Il ruolo di Pio XII e della chiesa di Roma durante l’occupazione nazista della città (da Federico Chabod)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 30 /12 /2008 - 23:50 pm | Permalink | Homepage
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In una delle sue famose lezioni sulla storia dell’Italia contemporanea Federico Chabod parlò del ruolo determinante avuto dalla chiesa di Roma nei mesi dell’occupazione nazista. La sua prospettiva è tutta tesa a valorizzare l’opera della resistenza come chiave di volta dei futuri sviluppi politici democratici dell’Italia ed a sottolineare, pertanto, come le altre forze in campo che si opposero in maniera diversa al nazismo siano state quasi un impedimento all’azione militare della rivolta armata. Nondimeno, o forse, proprio a motivo del suo peculiare punto di vista, alcune parole aiutano a capire cosa dovette significare in quel frangente per la città di Roma la presenza della Santa Sede e del clero della diocesi. Il testo è tratto da F. Chabod, L’Italia contemporanea (1918-1948), Torino, Einaudi, 1978 (il volume è la traduzione di una serie di 12 lezioni che lo Chabod tenne nel 1950 presso l’Institut d’Études politiques dell’Università di Parigi; la prima edizione in traduzione italiana è del 1961), pp. 124-125.
Sui fatti del 4 giugno 1944, vedi su questo stesso sito l'articolo 4 giugno 1944, Roma è salva: il senso della neutralità di Pio XII .
(Gli scritti 12/12/2008)



A Roma [...] accanto all’attività del CLN e dei partigiani, c’è anche [...] l’organizzazione puramente militare dipendente dal governo Badoglio. Il governo del Sud non intende lasciarsi scavalcare dai CLN, e le opposizioni infatti non mancheranno; alla fine un rappresentante del governo Badoglio, il generale Bencivenga, avrà l’incarico del comando di Roma al momento della liberazione; e Bencivenga non vuol essere tutelato dal CLN.

Ma a Roma entra in giuoco soprattutto un’altra forza: la Santa Sede. All’indomani della liberazione di Roma, la popolazione della capitale si precipita in piazza San Pietro per acclamare il Santo Padre ed esprimergli la sua riconoscenza. Pio XII sarà chiamato «defensor urbis». I romani ringraziano il Santo Padre perché la città non ha subito danni nella lotta fra Alleati e Tedeschi. In effetti il clero romano e il Vaticano svolgono durante questi mesi un’azione importante: approvvigionamento, soccorsi alla popolazione, ecc. Numerosi uomini politici perseguitati dai Tedeschi vengono salvati e trovano rifugio nelle antiche chiese e abbazie. San Paolo fuori le Mura, San Giovanni in Laterano, monasteri, ecc., divengono l’ultimo rifugio dei ricercati dal nemico.

Sempre mi torna alla mente, quando penso a quei giorni a noi così vicini, ciò che accadde nel V secolo, allorché le orde germaniche si riversarono nell’impero romano. L’anno 410 dopo Cristo, per la prima volta dopo sette secoli, Roma veniva presa d’assalto e saccheggiata dai Visigoti. La regina del mondo era caduta; e Sant’Agostino dice: il barbaro invasore arrestò la sua furia davanti alle basiliche; non osarono, quei barbari, penetrare nei luoghi consacrati dal Cristo, e la popolazione fu salva. Fu quella, quindici secoli fa, l’origine del potere e della forza politica della Chiesa romana. Presentandosi come i difensori della popolazione abbandonata dall’autorità imperiale romana, i papi gettarono le basi, nel corso del V secolo, del potere e dell’influenza politica della Chiesa di Roma.

Anche durante il periodo dell’occupazione tedesca, la Chiesa splende su Roma, in modo non molto diverso da come era accaduto nel V secolo. Roma si trova, da un giorno all’altro, senza governo; la monarchia è fuggita, il governo pure, e la popolazione volge il suo sguardo a San Pietro. Viene meno un’autorità, ma a Roma – città unica sotto questo aspetto – ne esiste un’altra: e quale autorità! Ciò significa che, benché a Roma vi sia il comitato e l’organizzazione militare del CLN, per la popolazione è di gran lunga più importante e acquista un rilievo ogni giorno maggiore l’azione del papato. Anche qui, in altri termini, la resistenza guidata dal CLN e l’azione dei partiti trovano un limite formidabile nella situazione generale.