La storia cristiana della Scozia (dal sito dello Scottish Catholic Media Office)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 28 /09 /2014 - 17:02 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo dal sito dello Scottish Catholic Media Office (http://www.scmo.org/) un articolo che propone una breve sintesi della storia della Chiesa cattolica nel paese. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.

Il Centro culturale Gli scritti (28/9/2014)

Il primo missionario cristiano della Scozia, San Ninian, fondò una prima base cristiana sulla sponda nord del Solway Firth, che separa l'ovest dell’Inghilterra dalla Scozia. La data di questo insediamento non è accettata da tutti gli studiosi, tuttavia è spesso fissata al 397, anno della morte di San Martino di Tours, santo al quale questo insediamento è particolarmente legato.  Il legame deriva dal fatto che Ninian - ricevuta la sua educazione a Roma - trascorse un po’ di tempo con Martino a Tours nel viaggio di ritorno in quella che allora era chiamata “la Bretagna del Nord”.

Il confine settentrionale dell'impero romano era delineato da un muro costruito da Adriano (122 dC), anche se i Romani avevano esteso la loro influenza al di là di questo muro e (circa nel 142 dC) avevano poi costruito il Muro Antonino, in onore dell'imperatore Antonino Pio.

Questo secondo “muro” era invece una linea difensiva formata da una serie di terrazzamenti.  Sul lato nord di questa linea c’era un fossato - il "muro" - che recentemente è stato dichiarato monumento di importanza internazionale.  E situato un po’ al nord del cuore industriale della Scozia – al sud c’è Glasgow, (ad ovest) e Edimburgo (a est). Glasgow è una città nata sul fiume Clyde e Edimburgo sul Forth.

È probabile che Ninian visse in un paese ancora sotto forte influenza romana, anche se i soldati romani furono richiamati dalla Gran Bretagna nel 410 dC per difendere la città di Roma ed i suoi dintorni, nel periodo delle invasioni barbariche.

Il nome dell’insediamento di Ninian a Whithorn nel sud-ovest della Scozia fu Candida Casa e questo perchè in un paese che non aveva grande esperienza di edifici in pietra, questa chiesa spiccava in modo notevole.  Il nome Whithorn, famoso nel Medioevo come meta di pellegrinaggi al santuario di San Ninian, è una corruzione della traduzione di Candida Casa.

Le numerose chiese dedicate a Ninian nel sud del paese dimostrano il successo della missione del santo. La conversione dei Pitti e di altre tribù del nordovest della Scozia e delle isole, è attribuita a San Columba che giunse nell’isola di Iona dall’Irlanda nel 563 dC, morendo a Iona in 597 dC, lo stesso anno in cui Papa Gregorio Magno inviò Agostino ed i suoi monaci in Inghilterra. Il nome stesso di Inghilterra - non più Bretagna - sottolinea il fatto che dopo l'uscita delle armate romane, il paese fu esposto ad invasioni di popoli germanici, sassoni, danesi e angli.

Questi due movimenti missionari, uno che si estendeva dal sud (San Ninian) e l'altro dal nord ovest (San Columba), seguirono tradizioni diverse, la più famosa riguardava la data della Pasqua.  L'accordo di accettare la tradizione romana al Sinodo di Whitby nel 664 dC, conferma storicamente che la Chiesa in queste isole deve la sua fedeltà soprattutto alla Sede di Pietro.

Le invasioni normanne dal nord sono attestate dalla distruzione di molti luoghi di culto cristiano. Forse la più famosa di queste devastazioni fu l’attacco al monastero di Lindisfarne sull’Isola Santa, al nord-est dell’Inghilterra, una fondazione collegata con San Aidan e San Cuthbert, nel 793 dC.

Ironia del destino è il fatto che, nei secoli seguenti, i normanni diedero un significativo contributo alla crescita del cristianesimo in Gran Bretagna. Quelle stirpi vichinghe, infatti, avevano navigato fino a Normandia, (come il nome stesso di quella parte della Francia indica), e successivamente penetrarono nel Mediterraneo stesso, istituendo lì un regno in Sicilia. Dalla Normandia nel 1066 sbarcarono in Gran Bretagna ed estesero la loro influenza in tutta l'Inghilterra e nel sud della Scozia, creando un nuovo ordine sociale e giuridico.  Si mostrarono potenti sovrani, e si misero a costruire grandi abbazie e cattedrali di cui forse l'esempio più significativo in Gran Bretagna è la Durham Cathedral nel Northumberland.  Più modesta invece, è la cattedrale di Kirkwall nelle isole Orcadi, una delle due Cattedrali che sopravvissero intatte al tempo della Riforma.

Sviluppo e consolidamento

Nei secoli prima della riforma protestante, c'era stata un rinascimento all'interno della Chiesa in Scozia, specialmente nell’11°, 12° e 13° secolo con la riforma delle diocesi, sotto il re David I, figlio di Santa Margherita di Scozia, che aveva legami di sangue con la casa regnante del Wessex (di cui Edoardo il Confessore fu il re più famoso), e con la Casa Reale di Ungheria. Santa Margherita aveva introdotto dei cambiamenti nella disciplina ecclesiastica e nella legge civile, innovazioni che contribuirono notevolmente alla rilevanza della corona scozzese e al suo dominio graduale su tutto quello che ora è il territorio della Scozia e delle sue isole.

Quest’obiettivo non venne raggiunto, tuttavia, senza anni di lotta a seguito della morte accidentale di Alessandro III di Scozia nel 1286: il re inglese Edoardo I fu invitato ad arbitrare sulla successione al trono, approfittando della situazione per sottomettere il Paese al suo dominio.

La Chiesa svolse un ruolo importante nelle guerre d'indipendenza, con Robert the Bruce, campione della Scozia, ottenendo il sostegno del vescovo Wishart di Glasgow mentre il popolo scozzese chiese il sostegno morale del Papato nella famosa Dichiarazione di Arbroath (nome che deriva dall’abbazia dove la Dichiarazione fu scritta nel 1320).

È una delle grandi espressioni della volontà di un popolo: alcuni storici la considerano uguale in importanza alla Dichiarazione di Indipendenza Americana e alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo sotto questo riguardo.

Meritano di essere citati alcuni brani: "Le qualità elevate di questo popolo, anche se non fossero visibili in altri momenti, sono da riconoscere da questo fatto: che il Re dei Re e Signore dei Signori, il nostro Signore Gesù Cristo, dopo la sua passione e risurrezione, chiamò questo popolo, anche se stabilito nelle parti più estreme della terra, ad essere tra i primi a ricevere il dono della santissima fede. Né volle che fossero confermati in quella fede, da altro che il primo dei suoi apostoli - secondo o terzo in grado - il più gentile sant'Andrea, del beato Pietro il fratello, desiderando tenerli sotto la sua protezione come loro patrono per sempre".

Questa affermazione di Sant’Andrea come Patrono della Scozia risulta del fatto che una reliquia del santo, dopo essere stata trovata sulla costa orientale di Fife, fu custodita in Scozia nel paese che successivamente sarebbe stato chiamato St Andrews e che divenne nel tempo un centro ecclesiastico (oggi St Andrews a Fife è famoso come centro mondiale di golf!).

Inoltre, la dichiarazione continua: "Beatissimo Padre, come i vostri predecessori hanno dato ascolto attento a queste cose e hanno concesso molte grazie e numerosi privilegi a questo Regno e a questo popolo come il gregge particolare del fratello del Beato Pietro, così la nostra nazione sotto la protezione dei santi ha vissuto in libertà e pace fino al momento in cui quel principe potente, il re degli inglesi, Edward ... venne, sotto la maschera di amico e alleato, per colpire loro come un nemico... Finché saranno vivi 100 di noi, non ci sottoporremo mai, in nessun modo, al dominio inglese. In verità, non è per la gloria, né per le ricchezze, né per gli onori che stiamo combattendo, ma per la libertà – solo questo, un valore che nessun uomo onesto cede, se non con la vita stessa".

I firmatari della Dichiarazione si rivolsero poi direttamente al Papa: "Così è, Reverendissimo Padre e Signore, che noi preghiamo la Vostra Santità con la nostra preghiera e con i nostri cuori supplicanti, perchè nella sincerità e bontà vostra, voi consideriate tutto questo, poiché con Lui di cui Voi siete vicario sulla terra, non c'è distinzione tra Ebreo e Greco, tra Scozzese o Inglese, Voi guarderete con gli occhi di padre sui guai e sulle privazioni che affliggono noi e la santa Chiesa di Dio in seguito alle azioni degli Inglesi”.

Così scrissero poi in conclusione: "Noi siamo ora, e saremo sempre, secondo il nostro dovere, pronti a compiere la Vostra sacra volontà in tutte le cose, come figli obbedienti di Voi, il vicario di Cristo sulla terra; è in Lui, re e giudice universale, che confidiamo ai suoi piedi, e fiduciosi che Egli ci ispirerà con coraggio perché i nostri nemici non prevalgano."

Nello stesso periodo, le diocesi della Scozia, sulle quali l’arcidiocesi di York (Inghilterra) voleva esercitare una giurisdizione provinciale, invocarono la protezione della Santa Sede e vennero rese direttamente soggette ad essa.  Prima l'Arcidiocesi di Glasgow nel 1175 dC e poi tutto il territorio della Scozia ricevettero il titolo di "Specialis Filia Romanae Ecclesiae", un nome che è ancora fonte di particolare orgoglio per i cattolici del paese. Nel 1472 la diocesi di St Andrews divenne sede metropolitana e 20 anni dopo, nel 1492, a Glasgow fu dato lo stesso onore.

Gli Scozzesi sotto Bruce ebbero una famosa vittoria nella battaglia di Bannockburn nel 1314, e per un paio di secoli la Chiesa si estese all'interno del paese, con diocesi erette per tutto il territorio nazionale e con molte case religiose stabilite, soprattutto nelle ricche terre delle zone di frontiera. Le rovine di queste abbazie sono ancora visibili oggi nel sud del paese  (è bello ricordare che un’abbazia medievale nel Morayshire, chiamata l'Abbazia di Pluscarden, fu ristabilita nel 1948, come fondazione benedettina).

Nel tardo periodo medievale, le tre antiche Università della Scozia vennero fondate per iniziativa dei vescovi locali con sostegno reale. Dopo aver fatto richiesta presso la Santa Sede, ebbero dai Papi bolle di fondazione, vale a dire St Andrews nel 1411, Glasgow nel 1451, e Aberdeen nel 1495.  Queste università sono tuttora consapevoli della loro fondazione papale e hanno invitato illustri membri della Curia Romana ad essere presenti e a ricevere lauree honoris causa in riconoscimento delle loro fondazioni (vale la pena notare che, mentre l'Inghilterra aveva due università prestigiose cioè Oxford e Cambridge, nello stesso tempo la Scozia ne aveva tre!).

La Rottura e la Riforma

Già all’inizio del ‘500, era evidente che la Chiesa aveva bisogno di riforme interne.  Le nomine dei vescovi, anche se ufficialmente fatte dalla Santa Sede, erano in realtà decise della corona e fornivano benefici per i figli bastardi della famiglia reale e per i sostenitori della monarchia, come del resto avveniva per le grandi abbazie e per le case religiose.

Questo significò che quando le idee protestanti si infiltrarono nel Paese dal continente europeo, in Scozia per l'influenza di John Calvin e di John Knox, l'autorità della Chiesa non fu sufficiente, né l'impegno dei vescovi fu abbastanza forte - finché non fu troppo tardi - per garantire una riforma interna. Paradossalmente il parlamento della riforma protestante del 1560 fu contemporaneo agli anni conclusiva del Concilio di Trento.

Il cosiddetto "Reformation Parliament" nel 1560 in assenza della regina cattolica, (Mary Stewart – Maria Stuarda) e in gran parte dei suoi membri ecclesiastici, proibì la celebrazione della Santa Messa sotto pena di esilio, o se la persona veniva sorpresa una seconda volta a celebrare la Messa, sotto pena di morte; fu vietato anche il ricorso alla Santa Sede sotto minacce simili di punizione e fu approvata una nuova professione di fede, redatto da John Knox, il riformatore scozzese, insieme a cinque dei suoi seguaci.

Questo Parlamento non ricevette l'assenso reale, ma quando Mary Stewart rientrò nella Scozia l'anno successivo, ormai vedova dopo la morte del suo marito re Francesco II di Francia, non riuscì ad imporre la sua volontà. La nobiltà era diventata troppo potente fino al punto di poter arrestare la regina. Accusandola di crimini che non vennero mai stati dimostrati, la costrinse ad abdicare in favore del figlio.

Suo figlio successivamente divenne Giacomo I d'Inghilterra (anche conosciuto come Giacomo VI di Scozia), dopo la morte di Elisabetta I d'Inghilterra di cui era l'erede naturale dopo l'esecuzione di sua madre, Maria Stuarda, su ordine di Elizabeth nel 1603.

In quel momento le corone d’Inghilterra e della Scozia furono unite e fu creato il Regno Unito. Fu solo nel 1707 però che i parlamenti delle due nazioni furono uniti.  La Scozia ha mantenuto il proprio sistema giuridico e una chiesa indipendente prima anglicana e poi presbiteriana fino al trionfo di quest'ultima alla fine del 17° secolo.

Un atto costituzionale – "Act of Settlement" – fu approvato dal parlamento ponendo il divieto che un cattolico possa accedere al trono, divieto che si estendeva anche a chi volesse sposare un cattolico.  Questa legge è ancora in vigore, anche se negli ultimi anni il governo ha dimostrato una certa disponibilità a riconsiderare l’Atto e l’ingiustizia che rappresenta.  Si tratta di una fonte di irritazione per i cattolici di oggi.

Maria, Regina degli Scozzesi, salì al trono con l'intenzione di permettere ciò che noi definiamo, oggi, libertà di culto. Gli storici sostengono che la Scozia sia l'unico paese nel quale il principio cuius regio eius religio non si applicava; anzi Maria Regina di Scozia ribadì la sua fede cattolica e morì per la sua fedeltà alla fede cattolica, su ordine della cugina Elisabetta I.

Un solo vescovo di quel periodo rimase completamente in comunione con la chiesa cattolica: James Beaton, Arcivescovo di Glasgow, che fuggì a Parigi, dove morì, dopo aver svolto il ruolo di Ambasciatore presso la corte di Francia, nel 1603.  Lasciò la sua eredità, tra cui una grande massa di documenti importanti, al Collegio Scozzese a Parigi, di cui è considerato il secondo fondatore.

Quel collegio sopravvisse fino alla rivoluzione francese, educando un piccolo numero di sacerdoti per la missione scozzese.  Nel frattempo, i gesuiti avevano fondato un collegio a Douai in Francia, mentre il monastero scozzese a Ratisbona in Germania divenne un rifugio per i religiosi che volevano restare fedeli alla chiesa e ai loro voti.

Clemente VIII nel 1600 fondò il Pontificio Collegio Scozzese a Roma (ancora oggi in funzione).  The Royal Scots College di Madrid fu fondato nel 1627, e nel 1771 traslocò a Valladolid, e oggi è situato a Salamanca (anche se oggi è utilizzato in parte dal clero e in parte da laici per convegni).

A differenza della prassi in Inghilterra, in Scozia le autorità non furono disposte a condannare a morte i sacerdoti, e solo uno, un gesuita scozzese, un convertito alla Chiesa cattolica, Giovanni Ogilvie, fu impiccato in pubblico a Glasgow Cross nel 1615, dopo essere stato arrestato per avere celebrato la messa.  Fu condannato per il suo rifiuto di riconoscere Giacomo I e VI, figlio di Maria Stuarda, come capo della Chiesa.  Fu canonizzato da Papa Paolo VI nel 1976.

Tuttavia, con il divieto della Messa e il nuovo ordine imposto, la Chiesa cattolica praticamente sparì in gran parte della Scozia. Si trovavano piccoli centri di fede solo nei luoghi più remoti degli altipiani, nel nord est della Scozia e nelle isole, dove sia la lontananza, sia la protezione dei nobili garantivano una relativa sicurezza.

Era proprio lì nelle highlands che vennero fondati i primi seminari dopo la riforma protestante, offrendo una formazione per ragazzi che poi si sarebbero trasferiti in Europa continentale per continuare con gli studi. Il più famoso di questi “seminari nascosti” era a Scalan nella Alta Banffshire.  Da questa fondazione nacque il Blairs College ad Aberdeen, il seminario minore che, anche se non svolge più quel ruolo, continua ad avere un ruolo nella vita della chiesa in Scozia come museo che illustra il “Survival and Revival of the Catholic Church in Scotland”.

Rinascita e Ripresa

La rinascita fu, in gran parte, frutto della rivoluzione industriale, di cui la Scozia è stato uno dei primi beneficiari.  Verso la fine del 700, il governo britannico, naturalmente in tensione a causa della rivoluzione francese, volle pacificare il paese offrendo più diritti umani al popolo cattolico.  Per questo motivo venne emanato il Catholic Relief Act e poi nel 1829 il ripristino di tutti i diritti civili  dei cattolici di tutta la Gran Bretagna e l'Irlanda con l'Atto di Emancipazione Cattolica (Catholic Emancipation Act).

I cattolici in Scozia vollero approfittare delle nuove possibilità di lavoro offerte nella zona industrializzata di Glasgow.  Poi ci fu la grande immigrazione irlandese in seguito alla terribile carestia irlandese degli anni tra il 1845 e il 1852.  A Edimburgo e Glasgow alcune chiese furono costruite, quella di Edimburgo nel 1812 e due anni dopo quella di Glasgow.  Tutti e due furono successivamente designate Cattedrali dopo il restauro della gerarchia cattolica da parte di Papa Leone XIII, con il suo primo decreto pontificio, nel 1878.

Dal 1727 fino al 1878, vicari apostolici furono responsabili nel governo ecclesiastico della Scozia, divisa prima in due e poi in tre regioni ecclesiastiche (prima il territorio era diviso tra Highlands e Lowlands e successivamente tra Nord, Est e Ovest).  C'erano tensioni, invece, nell’ovest della Scozia, a causa delle origini diverse degli immigrati cattolici (Scozzesi del nord e irlandesi immigrati).  Per risolvere il problema la Santa Sede nominò un Inglese, l'Arcivescovo Charles Eyre, di una famiglia aristocratica della Northumberland, prima vicario apostolico e poi arcivescovo di Glasgow.

Allo stesso tempo, nel 1878, Leone XIII ristabilì la sede antica di St Andrews, con l'aggiunta del titolo di Edimburgo, e quattro sedi medievali vennero ricostituite, cioè Aberdeen, Dunkeld, Argyll e le Isole e Galloway.  Nel 1947 l'Arcidiocesi di Glasgow, che era arcidiocesi senza provincia e che conteneva circa la metà dei cattolici del paese, fu divisa in tre con la creazione delle diocesi di Motherwell e Paisley da parte di Papa Pio XII.

Alla fine del 800 la nuova gerarchia dovette affrontare enormi problemi sociali a causa della povertà del popolo specialmente nelle città della rivoluzione industriale.  Le persone, che vivevano insieme in abitazioni inadeguate, furono costrette a lavorare nelle fabbriche e nelle miniere, con gravi problemi di salute.  L'educazione dei loro figli fu una preoccupazione particolare per la Chiesa e fu in gran parte affidata a congregazioni religiose, come i Maristi, le Suore Francescane dell'Immacolata Concezione (una congregazione nata a Glasgow), la Società di Gesù, mentre per l’assistenza agli anziani e gli orfani c’erano le Povere Suore di Nazaret, e le Piccole Suore dei Poveri.

Un esempio di come cambiò drammaticamente la situazione della Chiesa è il fatto che, alla fine del 18° secolo, c'erano appena una decina di cattolici cittadini di Glasgow.  Poco prima della divisione della diocesi nel 1947-48 (cioè 150 anni dopo) l'Arcidiocesi di Glasgow aveva più di mezzo milione di cattolici nel suo territorio.

Le scuole cattoliche in Scozia nacquero da un accordo storico firmato tra la gerarchia scozzese e lo Scottish Office del governo britannico, nel 1918, che garantì il finanziamento delle scuole a servizio della comunità cattolica, e il diritto del vescovo locale di approvare o no ogni insegnante in materia di fede e di vita cristiana.

Questo accordo continua anche oggi e così circa 400 istituzioni sono mantenute dallo Stato come scuole cattoliche con garanzie per l’educazione religiosa e il mantenimento del carattere cattolico.

La chiesa cattolica in Scozia oggi

I dati più recenti indicano che la popolazione cattolica della Scozia è attualmente di circa 750.000 persone su una popolazione di poco più di cinque milioni di persone.

La maggioranza è di origini irlandesi, poi ci sono alcuni con origini nel nord della Scozia e poi i diversi gruppi nazionali – italiani, polacchi, ecc.  Negli ultimi anni, alcuni cattolici sono arrivati, immigrati dalle ex colonie britanniche, e, più recentemente, gruppi di cattolici di rito siro-malabarese si sono stabiliti qui. Una pastorale particolare è stata sviluppata per queste nuove comunità cattoliche.

I dati più recenti rivelano che ci sono 740 sacerdoti nel paese, 54 diaconi permanenti, 33 studenti in seminari maggiori e 452 parrocchie.  Ci sono 516 suore e 52 fratelli religiosi.

La proporzione dei praticanti (presenza settimanale alla Santa Messa) è intorno al 30%, anche se dipende da regione a regione.  È più debole nelle zone di estrema povertà sociale.

La stragrande maggioranza della popolazione cattolica vive nella fascia centrale della Scozia. L'arcidiocesi di Glasgow e l’arcidiocesi di St Andrews ed Edimburgo costituiscono quasi la metà della popolazione totale.