volta, padre della patria, saluta [...]. Già da tempo verso la città di Delfi sono stato non solo ben disposto, ma ho anche avuto cura della sua prosperità e sempre ho protetto il culto di Apollo Pitico. Ma poiché ora si sente dire che viene abbandonata anche dai cittadini, come mi ha da poco riferito L. Giunio Gallione, amico mio e proconsole, desiderando che Delfi conservi intatta la sua primitiva bellezza, vi ordino di chiamare anche da altre città a Delfi degli uomini liberi come nuovi abitanti e che a essi e ai loro discendenti sia integralmente concessa la stessa dignità di quelli di Delfi, in quanto cittadini in tutto e per tutto uguali».

L’immagine è una elaborazione del disegno dell’iscrizione realizzato dal Bourguet. I tre framenti inferiori, ai quali si sono aggiunti successivamente altri due frammenti dell'iscrizione, non aggiungono sostanziali novità ai quattro superiori. Le righe dei frammenti inferiori contengono l'ordine imperiale che quanto disposto nella lettera soprascritta non sia disatteso da alcuno.
Per ulteriori approfondimenti paolini su questo sito vedi il link:
<a href="http://www.gliscritti.it/tematiche/argomento/s_paolo.htm">Articoli e studi su San Paolo apostolo e le sue lettere</a>

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