Derrickson, mago hollywoodiano dell’horror: «Sono “a un libro di Chesterton” dal diventare cattolico». Il regista de “L’esorcismo di Emily Rose” presenta il suo nuovo film raccontando di sé: «Sono protestante, ma quando si tratta del mistero e del male, è la Chiesa cattolica che ha l’artiglieria pesante», di Leone Grotti

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 20 /07 /2014 - 14:15 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo dal sito della rivista Tempi un articolo di Leone Grotti pubblicato il 3/7/2014. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.

Il Centro culturale Gli scritti (20/7/2014)

Il genere horror non significa solo film di serie z, blockbuster e sangue sparso a secchiate un po’ dappertutto per il gusto di distrarsi e spaventarsi. Anzi. Per Scott Derrickson è tutt’altro: «Mi piace l’horror. È il genere perfetto con cui confrontarsi per un cristiano perché prende il mistero che esiste nel mondo molto seriamente». Lo sceneggiatore e regista americano che ha diretto, tra gli altri, L’esorcismo di Emily Rose, di recente ingaggiato dalla Marvel per realizzare il film sul super-eroe Dottor Strange, ha rilasciato una lunga intervista al National Catholic Register in occasione dell’uscita del suo ultimo lavoro: Liberaci dal male.

«FARE I CONTI CON IL MALE». «Ci sono molte voci che ci dicono oggi che il mondo può essere interamente spiegato se ridotto al consumismo o alla materia, secondo la scienza», afferma. «Anche le religioni lo riducono a tante teorie in grado di spiegare ogni cosa. Io penso invece che il cinema serva a ricordarci che noi non abbiamo il controllo e non possiamo comprendere tutto». Per Derrickson il genere horror può essere molto più utile di quanto si pensi: «Non aggiunge qualcosa di malvagio nel mondo ma riguarda il suo riconoscimento. Noi infatti non abbiamo bisogno di ancora più malvagità nel mondo ma abbiamo molto bisogno di fare i conti con il male».

«L’ARTIGLIERIA PESANTE». Per il regista il male estremo e pauroso, sempre presente nei suoi film, anche fino al parossismo, serve per mettere in luce «i cavalieri che possono sconfiggerlo». E quando compaiono elementi soprannaturali nei suoi lavori c’è sempre di mezzo la Chiesa cattolica, perché «quando si tratta di sconfiggere vampiri o fare esorcismi, è la Chiesa cattolica che ha l’artiglieria pesante». «Io non sono cattolico – precisa Derrickson – ma, come dice un mio amico, “sono a un libro di Chesterton dall’attraversare il Tevere”. Chesterton è il mio scrittore preferito e sono un appassionato di molti scrittori mistici cattolici. Credo che diventerei cattolico se non fossi un genitore: la mia tradizione è così protestante, non saprei come crescere mio figlio da cattolico. Non so come cominciare a questo punto della mia vita. Magari lo farò, ci sono così tante cose del cattolicesimo che sono diventate importanti per la mia vita».

«CUSTODE DEL MISTERO». Derrickson ha scoperto «l’artiglieria pesante» della Chiesa grazie a due libri, che influiscono in modo determinante sulla sua concezione della vita e dell’arte: Ortodossia di Chesterton e Nel territorio del diavolo di Flannery O’Connor, «la mia scrittrice americana preferita». «Lei dice a proposito del cattolicesimo: è l’unica istituzione rimasta nel mondo a proteggere il mistero. Io penso che questo sia vero. E penso che sia questo ruolo che ha nel mondo ad essere alla base della mia passione per la Chiesa».

«L’ESORCISTA MIGLIOR FILM». Per Derrickson il miglior film horror «che sia mai stato fatto è L’esorcista» e non è importante che il pubblico creda davvero nel soprannaturale o in Dio per apprezzarlo: «Se fai bene un film, non chiedi al pubblico di essere d’accordo con il tuo punto di vista. Se lo fai bene, chiedi al pubblico di accettare il punto di vista di un personaggio. Non cerco mai di inculcare il modo in cui capisco il mondo». Nei suoi film, tuttavia, compare sempre qualche prete o pastore protestante: «Sono i personaggi più stereotipati nei film e in tv, non perché esista un’agenda antireligiosa, come credono i conservatori, ma perché a Hollywood la maggior parte dei produttori non ne ha mai incontrato uno. Per quanto mi riguarda, le persone più intelligenti e decenti che abbia mai incontrato sono preti e pastori e sono interessato a rappresentarli perché ne ho conosciuti tanti».

«UN VERO SANTO». Anche il suo ultimo film appena uscito in America parla di esorcismo. Il protagonista è un poliziotto, affiancato ancora una volta da un prete, un uomo che ha commesso molti errori nella sua vita ma che «dà la vita per gli altri in modo autentico». Questo è «il tipo di preti che ho conosciuto», dei veri santi: «Il santo infatti non è un esempio morale ma un uomo che dà la vita».