Il congresso eucaristico di Ancona. Di ogni giorno e di sempre, di Davide Rondoni

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 03 /09 /2011 - 21:14 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo da Avvenire del 3/9/2011 un articolo scritto da Davide Rondoni. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.

Il Centro culturale Gli scritti (3/9/2011)

Gli uomini fanno spesso congressi. Si con­gregano, si riuniscono. La parola con­gresso è legata – nel lessico più comune – ai raduni di natura politica, o ai raduni di mem­bri di comunità economiche o scientifiche. I congressi del tal partito o dell’altro, il con­gresso degli industriali o degli ortopedici, dei fisiatri e così via. Sono eventi speciali. Anche ad Ancona accade un congresso speciale. Però anche normale.

Sì perché lì si radunano uomini e donne, gio­vani e anziani, chierici e laici, intorno all’Eu­caristia. Si radunano, fanno congresso uomi­ni che non sono accomunati da strategie po­litiche o da interessi scientifici o economici. Non si congregano per discutere idee. Per fis­sare linee, per eleggere delegati. Si radunano intorno a un Corpo.

Si radunano come si ra­dunarono coloro che pronunciarono la frase che dà il titolo: «Da chi andremo?». Erano po­chi, spauriti, erano quasi niente in mezzo al­la vastità del mondo e di fronte alla storia pas­sata e futura. Ma sapevano che dovevano an­dare dov’è Lui, stare lì. Congregarsi. Da chi andremo, se non da chi ha mostrato la po­tenza buona del Padre, se non da chi ha da­to corpo all’infinito?

Ad Ancona, come due­mila anni fa, uomini e donne di ogni genere si congregano, si radunano intorno alla pre­senza fisica e misteriosa di Gesù. Al Suo cor­po. Di fronte al mare Adriatico, sotto la fiam­mata bianca della pietra di san Ciriaco, svet­tante cattedrale di Ancona, si raduneranno uomini e donne in modo e misura eccezio­nale. Per esprimere in modo speciale il nor­male, il quotidiano segreto di duemila anni fa e di ogni giorno presente della Sua comunità. Si congregano davanti al mare di settembre, in un evento speciale che segna da tempo la vita della Chiesa.

Esprimeranno, amplifiche­ranno per così dire, in modo eccezionale quel sussurro di duemila anni fa, uscito dalle lab­bra dei suoi primi discepoli. Dove andremo, se non dove sei Tu? Dov’è la vita, se non do­ve è il Tuo corpo presente? Dove andremo, se non dove il Tuo sguardo si posa sulle cose del­la vita, sul gioire e sul soffrire, sui bambini e sui malati, sulla solitudine e sulla morte, su­gli inizi del giorno e sulla notte?

Non va in scena un congresso animato da ri­vendicazioni economiche o sociali. La co­munità trova nel Suo corpo la lena per op­porsi alla malora in ogni campo personale e sociale. Ogni giorno è così, nella penombra di parrocchie e chiese disperse sul volto d’I­talia e del mondo, ogni domenica è così. E in chiese improvvisate dove l’uomo vive e sof­fre, lager o bidonville, fabbriche o ospedali. Ad Ancona si dirà in modo speciale quel che per i cristiani è normale. La normale eccezione di dirGli: dove andremo se non dove sei Tu, por­tando il nostro anelito di bene, fosse pure re­moto e sepolto sotto detriti di fatica e buio… Un congresso per dire che la cosa speciale del cristianesimo è Lui, il suo corpo presente. Che nient’altro vale come stare con Lui.

Lo si dirà ad Ancona, in faccia al mare e al mondo che vorrebbe negargli ancora il cor­po, che vorrebbe negare oggi come duemila anni fa a Dio il fatto d’aver preso fisionomia e vita. Che lo vorrebbe lassù nei cieli, sem­mai, ma non qui in terra con un corpo e uno sguardo che contraddice ogni pretesa e ogni potere. E che lo crocifigge. Si dirà di Lui da­vanti a un mondo che desidera in ogni fibra toccare la vita, e spesso non sa che abita in quel Corpo.

Un congresso che non ha nessun congresso uguale. Uomini e donne che seguono un mo­vimento strano: non loro hanno scelto Lui, ma Lui li ha scelti. E attirati al suo corpo, al mi­stero di una vita che non dispera nella vita e vince la morte di ogni giorno e di sempre.