Chiesa (unità della)
  Da un articolo del cardinal Joseph Ratzinger sulla rivista dei gesuiti americani America (19 novembre 2001)


 
Nella lettera ai vescovi della Chiesa cattolica su alcuni aspetti della Chiesa come comunione (Congregazione per la Dottrina della fede 28, giugno 1992) troviamo il principio che la Chiesa universale (ecclesia universalis) è, nel suo mistero essenziale, una realtà che precede, ontologicamente e temporalmente, le singole Chiese locali…
Dio trova e prepara per sé la Sposa del Figlio, l’unica Sposa che è l’unica Chiesa. Sulla scorta dell’espressione del Genesi che un uomo e sua moglie diventano “due in una sola carne” (Gen , 24) l’immagine della sposa si è fusa con l’idea della Chiesa come corpo di Cristo, che per parte sua è basato sulla pietà eucaristica. L’unico corpo di Cristo è reso disponibile; Cristo e la Chiesa saranno “due in una sola carne”, un corpo; e così Dio sarà tutto in tutte le cose…
C’è solo una sposa, solo un corpo di Cristo, non molte spose, né molto corpi. La sposa, certamente, come hanno detto i padri della Chiesa, richiamandosi al salmo 44, è vestita “di abiti multicolori”; il corpo ha molti organi. Ma il privilegio sovraordinato è in ultima analisi l’unità…
Ho mostrato come il Concilio risponda alla domanda su dove si possa vedere la Chiesa universale come tale, parlando dei sacramenti: C’è prima di tutto il battesimo: E’ un evento trinitario, cioè prettamente teologico, e significa molto di più che la socializzazione nella Chiesa locale… Il battesimo non deriva dalla comunità locale; piuttosto col battesimo ci viene aperta la porta dell’unica Chiesa; è la presenza della Chiesa una, ed esso può venire solo da essa, dalla Gerusalemme celeste, nostra nuova madre. Nel battesimo la Chiesa universale precede continuamente e crea la Chiesa locale. Su questa base la lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede può affermare che non ci sono stranieri nella Chiesa. Chiunque al suo interno è a casa sua dappertutto… Chiunque battezzato nella Chiesa a Berlino è sempre a casa sua a Roma o a New York o a Kinshasa o a Bangalore o dovunque, come se fosse stato battezzato lì. Lui o lei non deve compilare un certificato con il cambio di residenza, è una e la stessa Chiesa. Il battesimo nasce da essa e ci consegna (dà alla luce) ad essa…
E allora non si può dire che la “visione universalistica” della Chiesa è “ecumenicamente escludente”.

 


 

 

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