Anche i circoli Arci protestano per l’Imu al no profit. E riconsegnano le chiavi al prefetto. «Crediamo che i criteri con cui si è deciso di calcolare il pagamento dell’IMU per le nostre strutture siano stati davvero ingiusti. Le nostre attività sono state equiparate a quelle prettamente commerciali».

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 31 /01 /2013 - 13:46 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo dal sito della rivista Tempi un documento pubblicato il 31/1/2013. Accludiamo ad esso anche una nota scritta da NEV (Agenzia Stampa Notizie Evangeliche) il 14/9/2011 ed una seconda nota scritta da Sandro Magister il 13/3/2012 sul sito Settimo cielo de L’espresso, entrambe relative alla vecchia normativa ICI. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Solidarietà e sussidiarietà.

Il Centro culturale Gli scritti (31/1/2013)

1/ A proposito di IMU, no profit e altre storie. I circoli ARCI consegnano le chiavi! Per una giusta tassazione ed una giusta esenzione. Per lo sviluppo di associazionismo e solidarietà

I circoli Arci di Firenze vogliono consegnare le chiavi al Prefetto per protestare contro il pagamento dell’Imu. Ieri hanno diramato il seguente comunicato: 

A proposito di IMU, no profit e altre storie 

I CIRCOLI ARCI CONSEGNANO LE CHIAVI!

Per una giusta tassazione ed una giusta esenzione
Per lo sviluppo di associazionismo e solidarietà

Siamo Circoli Arci, Società di Mutuo Soccorso, Case del Popolo, associazioni culturali.
280 basi associative diffuse in gran parte dell’area provinciale fiorentina
.
Siamo luoghi aperti, dove le persone si incontrano e costruiscono insieme azioni e relazioni. Una rete che organizza ogni giorno centinaia di iniziative e offre tante occasioni di protezione sociale verso i cittadini più deboli. Svolgiamo un ruolo di presidio del territorio, di mediazione dei conflitti sociali, di offerta di ricreazione e cultura: siamo, che si voglia riconoscere o meno, un pezzo fondamentale del sistema del welfare locale. Da sempre, e ancor di più in questi anni, ci siamo impegnati per combattere egoismi ed individualismi.

Abbiamo assistito al dibattito sull’Imu e accettato la nuova disciplina sulla tassazione (e le esenzioni) delle proprietà immobiliari degli enti no-profit.
Sapevamo che il Governo non sarebbe stato tenero, come d’altronde non lo è stato per milioni di cittadine e cittadini, in nome della messa in sicurezza dei conti pubblici. Eravamo consapevoli e convinti che anche a noi sarebbe toccato dare il nostro contributo al risanamento delle finanze statali.

Crediamo però che i criteri con cui si è deciso di calcolare il pagamento dell’IMU per le nostre strutture siano stati davvero ingiusti.
In sostanza le nostre attività (sociali, ricreative, culturali) sono state del tutto equiparate a quelle prettamente commerciali
.

Ci sono giunte cartelle esattoriali di migliaia di euro. In alcuni casi di decine di migliaia di euro.
Le abbiamo onorate, fatta eccezione per quelle che molti Circoli non sono ancora riuscite a pagare a causa delle sofferenze dei loro bilanci (la crisi riguarda tutti, nessuno escluso!).
Molte delle nostre basi associative sono state poste di fronte alla drammatica scelta fra adempiere al pagamento di un’imposta dovuta o cessare la propria attività eliminando servizi di importanza vitale per tanti cittadini e cittadine.
Si tratta di strutture che sono di proprietà dei soci, composte da spazi pensati in un’epoca diversa da quella attuale, spesso grandissime, il cui gruppo dirigente è fatto da centinaia di persone che prestano volontariamente il loro servizio
.
Inoltre, l’IMU si è aggiunta a tanti altri obblighi e regolamenti che in questi anni hanno messo in grande difficoltà la capacità dei nostri presidenti di poter esercitare il proprio ruolo serenamente.

Riteniamo inammissibile che anche per il 2013 rimangano in piedi gli stessi criteri che hanno portato ad un nuovo concetto di ‘non commercialità’ delle attività svolte, stravolgendo così la relazione fra attività istituzionali e commerciali degli enti non profit finora consolidata e sancita dalle norme.
I nostri bar sono esercizi molto spesso in rimessa, che svolgono una funzione sociale, sussidiaria e complementare alle attività sociali e istituzionali.

Siamo preoccupati che un secondo prelievo nel 2013 pensato con gli stessi presupposti del 2012 rischi di mettere definitivamente in ginocchio le nostre attività.

Chiediamo che una nuova e giusta configurazione delle esenzioni per il no- profit riconosca il nostro ruolo.

Per questo
sabato 2 febbraio 2013
nel corso della mattinata

svolgeremo presidi davanti ai nostri circoli,
incontreremo Sindaci e autorità locali.

A Firenze,
ci ritroveremo alle ore 12 in via Cavour 1,
per consegnare al Prefetto di Firenze, rappresentante locale del governo, le chiavi delle nostre strutture
.

Un gesto simbolico, come monito affinché il nuovo governo non si spinga a disporre delle nostre strutture come vuole, ma soprattutto riconosca il ruolo fondamentale che il nostro movimento svolge nella provincia di Firenze, così come nel resto del paese.

2/ ICI. Smentita relativa ad un articolo de L'Espresso sulla presunta evasione dei metodisti

Roma (NEV), 14 settembre 2011 - I metodisti non pagano l'ICI? L'Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (OPCEMI) lo scorso 9 settembre ha smentito quanto insinuato in un articolo pubblicato da L'Espresso in edicola questa settimana, dal titolo: "In verità vi dico la chiesa non paga l'ICI", in cui si fa riferimento ad un contenzioso con il Comune di Roma in merito al pagamento dell’ICI per gli immobili di proprietà della piccola chiesa evangelica.

In una lettera spedita al direttore de L'Espresso Bruno Manfellotto, la presidente dell'OPCEMI, Alessandra Trotta, ha segnalato la non corrispondenza al vero di alcune affermazioni e la presenza di imprecisioni - chiedendone la rettifica -, "il cui contenuto, inserito in un’inchiesta espressamente dedicata ad una presunta 'Santa evasione', ci appare fortemente lesivo dell’immagine di questa Opera".

Nell'articolo si legge precisamente: "E in lite con il Campidoglio è anchela Chiesaevangelica metodista d'Italia, che vanta un patrimonio di circa 50 immobili, compresi un albergo (in via Firenze), diversi uffici e numerose abitazioni, alcune delle quali di pregio ed ampia metratura.

L'ente paga l'ICI solo per alcune delle sue proprietà; per le altre ritiene che niente sia dovuto. Il Campidoglio gli dà ragione solo in parte, nel senso che riconosce una parziale diritto all'esenzione, ma reclama una maggiore imposta di 24mila euro".

Alessandra Trotta, nella missiva a Manfellotto, ha sottolineato che è "assolutamente falso" che l'OPCEMI sia proprietario di un albergo a Roma o in qualsiasi altro luogo, e precisa che il patrimonio immobiliare della capitale è in realtà composto da una cinquantina di unità immobiliari, tra cui "gli uffici della sede nazionale, due templi monumentali, gli annessi locali utilizzati dalle tre comunità metodiste cittadine per le loro attività di culto e gli alloggi di servizio dei loro pastori, esentati da ICI in applicazione della normativa vigente, in quanto direttamente utilizzati per lo svolgimento di attività religiose". Sono invece assoggettate al pagamento dell'ICI tutte le restanti unità immobiliari, locate a soggetti terzi con regolari contratti di affitto, tra cui anche l'unità immobiliare nella quale il conduttore, un albergatore professionale, esercita la sua attività, "ovviamente del tutto estranea all’attività e all’organizzazione delle chiese metodiste" - ha fatto sapere Trotta, che ha respinto con forza ogni insinuazione che l’ente voglia sottrarsi “all’obbligo di regolare pagamento delle imposte dovute in applicazione delle leggi vigenti, la cui osservanza è considerata da questo ente come dovere imprescindibile di ogni cittadino e particolarmente di ogni cittadino credente".

In merito al contenzioso con il Campidoglio, Trotta ha informato che “la stessa amministrazione comunale, nel recente caso di accertamento ICI che ha generato un contenzioso avanti la Commissione Tributaria di Roma, ha accolto in massima parte le documentate controdeduzioni presentate da questo ente, annullando in autotutela la quasi totalità dell’atto impugnato, dunque riconoscendo di avere commesso degli errori, peraltro di varia natura e rilevanza e spesso in nessun modo connessi a questioni attinenti la correttezza dell’esenzione ICI degli immobili di culto, cui è dedicato l’articolo del vostro giornalista".

Per Trotta, infine, "inserire nello stesso calderone notizie relative a situazioni in realtà diversificate" espone al "serio rischio di perdere di vista la finalità di fornire una 'buona informazione'".

3/ Il Liceo Valdese non paga l’ICI. E “non è un privilegio”, di Sandro Magister

Nota pubblicata da Sandro Magister il 13/3/2012 sul sito Settimo cielo de L’espresso

Il Collegio Valdese di Torre Pellice è un vanto della comunità protestante che porta questo nome. È un liceo con tre indirizzi: classico, scientifico e linguistico. È riconosciuto come scuola paritaria. In ogni classe gli studenti frequentano insieme le lezioni comuni e si separano per le materie dei rispettivi indirizzi. Per il prossimo anno i nuovi iscritti alla prima classe sono al momento 17, un risultato valutato positivo, il più elevato degli ultimi quattro anni.

La qualità della formazione ha un test nei concorsi nazionali. All’ultimo “Certamen Taurinense” le due ragazze in gara del Collegio si sono classificate in ottima posizione, una addirittura tra le prime cinque d’Italia. Per i propri studenti, il Collegio indice quest’anno un “Agòn”, una gara di traduzione dal greco all’italiano di un brano tratto dalla Bibbia.

La retta annuale è graduata secondo il reddito delle famiglie. Nell’anno scolastico 2012-2013 varia da un minimo di euro 2.100,00 a un massimo di euro 6.500,00. Per i non abbienti sono previste borse di studio. Ma le rette coprono solo la metà dei costi reali.

Domanda d’obbligo: il Collegio Valdese paga l’ICI?

La risposta del preside della scuola, il professor Elio Canale, che è anche docente del corso quinquennale di storia delle religioni, è la seguente, ripresa dall’ultimo numero di “Riforma – L’Eco delle Valli”, il settimanale ufficiale della Chiesa Valdese:

È una domanda che mi hanno fatto in molti in questi giorni. A tutti rispondo ovviamente allo stesso modo: no. Noi non paghiamo l’ICI perché siamo una scuola paritaria ‘non a fini di lucro’, così come siamo esenti dall’IVA (e questo è un danno, perché non possiamo scaricare l’IVA che paghiamo sui beni acquistati). Questo non è un privilegio ma un beneficio sancito dalle norme fiscali in vigore da decenni. Questo è lo stato dei fatti, a cui noi ovviamente non possiamo che attenerci”.