Affidarsi

 

Da “Il mistero dei santi innocenti”

di Charles Peguy

   


 

Egli pensa ai suoi bambini che ha messo particolarmente sotto la protezione della Santa Vergine.

Un giorno che erano malati.

E che aveva avuto una grande paura.

E pensa ancora fremendo a quel giorno.

Che aveva avuto così paura.

Per loro e per sé.

Perché erano malati.

Ne aveva tremato nella sua carne.

All’idea soltanto che fossero malati.

Aveva ben capito che non poteva vivere così.

Con dei bambini malati.

E sua moglie che aveva una tale paura.

Così spaventosamente.

Che aveva lo sguardo fisso al di dentro e la fronte sbarrata

e non diceva più una parola.

Come una bestia che ha male.

Che tace.

Perché aveva il cuore serrato.

La gola strozzata come una donna che viene strozzata.

Il cuore in una morsa.

La gola nelle dita; nelle mascelle della morsa.

Sua moglie che serrava i denti, che serrava le labbra.

E che parlava raramente e con un’altra voce.

Con una voce che non era la sua.

Tanto aveva spaventosamente paura.

E non voleva dirlo.

Ma lui, per Dio, era un uomo. Non aveva paura di parlare.

Aveva perfettamente capito che le cose non potevano andare così.

Non poteva durare.

Così.

Non poteva vivere con dei bambini malati.

Allora aveva fatto un colpo (un colpo d’audacia), ne rideva

ancora quando ci pensava.

Si ammirava anche un po’. Ed era anche un po’ il caso. E ne fremeva ancora

Bisogna dire che era stato piuttosto ardito e che era un colpo

ardito.

Eppure tutti i cristiani possono fare altrettanto.

Ci si domanda perfino perché non lo facciano.

Come si prendono tre bambini da terra e come li si mettono

tutti e tre.

Insieme. Contemporaneamente.

Per divertirsi. Per una specie di gioco.

Nelle braccia della loro madre e della loro nutrice che ride.

E dà in esclamazioni.

Perché gli se ne mettono troppi.

E non avrà la forza di portarli.

Lui, ardito come un uomo.

Aveva preso, con la preghiera aveva preso.

(Bisogna che Francia, bisogna che cristianità continui.)

I suoi tre bambini nella malattia, nella miseria in cui giacevano.

E tranquillamente te li aveva messi.

Con la preghiera te li aveva messi.

Molto tranquillamente nelle braccia di colei che è carica di

tutti i dolori del mondo.

E che ha già le braccia così cariche.

Perché il Figlio ha preso tutti i peccati.

Ma la Madre ha preso tutti i dolori.

Lui aveva detto, con la preghiera aveva detto: Non ne posso più.

Non ci capisco più nulla. Ne ho fin sopra la testa.

Non voglio saperne più nulla.

La cosa non mi riguarda.

(Bisogna che Francia, bisogna che cristianità continui.)

Prendili. Te li do. Fanne quel che vorrai.

Io ne ho abbastanza.

Colei che è stata la madre di Gesù Cristo può ben essere anche la madre di questi due maschietti e di questa bambina.

Che sono i fratelli di Gesù Cristo.

E per i quali Gesù Cristo è venuto al mondo.

Cosa ti può fare questo. Ne hai tanti altri.

Cosa ti può fare, uno di più uno di meno.

Hai avuto il piccolo Gesù. Ne hai avuti tanti altri.

(Voleva dire nei secoli dei secoli, tutti i bambini degli uomini,

tutti i fratelli di Gesù, i fratellini, e ne avrà talmente tanti

nei secoli dei secoli.)...

 

...E’ perfino curioso che non tutti i cristiani facciano altrettanto.

E’ così semplice.

Non si pensa mai a ciò che è semplice.

Si cerca, si cerca, ci si dà da fare, non si pensa mai alla cosa

più semplice.

Insomma si è sciocchi, tanto vale dirlo subito....

...E’ il contrario di un uomo che ha ingaggiato i suoi figli in

una fattoria.

Resta il proprietario dei suoi figli.

Ed è il fattore che ne diventa l’affittuario. Il fattore.

Lui al contrario non vuole più essere che l’affittuario dei suoi

figli.

Non ne ha più che l’usufrutto.

Ed è il buon Dio che ne ha la nuda (e la piena) proprietà.

Ma è un buon proprietario, il buon Dio.

Ammira come quest’uomo è saggio.

Quest’uomo che non vuole più essere che il fattore dei suoi

figli.

Quest’uomo che se ne va, che se ne ritorna a mani vuote.

Perché Dio non è geloso, né la santa Vergine.

Gli lasceranno tranquillamente tutto il godimento dei suoi figli.


 

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