La lezione di Rousseau. Per andare controcorrente, di Cristian Martini Grimaldi

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 11 /08 /2013 - 14:10 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo dal sito de L’Osservatore Romano del 5/7/2013 la sintesi di un articolo scritto da Cristian Martini Grimaldi. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.

Il Centro culturale Gli scritti (11/8/2013)

Si le rétablissement des sciences et des arts a contribué à épurer les moeurs. Con questa domanda per un concorso indetto dall'Académie di Digione nel lontano 1750 ci si chiedeva se il progresso delle scienze e delle arti avesse contribuito alla purificazione dei costumi.

La domanda, in realtà, era retorica, essendo allora convinzione comune che l'illuminismo, attraverso l'uso della razionalità, avrebbe portato non solo a un progresso dei costumi ma a un progresso tout court di tutta la società. Denis Diderot a quel tempo era stato imprigionato a Vincennes e un suo caro amico, mentre camminava verso il carcere per fargli visita, notò quel bando dell'Académie di Digione.

Nel leggere la domanda costui si sentì travolto da un'ispirazione: "Posso solo dimostrare il regresso dei costumi grazie alle scienze!". Quell'uomo era Jean-Jacques Rousseau e contro tutti i benpensanti di allora scrisse di getto il suo controverso saggio, partecipò al concorso e finì (nell'incredulità generale) col vincere.

Quello scritto, passato alla storia come Discours sur les sciences et les arts, gli procurò in seguito grande fama. Diversi anni dopo Rousseau disse che se avesse scritto di cose ben più popolari (come le tendenze del momento) la sua opera sarebbe svanita con il passare della moda stessa.

Sembra il capovolgimento del principio indiscusso intorno al quale ruota lo spirito contemporaneo. Andare contro lo spirito del tempo significherebbe remare contro corrente. E qualsiasi agente del marketing ci direbbe che quello è cattivo business. Possiamo dunque ancora permetterci di andare contro corrente? Quando tutto è regolato dall'economia dei numeri, dire cose giuste ma impopolari equivale a dire cose sbagliate.

Nell'era delle reti sociali dove tutti sono connessi potenzialmente con tutti, non è facile guadagnare consenso andando contro il dogma del politicamente corretto. Eppure, se c'è una cosa che la storia insegna, è proprio che le convinzioni frutto della contingenza non portano da nessuna parte. Dovremmo insomma fare come fece Jean-Jacques Rousseau. Che disse cose scomode a un pubblico apparentemente ostile. Guadagnandosi però fama immortale.

(©L'Osservatore Romano 5 luglio 2013)