Il testo integrale delle relazioni di don Pirro Scavizzi, cappellano militare sul fronte russo, che informarono Pio XII non solo dello sterminio degli ebrei, ma anche dello sterminio dei polacchi cattolici che si andava preparando. Vietate erano le comunicazioni fra il Vaticano ed i vescovi e sacerdoti polacchi

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 18 /01 /2015 - 14:24 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito da Michele Manzo, Don Pirro Scavizzi, Piemme, Casale Monferrato, 1997, pp. 205-247, l testo delle quattro relazioni scritte da don Pirro Scavizzi per Pio XII, unitamente ad una nostra scheda sul volume. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.

Il Centro culturale Gli scritti (18/1/2015)

I nazisti distruggono a Cracovia il monumento a Adam Mickiewicz

1/ Scheda del volume Michele Manzo, Don Pirro Scavizzi. Prete romano, Piemme, Casale Monferrato, 1997, preparata per la mostra on-line Voci dalla Shoah, su www.gliscritti.it), a cura di Andrea Lonardo

Il volume è la biografia del sacerdote romano don Pirro Scavizzi di cui è in corso il processo di beatificazione. Durante la seconda guerra mondiale fu cappellano militare. L'esperienza che modificò radicalmente la sua percezione delle ragioni della guerra sono dovute ai quattro viaggi che fece sul treno organizzato dall'Ordine dei Cavalieri di Malta, per venire in aiuto ai soldati italiani impegnati sul fronte russo.

Il primo viaggio si svolge tra il 17 ottobre ed il 15 novembre del 1941, fino a Dnepropetrovsk, in Ucraina, ove si trovano le truppe italiane.
Il secondo, per Jassiowataja, va dal 12 gennaio al 20 febbraio del 1942.
Il terzo viaggio fino a Cracovia, si svolge dall'8 aprile al 3 maggio del '42.
Il quarto, sempre per Dnepropetrowsk, va dal 29 giugno al 23 luglio.
Il quinto per Nipropetrowsk, dal 16 settembre all'11 ottobre.
Il sesto ed ultimo, per Debalzewo, dal 4 al 28 novembre del 1942.
Con l'inizio della disfatta italo-tedesca sul fronte russo terminano anche i viaggi di don Pirro lungo tutto l'asse orientale europeo.

Nei suoi diari si passa da una concezione favorevole alle forze dell'Asse, dovuta a ciò che la propaganda rendeva noto in Italia, ad un totale sconcerto.

Prima di tale esperienza, durante il primo anno di servizio sul treno, egli manifesta una visione ancora idealistica della guerra, considerata come “la lotta fra il bene e il male; fra le ideologie di fede e di giustizia e quelle di apostasia e di oppressione”. A combattere sono i “nostri prodi” che “danno il proprio sangue”, mentre gli avversari non sono altro che “le forze dell'inferno”. La “vittoria delle armi” deve coincidere con la “vittoria di Cristo”.

Al termine del primo viaggio redasse per Pio XII una memoria per informarlo sulla spaventosa situazione. Divenne subito cosciente che non era possibile alcuna comunicazione ufficiale fra la Santa Sede ed i paesi occupati dai nazisti.

L'arcivescovo Sapieha, di Cracovia... asserisce che gli è impossibile comunicare liberamente con Roma ché tutto è minutamente controllato e non gli è possibile comunicare liberamente nemmeno col Nunzio di Berlino.

Il regime nazista è ferocemente antipolacco ed impedisce ogni rapporto di Roma con il clero polacco.

Ai soldati del Reich è severamente proibito andare con Sacerdoti per le vie, o accedere a sacerdoti polacchi per le confessioni.

Soprattutto Scavizzi è testimone dell’avversione programmatica delle SS alla Chiesa Cattolica e a qualsiasi rispetto della vita.

I membri delle formazioni “SS”, secondo quanto mi è stato riferito da ufficiali tedeschi, debbono fare dichiarazione di non praticare nessun culto per essere fedeli esclusivamente alla religione dello Stato. A costoro sono riservate le esecuzioni individuali o in massa contro gli ebrei, contro i polacchi o contro chiunque essi giudichino pericoloso all'integrità del Reich... I loro atti (anche le “eliminazioni”) sono incontrollati e incontrollabili e incensurabili da chiunque.

Gli appare subito evidente che la decisione nazista è quella di concludere in breve tempo lo sterminio della popolazione ebraica. In particolare viene ripetutamente a conoscenza delle fucilazioni di massa operate dagli “EinsatzKommando”.

Oltre i confini dell'Italia, nei Paesi del Reich o alleati del Reich od occupati, la questione ebraica è di una gravità eccezionale... A Cracovia, a Leopoli e nelle principali città della Polonia sono stati relegato in un ghetto dove evidentemente regna il sudiciume e lo squallore... La mancanza del bracciale o della tessera di riconoscimento, o il trovarli in giro fuori orario, può determinare l'immediata uccisione... E' evidente, nell'intenzione del Governo occupante, di eliminare il più che sia possibile gli ebrei uccidendoli secondo i vari sistemi di cui il più frequente e il più conosciuto è quello del mitragliamento di massa. Per queste esecuzioni gruppi di famiglie ebraiche (uomini, donne e bambini anche lattanti) sono deportati a qualche chilometro dalla città, vicino a trinceroni della guerra oppure in luoghi dove precedentemente sono state fatte scavare delle enormi fosse costringendo a questo lavoro gli uomini stessi ebraici... Il numero delle uccisioni di ebrei si fa ascendere fino ad ora a circa un milione.

Non vi è alcun dubbio sullo stato delle cose.

Il volto di questa guerra è immensamente più spaventoso che quello della cosiddetta guerra mondiale 1915-1918 alla quale anch'io presi parte come Cappellano Militare.

Al ritorno viene segretamente ricevuto dal Santo Padre.

Scavizzi... viene ricevuto riservatamente da Pio XII. Non esiste alcun riscontro ufficiale dell'incontro... Lo stesso don Pirro dichiara, in un articolo scritto nel maggio 1964: ... “Mi recai dal Santo Padre Pio XII senza alcun preliminare di udienza, ma segretamente per riferirgli tutto. Lo vidi piangere come un fanciullo, e pregare come un santo”.

Nella memoria a conclusione del secondo viaggio precisa la descrizione dello stato miserevole del clero polacco. Si accentua la consapevolezza che è decisione dei nazisti di distruggere la presenza cattolica in Polonia, perché fonte di ostacolo alla germanizzazione del paese e alle orrende iniziative di sterminio. In effetti è ormai chiaro agli storici che il nazismo intendeva uccidere due terzi della popolazione polacca – il razzismo valeva anche contro le popolazioni slave - e conservare la vita solo al terzo che avrebbe utilizzato come servitù. Ogni tipo di studio era vietato nella Polonia nazista, tranne gli studi tecnici. Il Terzo Reich andava via via chiudendo tutti i seminari ed i noviziati per far sparire nel futuro ogni presenza del clero.

Mi disse l'Arcivescovo di Cracovia che il numero dei sacerdoti e Religiosi finora imprigionati o uccisi in Polonia, ascende circa a 3000, sempre con pretesti di carattere politico e antinazista.

E' sempre più chiara la “soluzione finale”.

Le condizioni degli ebrei nella Germania, nella Polonia e nell'Ucraina, è sempre più tragica. La parola d'ordine è: “Sterminarli senza pietà”. Gli eccidi in massa si moltiplicano ovunque. I diritti all'esistenza sono ormai ridotti ai minimi termini per loro...
In Ucraina lo sterminio degli ebrei è ormai quasi terminato. Ho potuto notare che questi disgraziati ebrei, anche di condizione civile, anche ragazzi e fanciulli, hanno un aspetto quasi di alterezza quando sono costretti ai lavori più gravi o sospinti verso al morte.

Al ritorno a Roma ha un secondo colloquio col Papa. Lo descrive molti anni dopo.

Scavizzi... a distanza di poco più di vent'anni... descrive uno dei due colloqui avuti con Pio XII, probabilmente il secondo, avvenuto durante il mese di marzo del 1942, nella sosta tra il secondo e il terzo viaggio. Al racconto delle atrocità commesse dai nazisti il papa confessa di aver più volte pensato ad un atto ufficiale di scomunica ma di essersi dovuto ricredere di fronte all'argomentazione che “una mia protesta, non solo non avrebbe giovato a nessuno, ma avrebbe suscitato le ire più feroci contro gli Ebrei e moltiplicato gli atti di crudeltà”.

La descrizione del terzo viaggio si precisa di particolari che mostrano come il nazismo proceda nell'opera di distruzione delle forze di resistenza della Chiesa Cattolica in Austria.

Il clero è sospettato e molti sono deportati e imprigionati per pretesti politici. Le relazioni col Nunzio sono praticamente impossibili. A proposito dell'attuale Nunzio, il cardinale (di Vienna) ne deplorava il silenzio ed esprimeva il giudizio che Egli fosse troppo timoroso e non si interessava di tanto gravi cose...

Ma è soprattutto in Polonia che è evidente la decisione di annientare qualsiasi punto di riferimento, anche attraverso la distruzione della gerarchia cattolica. Scavizzi elenca la situazione di alcune congregazioni religiose:

Gesuiti-A Dachau ne sono imprigionato sessantaquattro dei quali sono morti certamente nove. Il 27 marzo a Wilna ne furono incarcerati altri ventinove, cioè tutto il collegio...

Salesiani-Oltre cinquanta ne sono in prigione ad Auschwitz. Di Cracovia sono quindici e sembra che siano morti e cremati eccetto due.

Addirittura tutti i monasteri di clausura sono pian piano evacuati e le suore portate nei campi di concentramento.

Suore-A Wilna nella notte tra il 25 e il 26 marzo 1942 sono state arrestate tutte le Visitandine, le Carmelitane, le Orsoline del P.Ladochovski, le Figlie della Carità, le quaranta di Nazareth

La presenza dei sacerdoti è stata già quasi completamente distrutta in alcuni luoghi e negli altri lo sarà tra breve.

Altri Sacerdoti-In Posnania, dove erano una quarantina di preti ne è rimasto soltanto uno. Nel campo di Dachau vi sono circa un migliaio di preti di cui oltre settecento polacchi. Nella Slesia Pomerania quasi tutti i sacerdoti sono stati arrestati.

La maggioranza dei preti polacchi è stata deportata. Sono stati concentrati insieme senza poter essere vicini nemmeno ai connazionali deportati.

Fatti edificanti-Nel campo di Dachau ove sono circa mille sacerdoti e religiosi, è concesso ad uno solo di celebrare la Messa. Tutti gli altri tengono in mano una particola ed il celebrante intende di consacrarle tutte; così ciascuno si comunica da sé.

Nelle città in cui manca una presenza episcopale la situazione è ancora più deplorevole,

Il padre domenicano Bornieski, già Rettore Magnifico della Università di Lublino... dice che fu errore che durante la Nunziatura Cortese si lasciassero quattro diocesi senza vescovo, finché è scoppiata la guerra e le diocesi sono orfane ancora.

La memoria del quarto viaggio viene redatta in ritardo. Veniamo a conoscenza che le notizie arrivarono in Vaticano attraverso i pochi cappellani militari, compagni di don Pirro.

Dichiaro che non avevo osato presentare alla santità Vostra questa nuova relazione, perché credevo che lo avessero fatto meglio di me gli altri cappellani Militari, specialmente quelli dei cavalieri di Malta.

Il ritorno dei polacchi nelle case dei ghetti creati dai nazisti indica che il numero degli ebrei è ormai ridotto al lumicino.

Si consente ai polacchi di rifugiarsi nelle case del Ghetto, che giornalmente si vanno spopolando per gli eccidi sistematici degli ebrei. Molti nobili e molti altri delle categorie più abbienti sono stati deportati o uccisi per sospetti politici...

La eliminazione degli ebrei, con le uccisioni di massa, è quasi totalitaria, senza riguardo ai bambini nemmeno se lattanti... I pochi ebrei rimasti appaiono sereni, quasi ostentando orgoglio. Si dice che altre due milioni di ebrei siano stati uccisi.

Non solo gli ebrei sono sterminati, non solo la classe dirigente polacca è annientata, ma anche i soldati russi prigionieri sono sistematicamente uccisi. La teoria razzista nazista non conosce sosta. L'arianizzazione va avanti attraverso l'eliminazione fisica dei cosiddetti “non ariani”, slavi ed ebrei.

Mi ha sorpreso il fatto che fra i feriti tedeschi e italiani non ho quasi mai trovato dei russi feriti; né mi consta che per loro vi siano ospedaletti speciali!

2/ I RELAZIONE A PIO XII, 13.1.1942 [dopo Il primo viaggio che si svolge tra il 17 ottobre ed il 15 novembre del 1941, fino a Dnepropetrovsk, in Ucraina]
(Ass, As, b. Russia 695, prot. 356/42)

Preti e civili polacchi prima dell'esecuzione in Bydgoszcz, Old Market

Beatissimo Padre

per aderire ad un desiderio di Vostra Santità, espressomi da S.E. il Cardinale Maglione, riferisco ciò che io stesso ho notato e che ho sentito narrare da testimoni degni della massima fede, di ciò che riguarda le condizioni attuali della Germania, della Polonia e della Russia occupata dalle truppe dell' Asse.

Germania

Le condizioni religiose della Germania, a quanto mi risulta, dal mio viaggio e dal soggiorno durante le soste del mio treno ospedale, non sono disastrose, benché vi sia evidentemente una diffidenza sistematica delle autorità contro il Clero secolare e regolare e contro il Pontificato Romano.

La libertà religiosa è apparentemente completa; le chiese sono aperte ed il culto vi è normalmente praticato. Sono però difficilissime le relazioni del Clero con i Vescovi, con gli Arcivescovi, con il Nunzio Apostolico e maggiormente con Roma.

I sentimenti del popolo sono in genere religiosi (parlo dei cattolici in modo più diretto e anche dei protestanti per la loro buona fede). Vi è però una corrente antireligiosa che vorrebbe fare a meno di qualunque forma di culto, accentrando tutto in quella che si chiama la religione dello Stato, cioè una specie di statolatria, di cui il centro è il Capo  dello Stato. È una specie di divinizzazione che mi sembra tanto più pericolosa, quanto maggiore è l'entusiasmo che in genere il popolo ha per i successi della nuova Germania nel campo politico e nel campo bellico.

La famiglia è generalmente rispettata, ma si riferiscono da varie parti immoralità gravi nel campo maschile e femminile. Fra queste è notevole, la costrizione che si fa delle giovani più che sedicenni, perché siano addette ai lavori speciali, anche seguendo le truppe per le necessità delle retrovie. Le impiegate ferroviarie vestono costumi maschili, le altre continuano a vestire la divisa femminile.

Molte di queste giovani sono rese madri in conseguenza di una anestesia che rende impossibile conoscere chi le ha violate.

Sistematicamente le giovanette vengono tolte alle famiglie all'età di circa 14 anni e mandate ordinariamente nel lato opposto della nazione, in famiglie designate dai capi nazisti perché debbono apprendere le varie mansioni di contadine, massaie, commercialiste e vice-madri. Le ragazze ordinariamente sono serie, ma non si possono controllare in queste famiglie, tanto più che non vi è un elenco preventivo dei luoghi e delle case scelte per loro, ma tutto è abbandonato all'arbitrio dei capi nazisti e delle cape delle organizzazioni femminili.

I giovani vengono iscritti di ufficio alla Gioventù Hitleriana e fanno esercizi sportivi e bellici per addestrarsi alla vita militare. I più grandi e più forti sono avviati nelle retrovie di guerra per servizi secondari e per la custodia dei prigionieri, verso i quali sono implacabili.

Territori occupati

Czecoslovaccbia

Della Czecoslovacchia non so dire distintamente, perché l'abbiamo attraversata piuttosto rapidamente. È evidente lo sfruttamento al massimo di tutte le energie locali a beneficio della nazione occupante.

Polonia

Impressionante e lacrimevole è lo stato e la condizione della Polonia da quando l'occupazione germanica è divenuta totalitaria. La fame affligge tutto il popolo indistintamente.
I bambini ne soffrono e li ho visti passare intere giornate coi piedi scalzi nell'acqua gelida, in gruppi di fanciulli e fanciulle, accompagnati da qualche donna vecchia, supplicando con voce lamentevole «dare poco pane, morire di fame»!

Il Governatore risiede ordinariamente a Cracovia nella cittadella, ove è anche la cattedrale. Da questo fatto ne proviene il cambiamento della fisionomia della città, nella quale sono nettamente distinti i quartieri abitati dai germanici, da quelli lasciati ai polacchi, oltre a ciò che diremo degli ebrei.  In molti negozi od esercizi pubblici è vietato l'ingresso ai polacchi. Nei treni (nelle poche linee di parte della Polonia in cui è permesso di viaggiare) sono riservati gli scompartimenti ai tedeschi (attualmente anche agli italiani) e lasciati per i polacchi pochi vagoni dove è impossibile che entrino tutti.

L'espropriazione dei quartieri (sia di singole case, sia di interi quartieri) è fatta dai tedeschi in una maniera nettamente vessatoria, perché quando il comando giudica necessario che un quartiere sia requisito, manda qualcuno della milizia "S.S" che ordina a tutti gli inquilini (sani, malati, piccoli o grandi) di sgombrare entro il più breve spazio di tempo, a volte meno di un'ora, portando seco soltanto una valigetta e lasciando dentro oggetti di qualunque genere, di cui non si fa nemmeno l'inventario. Agli espulsi non si assegnano speciali abitazioni, ma devono provvederei per proprio conto e senza retribuzione alcuna. E doveroso dire che ordinariamente i tedeschi occupanti, rispettano gli oggetti che trovano nelle case, benché nessuna garanzia possa assicurare i legittimi proprietari.

È avvenuto così che il quartiere migliore della città, è stato abbandonato dalla popolazione polacca e occupato dalla popolazione tedesca o dai loro simpatizzanti. Questa parte della città è la più pulita, la più elegante e la più curata anche per quello che riguarda l'igiene.

Si ha l'impressione che alla popolazione polacca siano stati tolti gran parte dei diritti civili e che sia mantenuta in una specie di servitù, dipendente unicamente dall'arbitrio degli occupatori.

Mi è stato narrato da un ufficiale tedesco e da persone della Polonia, che si fanno deportazioni in massa della popolazione dello Stato Polacco e si ignora dove questa gente sia concentrata. Le deportazioni includono non soltanto gli uomini, ma anche le donne e i bambini, e si eseguono in un modo che noi italiani giudicheremmo barbaro, perché si immettono i deportati in vagoni ferroviari non soltanto addetti a trasporto di truppe o bestiame, ma anche senza curarsi di ciò che occorre per il vitto e il vestito, tanto che all'arrivo di questi treni si trovano sovente persone assiderate o languenti o anche morte di fame.

Si asserisce che queste popolazioni deportate sono costrette a lavori secondo le necessità giudicate dagli incaricati del governo tedesco, senza tenere conto delle condizioni sociali dei deportati.

L'alimentazione dei polacchi è inferiore all' alimentazione stabilita per i cittadini del Reich o dei paesi alleati, tanto che vi sono tipi diversi di tessere per gli uni e per gli altri, le condizioni della popolazione sono perciò miserevoli per i patimenti dovuti all'insufficiente alimentazione e alle malattie conseguenti.

I negozi sono quasi spogli di tutto e si vedono con tristezza in vendita oggetti usati appartenenti già alle migliori famiglie della Polonia, le quali evidentemente si disfano di questi oggetti, che vengono comprati dai germanici o da altri, per potersi procurare un po' di danaro, onde sopperire alle necessità di compra dell'indispensabile alla vita.

Istruzione

Mi si riferisce dagli stessi polacchi che la cultura stabilita per i cittadini della Polonia deve essere inferiore a quella stabilita per i cittadini del Reich. Per questo l'insegnamento è limitato soltanto alle materie cosiddette professionali, il che dimostra che l'intento della nazione occupante è di indurre la popolazione polacca ad esercitare soltanto delle professioni o dei mestieri, ma non ad essere all'altezza della cultura che possa dirigere il pensiero e che possa affermare la superiorità intellettuale.

A questo proposito mi si riferisce dai Sacerdoti e Religiosi, che anche per il Clero l'insegnamento è limitato alle pure materie professionali con proibizione assoluta di insegnamento scientifico o culturale di altro genere. Così per il clero deve bastare la liturgia, la sacramentaria e la catechesi. Anche i testi al di fuori di queste materie sono stati proibiti.

Poco dopo l'occupazione, furono convocati nell'aula massima, tutti i professori della celebre università di Cracovia, ai quali improvvisamente si intimò l'immediato arresto e furono tutti deportati nell'interno del Reich. Quando furono riportati in Polonia, ne erano morti 14, fra cui il professore della cattedra di teologia dogmatica, e voci concordi asseriscono che alcuni di questi sono stati uccisi con un sistema di "eliminazione" consistente in alcune iniezioni mortifere, di cui la prima ha un effetto stupefacente. Dopo alcuni mesi di deportazione sono stati lasciati liberi con proibizione di qualunque insegnamento, pena il carcere e anche la morte.

Clero

La diffidenza che vi è verso il Clero è massima nella Polonia, perché si attribuisce ad esso la proclamazione della difesa dello stato polacco di fronte a qualunque manomissione, ed in questo senso vi sono gravi sospetti anche contro la Santa Sede, ragione per cui è praticamente impossibile al Clero qualunque comunicazione col Nunzio Apostolico di Berlino tanto più con Roma.

I religiosi non ricevono stampe e riviste, e tanto meno «L'Osservatore Romano», e sono avidi di conoscere qualche notizia di Roma.

È permesso l'uso anche esterno della veste talare, sia per i religiosi che per le religiose, oltre che per i Sacerdoti secolari.

Le chiese sono aperte, molto frequentate e le funzioni sono libere eccetto che nei giorni già festivi e che lo stato ha abolito. Di fatto sono stati aboliti come festivi tutti i giorni non Domeniche, con proibizione di eseguire in quei giorni alcuna cerimonia speciale, compresa la Messa cantata, affinché il popolo si abitui a considerare quei giorni uguali a tutti gli altri. Alcune infrazioni a questo severo decreto, sono state punite con il carcere e con la deportazione o forse peggio per il Rettore della Chiesa; dico forse peggio perché di alcuni deportati non si hanno più notizie.

Ai soldati del Reich è severamente proibito andare con Sacerdoti per le vie, o accedere a Sacerdoti polacchi per le confessioni.

La Chiesa che fu già dei Gesuiti, è riservata al culto per i soldati cattolici del Reich e delle truppe dell'Asse.

L'arcivescovo Sapieha, di Cracovia, è profondamente addolorato delle condizioni dell'episcopato e del clero della Polonia sottoposto a continue vessazioni, rese sempre più  aspre dalla diffidenza, Egli asserisce che gli è impossibile comunicare liberamente con Roma ché tutto è minutamente controllato e non gli è possibile comunicare nemmeno col Nunzio di Berlino. Si controlla attentamente la frequenza di chi va a visitarlo, tanto che lo scrivente, che era stato una volta da lui, fu avvertito riservatamente da altri Sacerdoti, non essere prudente che ripetesse questa visita per non dare sospetti su di sé, ma più ancora sull'Arcivescovo.

I locali dei seminari e di parecchie comunità sono stati requisiti col solito sistema del governo, per le truppe e per gli uffici. Il seminario di Cracovia, ridotto ai minimi termini, è alloggiato dallo stesso Arcivescovo nel palazzo ove hanno lasciato a sua disposizione i locali anche per la sua abitazione e per gli uffici della curia; ma nell'attiguo palazzo dove erano le opere dell' Azione Cattolica, è stato installato un posto di polizia con l'intento evidente di sorvegliare.

La Cattedrale è chiusa, ma è consentito ad un Sacerdote scelto dall'Arcivescovo ed accompagnato da soldati armati del Reich, di celebrarvi la Messa una volta per settimana, senza che alcun fedele possa parteciparvi, perché si teme di qualche attentato alla cittadella, dove sorge la Cattedrale.

I Padri Domenicani hanno accolto nei loro conventi anche alcuni religiosi profughi di Varsavia e di Leopoli.

I Padri Salesiani si sono raccomandati a me, perché possibilmente andasse un Sacerdote salesiano italiano, onde allontanare i sospetti e rendere possibile qualche attività di apostolato nella gioventù, perché qualunque apostolato di questo genere desta sospetti ed è praticamente impedito, sia ai Salesiani, che agli altri Sacerdoti e religiosi.

Molti Sacerdoti sono stati uccisi col sistema dell’“eliminazione” o deportati, e di loro non si hanno più notizie.

La città di Cracovia non ha subito bombardamenti gravissimi, benché molti edifici siano crollati o incendiati. Molto peggiore è la condizione di Leopoli, che ha subìto i danni più orribili dai bolscevici e quindi dalle truppe di occupazione.

L'Arcivescovo di Leopoli era stato cacciato dal palazzo e riparò presso i Domenicani, i quali furono mandati via dal convento e ridotti a dormire in 10 in una piccola stanza attigua alla Chiesa. I bolscevichi maltrattarono e uccisero centinaia di religiosi e di religiose, tuttavia non proibirono in modo assoluto il culto, ma imposero tasse non sostenibili. Per esempio ai Domenicani fu imposta una tassa di 35.000 rubli perché potessero tenere aperta la Chiesa alcune ore del giorno.

I tedeschi hanno restituito la sua sede al Vescovo di Leopoli e hanno tolto le tasse di esercizio del culto, applicando però la legge di tutto il resto della Polonia.

Russia occupata

Nel lunghissimo viaggio di circa 2.200 km oltre i confini della Polonia, ho dovuto constatare che i sovietici hanno distrutto qualsiasi cosa religiosa, oltre a qualunque chiesa o cappella. La popolazione narra di uccisioni di tutti i sacerdoti scismatici e dell'abbattimento e della profanazione di tutti i luoghi sacri. lo sono stato il primo Sacerdote che in veste talare sono disceso in mezzo a loro e con grande mia gioia ho constatato che non è spenta la fede, anzi la vista di un Sacerdote ha rincuorato quei miseri che mi sono venuti d'intorno a baciarmi le mani e la veste ed a dirmi parole a me incomprensibili. Una frase mi fu riferita dal mio interprete; un gruppo di fanciulli avevano domandato alla mamma: «E costui l'inviato di Dio?». Segno che anche le mamme avevano tramandato ai figli, benché nascostamente, la fede e il rispetto verso i Sacerdoti.

Ho dispensato parecchie migliaia di immagini sacre e di medaglie al popolo russo, vedendo con quanta pietà le accoglievano e con quanta tenerezza le stringevano al petto e le coprivano di baci, mentre mi porgevano i bambini perché li benedicessi e i vecchi tremanti si prostravano dinnanzi a me perché imponessi loro le mani sul capo e qualche mamma mi domandava che battezzassi il suo bambino.

A Dnepropetrowsk, avendo percorso la grande via Carlo Marx, che è tutta una rovina, vidi un campanile e trovai di fatto l'antica cattedrale non distrutta, ma profanata perché nell'interno vi era stata installata una grande officina; tuttavia nel centro, sotto la grande cupola era stato messo un tavolo su cui i fedeli avevano posato tre bellissime immagini a olio, una rappresentante San Giovanni Crisostomo, una della SS. Trinità e una la Madonna, mirabile icona tutta laminata di oro e di argento e circondata di fiori freschi.

Quando mi chinai a baciare queste immagini, tutti i fedeli che mi avevano seguito, forse nell'attesa che potessi riconsacrare la loro chiesa, piansero di commozione e mi ringraziarono. Anche queste immagini erano state riesumate dai nascondigli dove, per timore dei bolscevichi, erano rimaste nascoste tutti questi anni.

Ho l'impressione che un gruppo di Sacerdoti e di religiosi potrebbero facilmente portare la fede integrale a queste popolazioni che hanno anche mantenuto una certa moralità nonostante la propaganda orribile fatta dai sovieti.

Da una carta geografica che ho consegnata all'Istituto di Studi Romani, che fu stampata nel 1937, risulta evidentemente che nell'intento dei bolscevichi vi era l'occupazione di gran parte dell'Europa, e io penso che il colpo sarebbe stato rivolto contro gli stati Balcanici per raggiungere Roma.

I cimiteri di guerra sono prettamente cristiani; i tedeschi li stabiliscono nei giardini delle città occupate innalzandovi una grande croce alta anche sette od otto metri e segnando ogni tomba con una croce, eccetto le tombe degli appartenenti alla Milizia "SS", che sono contrassegnate da un angolo con le punte in alto.

E evidente che i sovieti hanno fatto delle enormi e orribili stragi prima di lasciare i territori della Polonia occupata. Per esempio a Leopoli nella prigione che poteva contenere non più di 1500 prigionieri, ne sono stati messi oltre 17.000 dai sovieti, i quali prima di fuggire hanno murato le porte e hanno incendiato con gas l'interno dell'edificio, facendo così ardere un rogo umano. I tedeschi hanno dovuto continuare la muratura anche delle finestre, per il fetore di questo immenso carnaio.

Nei sotterranei di altre città, sono state trovate delle donne orribilmente squarciate. Ad una di esse era stato tolto il bambino, che era appeso ad un uncino sulla parete.

L'esercito tedesco

Le truppe del Reich hanno i Cappellani divisionali col grado di Maggiore per cattolici e protestanti, ma le unità sanitarie non hanno Cappellani e generalmente ne è incaricato qualche Sacerdote del luogo.

Le formazioni militari non mancano di esercizio di culto. Soltanto i membri delle formazioni "SS" fanno giuramento di non appartenere a nessuna confessione religiosa, eccetto che alla religione di Hitler.

Anche il Clero è soggetto alla coscrizione; di fatto nei vari reparti vi sono sempre dei Sacerdoti soldati. L'atteggiamento degli ufficiali e dei soldati, è di massimo rispetto per il clero militare.

lo, invece di rivestire la divisa di Capitano-Cappellano, mi sono sempre presentato anche ai Comandi con la veste talare contrassegnata dai gradi, come è doveroso, e sono stato sempre bene accolto e favorito in tutto quello che era necessario anche per il bene religioso. Qualche volta alcuni soldati tedeschi sono venuti a Comunicarsi sul mio treno.

Anche ufficiali tedeschi protestanti hanno partecipato a qualche funzione, tenendo il massimo rispetto.

Una sera un ufficiale tedesco protestante venne ad avvertirmi che in un ospedale militare del Reich, distante circa 11 km, erano ricoverati alcuni feriti italiani e mi esprimeva il desiderio che io andassi a consolarli perché non avevano visto più alcun italiano da quando erano stati raccolti. Non avendo il mezzo per poter raggiungere l'ospedale, ed avendo risposto che lo avrei cercato il giorno seguente, egli spontaneamente e gentilmente mi offrì il suo automobile, guidato da lui stesso; mi accompagnò nelle corsie dei degenti, attese che io li visitassi uno ad uno e mi riaccompagnò al mio treno, dicendosi lieto di avermi potuto favorire.

Come ho detto sopra, i membri delle formazioni "SS", secondo quanto mi è stato riferito da ufficiali tedeschi, debbono fare dichiarazione di non praticare nessun culto per essere fedeli esclusivamente alla religione dello Stato. A costoro sono riservate le esecuzioni individuali o in massa contro gli ebrei, contro i polacchi o contro chiunque essi giudichino pericoloso all'integrità del Reich o alle forze di occupazione militare. Di essi si narrano crudeltà, molto gravi, sia nel trattamento dei prigionieri, che nel trattamento degli ebrei, dei polacchi o di qualunque altra persona o comunità sospetta.

I loro atti (anche le "eliminazioni") sono incontrollati e incontrollabili e incensurabili da chiunque. Mi si riferisce che, compiuta qualche esecuzione, abbiano cremato il cadavere e quindi mandato il cofano con le ceneri alla famiglia cui apparteneva la persona.

Non entro in merito all'organizzazione militare dell'esercito germanico, che è superiore a ogni elogio, tanto che i nostri ufficiali italiani ed alleati la giudicano perfetta. Si può dire però che la guerra germanica si svolga con l'azione di quattro eserciti:

1) l'esercito combattente, mirabilmente organizzato ed attrezzato;

2) l'esercito ricostruttore (dell'ing. Todt), incaricato di riparare quei danni le cui riparazioni sono necessarie per l'andamento della guerra. Questo esercito ricostruttore ha pieni poteri per la costruzione di ciò che è necessario (uomini e cose), anche a costo di far saltare una casa per prendere lungarine di ferro o di costringere al lavoro oltre ai prigionieri, la popolazione civile, sotto minaccia di pene gravi o anche di morte. È così che è stato possibile continuare l'esercizio delle ferrovie, nonostante il binario di maggiore scartamento;

3) l'esercito costituito da formazioni "SS", una specie di guardia del corpo, polizia segreta e plotoni esecutivi, i quali sono implacabili contro chiunque e hanno anche pieni poteri, come ripeto, di fare esecuzioni individuali o in massa senza processo;

4) l'esercito costituito dai giovani hitleriani e dagli agenti ferroviari ottimamente attrezzati, che hanno l'incarico delle retrovie e della custodia dei prigionieri, oltre che dell'esercizio dei trasporti.

Vi è poi il gruppo delle donne comandate dalle proprie ufficialesse, ma che in verità sono serie.

La questione ebraica

Oltre i confini dell'Italia, nei Paesi del Reich o alleati del Reich od occupati, la questione ebraica è di una gravità eccezionale. Tutti gli ebrei hanno l'obbligo di portare un bracciale col contrassegno. Hanno la proibizione di entrare nella maggior parte dei negozi, negli uffici e luoghi pubblici di convegno o di divertimento, di salire sui trams o sulle auto pubbliche.

A Cracovia, a Leopoli e nelle principali città della Polonia sono stati relegati in un ghetto dove evidentemente regna il sudiciume e lo squallore. Non debbono uscire dal recinto prima dell'alba, né rientrarvi dopo il tramonto.

La mancanza del bracciale o della tessera di riconoscimento, o il trovarli in giro fuori orario, può determinare l'immediata uccisione.

È proibito loro di circolare in gruppi, a meno che non siano accompagnati da speciali agenti del Reich.

Le autorità determinano alcuni lavori cui sono costretti gruppi di ebrei sotto la sferza degli incaricati che non li risparmiano.

È evidente, nell'intenzione del Governo occupante, di eliminare il più che sia possibile gli ebrei uccidendoli secondo i vari sistemi di cui il più frequente e il più conosciuto è quello del mitragliamento in massa. Per queste esecuzioni gruppi di famiglie ebraiche (uomini, donne e bambini anche lattanti), sono deportati a qualche chilometro dalla città, vicino ai trinceroni della guerra oppure in luoghi dove precedentemente sono state fatte scavare delle enormi fosse costringendo a questo lavoro gli uomini stessi ebraici.

Presso l'orlo delle trincee o delle fosse, questi gruppi di centinaia e centinaia e talvolta di migliaia, vengono inesorabilmente mitragliati e gettati nelle fosse stesse. Questo racconto è stato fatto da un ufficiale dell'esercito germanico e da cittadini polacchi.

Una sera, essendo stato trovato ucciso un ufficiale germanico, fu fatta una retata di ebrei di ogni età e con il suddetto orribile sistema, furono uccisi come "monitum", ritenendo sempre colpevoli gli ebrei di qualunque delitto del genere.

La vittadazione è ridotta a una misura minima, inferiore anche a quella dei cittadini polacchi.

Mi è stato anche narrato che per eseguire queste "eliminazioni" le S.S. talvolta hanno ordinato a interi gruppi di famiglie di salire in un convoglio e questi vagoni ferroviari chiusi sono stati trascinati lontano e poi abbandonati finché i poveri deportati erano quasi tutti morti. Si riferiva al popolo che quel gruppo di ebrei era stato impiegato in lavori in un'altra regione.

Il numero delle uccisioni di ebrei si fa ascendere fino ad ora a circa un milione.

È doveroso constatare che l'atteggiamento degli ebrei è generalmente sereno, pur nell'attesa di queste eliminazioni e nella constatazione di tutte le vessazioni cui sono fatti segno, compresa la privazione della proprietà, oltre che della libertà.

Cannibalismo

L'argomento è così grave e terribile che la penna rifugge dallo scrivere e la mente anche per ricordare.

Mi sono stati riferiti casi notevoli e frequenti di cannibalismo, sia tra i prigionieri che fra la popolazione deportata, ebrei e non ebrei.

Mi disse un ufficiale tedesco che sovente nei vagoni ferroviari adibiti alla deportazione, si ritrovano ossa umane, tanto più che non vi è alcuna statistica, né nominale, né numerica, che riguardi la grande massa dei prigionieri e dei deportati, eccetto quella fatta in pochi campi di concentramento stabiliti per eventuali visite di autorità o di stranieri o della Croce Rossa.

In un campo di concentramento di prigionieri, si trovavano mancanti cinque sovieti e gli stessi prigionieri, per la maggior parte mongoli, dichiararono che li avevano mangiati per necessità di fame. In pena di questo furono decimati con la mitragliatrice i prigionieri di quel campo.

Un caso incredibile ci raccontò un capitano tedesco, il quale vide sotto i suoi occhi avventarsi sopra il cadavere di un prigioniero che era stato fucilato da cui usciva parte del polmone; questo affamato cannibale gli aveva mangiato appunto il polmone che era uscito fuori.

Trattamento dei prigionieri

L'abbondante numero dei prigionieri fatti dalle truppe dell'Asse ai sovieti, rende difficilissimo il poterli tenere, sia per la mancanza di viveri sufficienti, che di abitazioni o di altro possa loro occorrere. Il sistema tenuto dagli incaricati (per la maggior parte giovani hitleriani) è quanto mai duro e implacabile.

I prigionieri sono costretti a fare delle interminabili marce e sono nutriti con una gavetta di zuppa di erbe e una pagnotta. Se qualcuno (e sono molti) cade sfinito lungo il cammino, non viene né curato, né raccolto, ma ucciso immediatamente dai giovani hitleriani.

Accanto al nostro treno un giovane prigioniero si era chinato per raccogliere una barbabietola caduta da un carro e mangiarsela, e un hitleriano gli diede un colpo così violento sulle reni col calcio del fucile, che il disgraziato, che poteva avere non più di 17 anni, diede un urlo e ruzzolò lungo la scarpata, non so se fosse morto o vivo.

A poca distanza un altro giovane hitleriano bruciò le cervella con un colpo a un prigioniero che aveva attaccato lite con un suo compagno.

Quando una colonna di prigionieri deve marciare, nessuno di loro può darsi malato o abbattersi a terra, perché viene immediatamente ucciso con una revolverata alla testa.

Ad una osservazione che io facevo a tale riguardo, mi rispose un ufficiale tedesco che questo metodo era necessario, altrimenti tutti si sarebbero buttati per terra e soggiungeva: o quello lo fa apposta e merita di essere ucciso, o è malato e noi non possiamo portarlo via.

Le truppe italiane trattano bene i prigionieri, tanto che quelli delle colonne fatte dai tedeschi tentano sempre di passare per colonne fatte dagli italiani. La deficienza di cibo e di alloggiamenti o baraccamenti e anche dei vestiti, moltiplica purtroppo il numero della mortalità tra i prigionieri.

Il volto della guerra

Il volto di questa guerra è immensamente più spaventoso che quello della cosiddetta guerra mondiale 1915-1918 alla quale anch'io presi parte come Cappellano Militare.

La visione dei campi dove vi sono state battaglie, con i carri armati, è terrificante. In ciascuno di questi carri che a centinaia giacciono inutilizzati, capovolti o bruciati, vi sono dei resti umani che è praticamente impossibile togliere subito, nonostante il pericolo per la salute degli altri.

Le città e i villaggi sono letteralmente distrutti dai bolscevichi in fuga e dagli eserciti invasori per i bombardamenti aerei e terrestri. Di immense città, come Leopoli, Dnepropetrovsk e altre, non vi sono che cumuli di rovine e dai sotterranei, dove la gente è forse corsa nei rifugi, viene fuori ammorbante il puzzo delle migliaia di cadaveri.

La popolazione rimasta è come inebetita. Gli uomini validi sono stati portati via dall' esercito sovietico e sono rimasti soltanto i vecchi, le donne, i fanciulli i quali hanno i segni visibili degli stenti e della fame, oltre che dello spavento.

Nell'immensa pianura ucraina si vedono le casupole delle campagne fatte di fango e di tavole, dove non vi è fuoco né pane, benché siano ancora accumulati i covoni del grano mantenuti dall'ultimo raccolto. La trebbiatura di questo grano è difficile perché i sovieti in fuga hanno portato via tutti gli uomini validi, oltre che le macchine. Ad ogni modo la popolazione locale non osa toccare nulla per timore di esecuzioni capitali, secondo i decreti degli occupatori.

Nella Russia è proibito ai civili di salire sui treni, perché non esistono più treni viaggiatori, ma soltanto treni militari. Il binario di scartamento maggiore è stato ridotto dai tedeschi allo scartamento ordinario con improvvisazione di un lavoro veramente titanico, ma i treni hanno una velocità minima, che ordinariamente non supera i 20 km all'ora.

Tuttavia questi disgraziati fuggiti forse dalle loro terre, si arrampicano sui vagoni delle merci e persino sui respingenti, nella speranza forse di avvicinarsi un po' alle terre abbandonate. Si trovano sovente lungo i binari cadaveri schiacciati dai treni militari.

Non vi sono più edifici di stazioni o impianti ferroviari di segnalazioni, perché tutto è stato bruciato e distrutto dai bolscevichi in fuga o dai nostri bombardamenti o cannoneggiamenti.

Su ciascuna macchina ferroviaria, accanto al macchinista, ordinariamente polacco, vi sono due armati pronti a ucciderlo a qualunque minimo atto di sabotaggio.

Ho visto gruppi di gente, anche di centinaia e centinaia, tenuti a rispetto e cacciati indietro o avviati per questa o quella direzione da uno o due armati germanici con scudiscio. Nessuno osa nemmeno lontanamente fare segno di ribellione.

Vicino al palazzo del Comando di movimento a Cracovia, dove è anche la sede italiana oltre quella tedesca, un enorme siluro aereo caduto sulla città, ma non totalmente esploso, è stato piantato con la grande scritta: "monitum".

Ho visto celebrarsi a Cracovia con grande pompa l'annuale dell'occupazione con imbandieramento delle vie principali, specialmente quelle che conducono al castello e sfoggio di discorsi con altoparlanti e di adunate, cui sono costretti ad intervenire tutti gli impiegati delle categorie riconosciute.

A Kiew sono scoppiate delle epidemie pericolosissime e si hanno segnalazioni di epidemie anche in altri centri.

L'organizzazione religiosa dell'Esercito italiano

L'organizzazione religiosa dell'Esercito italiano è superiore a quella di ogni altro esercito. I Cappellani sono in tutti i reggimenti e in alcuni battaglioni, oltre che nelle singole unità sanitarie: ospedaletti da campo, ospedali territoriali, navi ospedale, treni ospedale della Sanità, della Croce Rossa e dell'Ordine di Malta.

Verso i Cappellani vi è molta deferenza da parte degli ufficiali e dei soldati. L'esercizio del loro ministero è non soltanto libero, ma incoraggiato dagli stessi superiori. Si può dire che il Cappellano è il centro di ciascuna unità. A lui si ricorre per consiglio, a lui per domandare pareri e da lui si ricevono gli avvertimenti, oltre che l'esercizio dello stesso Ministero religioso.

Particolarmente interessante l'opera dei Cappellani Militari è per le famiglie, poiché attraverso il Cappellano i soldati ricevono notizie e le trasmettono alle loro famiglie, specialmente per i feriti e per i deceduti.

Il contegno dei soldati italiani e dei loro ufficiali è ammirabile anche verso i prigionieri, come ho già detto, tanto che i prigionieri stessi cercano di sfuggire dagli altri di altre nazioni, per venire sotto gli italiani di cui ammirano la bontà, la cortesia, l'ordine e la generosità.

Beatissimo Padre,

molte altre cose tristi mi sono state riferite e ho dovuto io constatare e ne ho piena l'anima e mi rifugge il cuore dal doverle più dettagliatamente narrare.

Mi addolora profondamente che nei territori occupati voci artificiose, evidentemente venute dall'alto, possano far credere che la Santa Sede si disinteressi delle condizioni di questi popoli oppressi e delle conseguenze della guerra.

Il messaggio che il Vostro cuore ha saputo lanciare al mondo non è stato certamente raccolto dalla maggior parte dei popoli, ma se potesse giungere a tutti e a ciascuno, darebbe la prova della carità immensa del Vostro cuore e della maternità sublime della Chiesa.

Mentre mi accingo a intraprendere un altro viaggio, non so quanto lungo negli stessi territori, imploro dalla Santità Vostra l'Apostolica Benedizione, mentre mi prostro a baciare il Sacro Piede.

Epifania 1942

Sac. Pirro Scavizzi
Cappellano Militare del treno-ospedale
dei Cavalieri di Malta

3/ II RELAZIONE A PIO XII, 11.4.1942 [dopo Il secondo viaggio, per Jassiowataja, che va dal 12 gennaio al 20 febbraio del 1942]
(Ass, As, b. Russia 695, prot. 2614/42)

Esecuzione di civili polacchi presso la stazione ferroviaria
di Płaszów-Prokocim in Cracovia, 26 giugno 1942

Beatissimo Padre,

per aderire al Vostro desiderio, che è per me un venerato comando, scrivo una relazione sul mio secondo viaggio attraverso la Germania, la Polonia e la Russia.

Oltre a ciò che già scrissi dopo il primo viaggio, nulla di essenzialmente nuovo ho potuto notare. Le condizioni della Germania sono molto misere. A Vienna ho potuto constatare l'estrema povertà della città, dei negozi. Mi è sembrato anche che i fedeli non fossero numerosi nelle chiese, nemmeno nella Cattedrale.

Nella Polonia le condizioni del popolo sono sempre più gravi, sia per quello che riguarda la fede, sia per quello che riguarda le condizioni economiche. La fede del popolo polacco è integralmente rimasta; vi è però un'evidente sensazione di smarrimento, anche perché non è possibile a quel popolo conoscere le provvidenze della Santità Vostra e tutto quello che la Chiesa compie per il suo bene.

Non ho potuto vedere altri vescovi se non l'Ecc. ma Mons. Sapieha, Arcivescovo di Cracovia, al quale ho consegnato subito la somma da Voi affidatami per beneficiare la sua Diocesi e le altre che ne avessero bisogno, particolarmente quella di Leopoli.

Non mi è stato possibile fermarmi a Leopoli per vedere il Metropolita, perché il treno è passato rapidamente di notte, mentre a Cracovia ho potuto sostare circa nove giorni.  La mia visita all'Arcivescovo è stata ripetuta due volte ed una volta è venuto con me l'Eccellenza Mario Cingollani, ben noto cattolico professante, Capitano del nostro treno.

L'Arcivescovo era commosso fino alle lacrime per il gesto paterno di Vostra Santità. Ho consegnato a lui anche la lettera di cui non conosco il contenuto e alcune copie di libri sacri come direttiva dell'insegnamento del catechismo, da far pervenire al Metropolita di Leopoli. Particolarmente gradita è stata la copia in polacco della Vostra allocuzione del discorso di Natale, di cui si ignorava assolutamente il contesto in tutta la Polonia; perché la radio non aveva trasmesso il Vostro messaggio e i giornali ne avevano pubblicato soltanto alcune righe, travisandone i concetti. Ho consegnato anche qualche copia de «L'Osservatore Romano», che non può essere venduto in Polonia e non passa nemmeno attraverso la posta.

Mentre ero dall'Arcivescovo è tornato dalla prigionia il Rettore del Seminario arcivescovile di Cracovia, ridotto come uno scheletro. Non ho potuto parlare con lui perché non è stato possibile trattenermi più lungamente. Ho anche visitato i Domenicani, i Gesuiti, i Francescani, i Cappuccini, i Salesiani, portando la Vostra Benedizione e riferendo le venerate parole che Voi mi avevate detto come espressione della Vostra bontà verso di loro e verso tutto il popolo ed il clero.

Le condizioni intellettuali della Polonia sono quali cerca a ogni modo di volerle il Governatore tedesco attuale, e si possono definire una specie di sterilizzazione intellettuale, perché alla chiusura della famosa università e di tutte le altre università dello Stato, è seguita anche la chiusura di tutte le scuole secondarie. Rimangono soltanto le scuole elementari e le scuole di mestiere. Anche nei Seminari e negli studi dei vari Ordini Religiosi, è proibita qualunque cultura che non riguardi strettamente il cosiddetto "mestiere sacro", cioè la liturgia nella sua parte pratica e la catechesi.

Improvvise ispezioni sorprendono nelle classi gli insegnanti e anche gli alunni, esaminando i libri e gli appunti per verificare se si osservano gli ordini, sotto pene gravissime per qualunque mancanza al riguardo.

L'ammissione dei chierici, sia nei Seminari che negli Ordini Religiosi, è proibita senza un esplicito consenso del Governatore, così pure l'ordinazione dei nuovi sacerdoti. In alcuni Ordini Religiosi la proibizione è assoluta e perciò vi è evidente il tentativo di esaurirli, non procurando più la  possibilità di nuovi soggetti.

In altri è consentito, particolarmente ai Domenicani, i quali godono di una relativa libertà in confronto di altri Ordini religiosi.

Anche le case religiose di clausura sono state invase per ordine superiore. Per esempio nella casa dei Cappuccini vi sono anche uomini e donne ad abitare nelle loro celle, ed essi sono ristretti al minimo spazio possibile. Le requisizioni continuano ancora implacabilmente. L'Arcivescovo mi parlava della requisizione che avveniva proprio in quei giorni, di un Convento di Carmelitane, trasformato in ospedale del tifo petecchiale.

Il culto è attentamente sorvegliato. Sono proibiti canti che non siano approvati dal Governatore, anche canti sacri eseguiti dal popolo e dai singoli, perché si teme sempre che sotto questo concetto si nasconda l'insofferenza dell'attuale regime.

L'invasione del popolo tedesco nello stato polacco, è sistematica, potremmo dire a gruppi serrati, per il conato evidente di germanizzare tutta la regione. Ormai circa la metà della città di Cracovia è abitata esclusivamente da tedeschi i quali hanno fatto la requisizione col sistema di cui parlasi nella relazione precedente.

Ai tedeschi invece è permesso frequentare qualunque scuola anche superiore, perché ne sono state istituite esclusivamente per loro. L'università tuttavia non è stata riaperta affatto.

Le condizioni economiche e di vittadizzazione, sono estremamente gravi, perché le tessere di alimentazione sono precipuamente in favore dei tedeschi; per i polacchi vi sono tessere di quantità dimezzate. La circolazione del denaro è ridotta perciò ai minimi termini e nei mercati si vedono oggetti in vendita, che sono evidentemente di famiglie che vanno depauperandosi di tutto quello che avevano.

Nel rigidissimo inverno, nonostante la sovrabbondanza di carbone nella Polonia, è stato limitato il carbone nelle famiglie, tanto che nella case religiose si sono sviluppate malattie per la riduzione del riscaldamento e per la deficienza di vittadizzazione. Fanno pena particolarmente i bambini, che appariscono denutriti fino all' estremo.

I miei soldati ne raccolsero uno alla stazione di Platzov, il quale era venuto per la fame e si è ferito cadendo; ma il caso non è unico. Mi riferiva la Duchessa Elena Caffarelli che aveva trovato dei bambini ormai così denutriti da essere prevedibile la vicina morte. Questa volta mi è stato possibile visitare finalmente la Cattedrale, dove l'Arcivescovo non può mai andare, perché essa sorge nella cittadella dove abita il Governatore Generale della Polonia, e il rigore per l'ingresso nella cittadella è massimo per timore di qualche attentato con esplosivi.

Profanazioni dirette nella Cattedrale non vi sono, tuttavia appare come un edificio abbandonato (come è detto nella relazione che accludo).

Tutte le campane della Polonia sono state tolte dai campanili per utilizzarne il metallo.

Nella regione vi sono molte malattie, particolarmente il tifo petecchiale che in alcuni luoghi fa grandi stragi, per esempio a Leopoli, dove la mortalità per questo contagio ascende ad alcune centinaia di persone al giorno con tendenza a crescere.

Mi disse l'Arcivescovo di Cracovia che il numero dei sacerdoti e Religiosi finora imprigionati o uccisi in Polonia, ascende circa a 3.000, sempre per pretesti di carattere politico ed antinazista.

Nell'Ucraina, che ho interamente attraversato, giungendo fino a Stalino e Jasinovotaja, cioè a 960 chilometri oltre il Nipro, l'atteggiamento della popolazione per quello che riguarda la questione religiosa è veramente commovente, perché basta presentarsi vestiti da Sacerdoti e dare una medaglia od una immagine sacra, perché la gente si affolli d'intorno e si commuova fino alle lacrime.

In Russia hanno voluto anche celebrare la festa dell'Epifania alla maniera che ho descritta nella relazione fatta per la stampa, che unisco.

Ho incontrato lungo il cammino molti Cappellani, fra i quali un Padre Gesuita del Russicum addetto a un ospedaletto da campo, e tutti si sono mostrati entusiasti della pietà e della fede della popolazione ucraina, la quale evidentemente non ha pregiudizi anti-romani o anti-latini, ma soltanto il desiderio del culto per onorare Gesù e la Madonna, con grande semplicità di fede. E estremamente doloroso che una circolare severa dell'attuale Governatore dell'Ucraina, Ribbentrop, proibisca ai Cappellani militari di occuparsi della propaganda religiosa delle popolazioni civili. Questa circolare è stata trasmessa anche al Comando Supremo del C.S.I.R. il quale ne ha dato conoscenza all'Ordinariato Militare per i provvedimenti del caso. lo tuttavia debbo dire che non ho mai incontrato difficoltà, né alcuno mi ha fatto osservazione per quel poco che facevo in mezzo a questa popolazione.

Nella città semidistrutta di Dniepopetrowsky, i due Cappellani militari dell'ospedale italiano di riserva n. 1, hanno riaperto una Chiesa in Via Carlo Marx, al culto cattolico e la officiano normalmente. Mi hanno assicurato che già più di 8.000 fedeli si sono iscritti a frequentarla nonostante il rito latino. Tuttavia il Vicario Generale dell'Ordinariato Militare italiano mi disse, quando io riferii il fatto, che purtroppo sarà necessario chiuderla per ordine del Comando tedesco.

Nel mio viaggio trovai molti ufficiali e soldati tedeschi cattolici, oltre ai nostri, e fra questi anche due religiosi Sacerdoti, un Francescano e un Benedettino, molto giovani, semplici soldati, che andavano verso il fronte di combattimento. Feci loro celebrare la Santa Messa sul mio piccolo altare ambulante e ne furono tanto felici e dispensarono la Comunione anche ad alcuni soldati tedeschi.

In un convegno di ufficiali tedeschi e italiani, cui dovetti partecipare anch'io, dopo i tradizionali brindisi, che i tedeschi fanno sempre, io volli fare un dono, ma prima domandai loro se l'avrebbero gradito perché si trattava di una medaglia datami da Vostra Santità, come ricordo e segno di benedizione. Ne furono tutti entusiasti, non soltanto i cattolici, ma anche i protestanti e l'accolsero con grande gratitudine, dicendosi onorati di poter portare la medaglia con l'effige della Sacra Famiglia e della Santità Vostra, che tutti in Germania ricordano con venerazione.

Le condizioni economiche del popolo ucraino sono misere, ma non manca loro il necessario per vivere, perché nell'immensa distesa tutta candida di neve, si conservano ancora i cumuli di grano del raccolto del luglio passato, che non è stato trebbiato per mancanza di macchine, per mancanza di animali e per mancanza di uomini. Di questa immensa quantità di grano, una gran parte è utilizzabile nonostante il ghiaccio e le intemperie, perché è disposto in una maniera razionale, come i nostri pagliai. Ne è proprietaria la Germania, che ne distribuisce una parte all'uso dei nostri soldati italiani in Ucraina, dove perciò il pane dei soldati è buonissimo; ma non ne permette l'esportazione.

La nuova semina non è stata potuta fare integralmente perché ardeva la guerra al tempo della semina e per mancanza di braccia e di macchine. Si spera in una seminagione primaverile e potrà aversi il raccolto di un ottimo grano nell'agosto, perché il terreno è fertilissimo.

Mi sembra che i 22 anni di bolscevismo non abbiano alterato la morale del popolo di questa regione, il quale è rimasto essenzialmente semplice, attaccatissimo alle tradizioni morali della famiglia.

Ho trovato invece evidentemente inquinato, il popolo dell'oltre Nipro, cioè della regione maggiormente industriale. In questa, che è l'ultima parte dell'Ucraina, il concetto della famiglia mi è sembrato travisato. L'amore dei genitori per i figli meno delicato ed il ricordo delle tradizioni religiose, ormai quasi svanito. Evidentemente il soffio bolscevico è stato più violento nelle regioni industriali, che nelle regioni agricole.

La guerra appare ancora in tutta la sua terribile ferocia, con conseguenze talmente gravi e funeste, che forse per decine di anni saranno irreparabili, sia per le rovine delle città e delle opere, che per le malattie che ne proverranno. Si è gravemente impensieriti per ciò che avverrà nel disgelo delle nevi, perché la maggior parte dei cadaveri che soltanto nella regione del Donez si calcola saranno oltre 50.000, sono rimasti insepolti sotto la neve, che non distrugge i baciili, ma li conserva, e perciò tutte le regioni ne saranno funestate. Si cercano delle provvidenze al riguardo, specialmente con disinfettanti e fuoco appena sarà possibile usarli. Del resto si notano già alcuni casi di peste bubbonica e di lebbra, ragione per cui ai nostri treni che tornano s'impone dalle autorità sanitarie la quarantena per il convoglio, per i degenti e per il personale.

Prigionieri

Le condizioni dei prigionieri sono sempre più misere. Ormai l'antropofagia è diventata un fatto comune e se ne parla con molta indifferenza. Mi si riferiva a Kasatin che nel campo dei prigionieri vicino, si trovano i resti dei cadaveri divorati da altri prigionieri.

È anche triste dover dire che da qualche tempo non si  fanno più prigionieri, ma si uccidono direttamente. Certo è che non ho trovato nessun ferito prigioniero, il che vuol dire che sono stati o abbandonati o uccisi.

I 14 o 15 mila prigionieri che erano stati fatti dagli italiani, a cui pensavano gli italiani stessi, sono stati ceduti ai tedeschi, per impossibilità di mantenerli, con grande loro dispiacere, perché con gli italiani stavano volentieri.

Mi hanno riferito i bersaglieri della divisione Celere che i nemici hanno mutilato orrendamente i nostri poveri soldati, tanto che in un elmetto si sono trovati orecchi, nasi, pezzi di dito, lasciati lì per disprezzo e anche per terrificare i nostri.

In una incursione di sciatori fra Stalino e Dniepopetrowsky, i nemici hanno circondato un posto di medicazione e hanno trucidato tutti i feriti, quindi hanno deportato il tenente medico, romano, D'Andria, e due soldati, e non se ne hanno notizie.

Un informatore riferì a un Capitano mio amico, che nel ridotto bolscevico era stata fatta una gran festa chiamando i capi dei reparti per l'esemplare uccisione di un nostro Cappellano italiano sorpreso tra i soldati. lo temo che si tratti invece del Tenente medico perché non risulta che altri Cappellani italiani siano stati presi vivi. A meno che non si tratti del corpo del Cappellano militare don Davoli che non è stato possibile di ritrovare, nonostante le molte ricerche, mentre è stato ritrovato il corpo del Cappellano Mazzoni.

Il metodo della guerra attuale, specialmente nel periodo invernale sul fronte russo è tale che purtroppo consente ai bolscevichi di infiltrarsi anche nelle regioni già occupate, travestendosi da contadini e da donne e di moltiplicare le insidie. Infatti in questa guerra i soldati si rifugiano nelle casupole dei piccoli centri campagnoli, perché è impossibile rimanere all'aperto senza assiderarsi e fra l'uno e l'altro gruppo talvolta rimane uno spazio di 20 chilometri senza difesa. Questo sistema di rifugio nelle case rende possibile anche superare il rigore esterno dell'inverno, che ha raggiunto a Stalino, mentre c'ero io, i 42 gradi sotto zero.

Tuttavia sono frequenti i casi di assideramento oltre che congelamento, e le malattie del freddo come nefriti, broncopolmoniti, pleuriti, cecità, sordizia, ecc.

Fino ad ora le truppe italiane stabilite nel bacino del Donez non hanno arretrato di un passo nonostante i terribili contrattacchi nemici. Hanno compiuto eroismi che sembrerebbe impossibile; per esempio un solo battaglione di Bersaglieri ed uno di Camicie Nere della divisione Celere, hanno tenuto testa a circa 22.000 cavalieri cosacchi combattendo per sette ore, finché non sono giunti i carri armati tedeschi a completare la battaglia e ad assicurare la vittoria.

Purtroppo però per la deficienza numerica dei nostri italiani, si sono dovuti mandare in linea persino ufficiali e soldati convalescenti, cercando di svuotarne gli ospedali e si sono dovuti armare anche i soldati di sanità.

Ebrei

Le condizioni degli ebrei nella Germania, nella Polonia e nell'Ucraina, è sempre più tragica. La parola d'ordine è: «Sterminarli senza pietà». Gli eccidi in massa si moltiplicano ovunque. I diritti all esistenza sono ormai ridotti ai minimi termini per loro, senza riguardo alle donne e ai bambini.

Un giovane ufficiale tedesco si gloriava di aver imparato a uccidere con un colpo solo, mamma e bambino e diceva che sarebbe capace di ucciderne anche tre in fila in qualche momento di affetto, eppure questo ufficiale si commuoveva parlando della propria moglie e dei propri bambini, mostrandone le fotografie.

Sopra un ponte di un largo fiume, da cui erano state tolte tutte le tavole per offrire meno bersaglio ad eventuale lancio di bombe nemiche, lavoravano in condizioni molto difficili e di equilibrio sulle stanghe e molto incomode, alcuni gruppi di ebrei intirizziti dal freddo. E avendo noi interrogato le sentinelle a capo del ponte, come mai quei disgraziati fossero in quelle condizioni in continuo pericolo di cadere nel fiume, ci risposero: «E proprio quello che si vuole, e di tanto in tanto diamo noi stessi la spinta per farli cadere».

Il sistema del grande fosso fatto scavare per ordine della “SS” dagli ebrei, è ormai comune in Ucraina, vi si sospingono a gruppi uomini, donne e bambini, e poi si mitragliano e si fanno cadere nel fosso stesso che ne diventa la tomba.

Come già dissi l'altra volta, gli ebrei della Germania e delle regioni occupate, debbono portare visibilmente un distintivo e sono esclusi da qualunque comunanza di tutti gli altri cittadini, tanto che è proibito loro di salire sui trams, entrare nei pubblici esercizi e di camminare in gruppi. Debbono ritirarsi all'ora stabilita, pena la morte.

Una nostra Infermiera Volontaria della Croce Rossa Italiana a Vienna, avendo visto un povero vecchio ebreo che non sapeva come attraversare una grande strada tutta gelata, gli porse il braccio per sorreggerlo e lo aiutò ad attraversarla. Tutta la gente fra lo stupore e il terrore si fermò a guardarla, perché non si poteva supporre che un ebreo avesse diritto a essere aiutato nemmeno dalla Croce Rossa.

 In Ucraina lo sterminio degli ebrei è ormai quasi terminato. Ho potuto notare che questi disgraziati ebrei, anche di condizione civile, anche ragazze e fanciulli, hanno un aspetto quasi di alterezza quando sono costretti ai lavori più gravi o sospinti verso la morte. Sopra un enorme mucchio di neve, che era stata spalata da un gruppo di ebrei requisiti sul luogo, con mia grande sorpresa ho visto segnare lo stemma ebraico con le parole che dicevano: «Evviva il popolo eletto».

Nell'esercito italiano la fede è profonda, specialmente tra quelli che sono presso le linee di combattimento. L’opera dei Cappellani è non soltanto gradita, ma ricercata. Del resto sono commoventissime le lettere che le famiglie scrivono a noi Cappellani militari affidandoci i loro figliuoli contenti di sapere che noi ci occupiamo di loro, che li assistiamo quando sono vivi e ne curiamo le tombe quando sono morti.

Oltre che i soldati, anche gli ufficiali circondano il Cappellano di rispetto e di affetto. Credo di poter dire che sarebbe opportuno che i Cappellani non fossero molto giovani per avere un maggiore prestigio e anche una maggiore esperienza. Fino ad ora nell'esercito italiano sono morti 22 Cappellani e parecchi sono stati feriti.

A Dnepopetrovsk, i due Cappellani di cui ho già parlato, dell'ospedale n. 1, mi dissero che avendo fatto ai soldati un discorso sulla grande opera delle Missioni Pontificie per la conversione del mondo infedele, eretico o scismatico, dissero ai soldati feriti che, se volevano dare qualche offerta, potevano anche consegnarla immediatamente; in 12 giorni, in quel solo ospedale furono raccolte circa 17.000 lire tra i soldati stessi.

Nel mio treno ospedale furono trasportate dall'Italia fino a Dniepopetrowsky, dieci Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana. Devo dire che durante il viaggio sono state veramente esemplari per la loro condotta religiosa, morale e per la loro serietà, tanto che hanno assistito tutti i giorni alla Santa Messa, alle mie istruzioni per la loro preparazione spirituale e alla Benedizione, comunicandosi quasi quotidianamente e dando esempio di una vera comprensione dell'opera, come una missione da esercitarsi nell'amore di Dio e della Chiesa.

Altre dieci ne ho trovate già installate a Dniepopetrowsky e i Cappellani e gli ufficiali unanimemente mi riferivano che la loro condotta era irreprensibile e la loro opera è veramente preziosa.

Facendo il confronto con le Infermiere Volontarie della  cosiddetta guerra mondiale 1914-1918, debbo dire che vi è stato un reale progresso nella scelta delle persone adatte a compiere un'opera così delicata a benefizio dei soldati malati e feriti.

Lungo il viaggio vi sono stati atti di sabotaggio da parte dei nemici i quali tentano continuamente di disturbare le retrovie, di assalire i treni non come aperto disprezzo contro i treni ospedale, ma per interrompere il transito delle retrovie che sono l'unico mezzo per giungere al fronte perché le strade non vi sono e le piste tutte ricoperte di neve sono assolutamente inusabili. Tuttavia gli occupatori tedeschi sono implacabili contro i sabotatori. Lungo il tragitto abbiamo dovuto constatare una serie molto lunga di impiccagioni sulle pubbliche piazze e presso le stazioni come esempio contro i sabotatori.

La popolazione della Russia non si allarma di queste visioni e vive in una specie di fatalismo, tanto che anche durante le battaglie o le incursioni aeree che necessariamente si svolgono nei centri abitati, continuano a compiere le loro faccende come se nulla fosse, anche se la casa vicina è presa dalle fiamme o un proiettile ha trapassato le pareti.

Aggiungo a questa relazione, che è esclusivamente dedicata a Vostra Santità, una breve narrazione che ho compilato per una eventuale pubblicazione nei nostri giornali, evitando tutto ciò che potesse urtare nel senso politico o strategico.

Padre Santo, nel terzo viaggio che sto per intraprendere cercherò di raccogliere altri dati per quanto mi sarà possibile per tenere informata Vostra Santità, che con tanto cuore segue le sorti di questa povera umanità dilaniata dagli odii e che solo fra tutti può dare un balsamo e offrire un rifugio ai popoli smarriti e a chi li governa.

Beneditemi, Padre Santo, mentre con filiale devozione oso confermarvi la mia illimitata obbedienza e prostrarmi al bacio del Sacro Piede.

Pasqua 1942

Sac. Pirro Scavizzi
Cappellano Militare del I treno-ospedale
dei Cavalieri di Malta

4/ III RELAZIONE A PIO XII, 12.5.1942 [dopo Il terzo viaggio fino a Cracovia, che si svolge dall'8 aprile al 3 maggio del '42]
(Ass, As, b. Russia 695, prot 4991/42)

A Vienna, 15 aprile 1942

Il Cardinale Arcivescovo è stato felice di vedermi e mi ha incaricato di riferire personalmente al S.Padre le cose seguenti:

Egli è attentamente sorvegliato, per sospetto di antinazismo. Il palazzo vescovile fu assaltato e devastato dai nazional socialisti che minacciarono di morte lo stesso Arcivescovo e il suo segretario, i quali si salvarono nascondendosi.

Io stesso ho veduto i segni spaventosi della devastazione: statue mutilate nello scalone d'ingresso, vetri infranti, porte forzate, mobili spezzati e ridotti in rottami; immagini sacre e quadri di Pontefici, di Vescovi e di personaggi sfregiate per tutte le sale dell' appartamento.

I libri e i documenti furono bruciati pubblicamente. La polizia non volle prestare alcuna difesa, anzi tutelò gli assalitori. Questi fatti avvennero dopo l'annessione dell'Austria alla Germania.

Il giorno della Immacolata del 1941, avendo il Cardinale celebrato in Cattedrale, un gruppo di giovinastri ne attesero l'uscita, e tentarono di assalirlo, mentre la folla dei fedeli lo circondava e lo difendeva. Il pugilato fu violento, senza alcun intervento della polizia e vi furono feriti e contusi fra i fedeli. Alla protesta scritta del Cardinale si rispose con derisione e con minacce. L'Arcivescovo prevedeva che per l'Ascensione e il Corpus Domini sarebbe stato anche peggio, perché il governo non vuole nemmeno nelle chiese la celebrazione di feste che non siano domenicali.

Il clero è sospettato e molti sono deportati e imprigionati per pretesti politici. Le relazioni col Nunzio sono praticamente impossibili.

A proposito dell'attuale Nunzio, il Cardinale ne deplorava il silenzio ed esprimeva il giudizio che Egli fosse troppo timoroso e non si interessava di tanto gravi cose.

Le condizioni dell'Austria sono misere e i sudditi vivono sotto l'incubo del terrore. Si spargono voci malevole contro il S. Padre. Il clero mantiene la disciplina ed è molto fedele a Roma e al Sommo Pontefice. L'Azione Cattolica è paralizzata. Nelle scuole i catechisti sono mal tollerati e l'insegnamento va laicizzandosi e ateizzandosi.

La lotta antiebraica è implacabile e va sempre più aggravandosi con deportazioni ed esecuzioni anche in massa.

In Polonia, aprile 1942

Le condizioni politiche di quella che fu la nazione polacca sono sempre più gravi, e non vi è speranza di miglioramento finché durerà l'occupazione del Reich. La popolazione polacca vive nella umiliazione del disprezzo da parte dei germanici e del terrore militare e poliziesco.

Lo stato di inferiorità ai tedeschi (e perciò anche agli alleati dei tedeschi) è reso sempre più umiliante con deliberato proposito dagli occupatori. Ecco alcuni fatti:

Nessun polacco è sicuro della propria libertà e della vita. Il più leggero sospetto è causa di arresto e anche di morte.

Nella notte la polizia irrompe nelle case e porta via specialmente gli uomini. Narrarono i Salesiani custodi del Cimitero di Cracovia, che nella notte del 19 aprile furono arrestati e deportati in ignota regione circa 140 uomini "per esemplare rappresaglia". Parecchie migliaia ne furono arrestati in varie città della Polonia improvvisamente.

Vi è contrasto fra il Governatore Civile della Polonia (certo Franck) e il capo della polizia venuto espressamente da pochi giorni (certo Himbler), il quale è implacabile.

In tutti i tramvai metà vettura (la parte migliore, compresi i sedili) è riservata ai tedeschi ed alleati, il resto ai polacchi.

Il più delle volte i polacchi non riescono ad entrare per l'affollamento e si accalcano è si aggrappano, mentre il resto della vettura è quasi vuoto. Altrettanto è nei treni che possono circolare fino a Lenberg e non oltre. Vi sono parecchi negozi cui si proibisce ai polacchi di accedervi. Le insegne e le indicazioni stradali sono in tedesco e non più in polacco. La requisizione degli appartamenti migliori continua e la si eseguisce in meno di un' ora senza diritti di protesta e senza pagamento verso i proprietari. La sorveglianza per proibire qualunque insegnamento è intensificata per le scuole, eccetto le elementari e quelle di mestiere. Le tessere di vitto e di abbigliamento sono doppie per i tedeschi e sono così misere per i polacchi, che le malattie e le mortalità crescono di giorno in giorno.

La circolazione monetaria è col "marco occupazione" obbligatorio per i polacchi e per tutti i territori col valore del marco ordinario, mentre commercialmente non ha alcun valore.

I Domenicani - Mentre i bolscevichi si ritiravano, il giorno 2 luglio 1941 a Ciartfolch (?) i giudei bolscevichi fucilarono quattro padri; quattro altri ne bruciarono vivi.

Clero di Cracovia - Dal gennaio fino al 15 aprile sono stati incarcerati altri diciotto preti dei quali undici sono morti. Una settimana prima del 15 aprile è stato improvvisamente incarcerato il Cancelliere vescovile e il Notaio e si ignora dove siano; forse a Marianpoli. L’imputazione è "corrispondenza segreta con Roma" .

Gesuiti - A Dachau ne sono imprigionati sessantaquattro dei quali sono morti certamente nove. Il 27 marzo a Wilna ne furono incarcerati altri ventinove, cioè tutto il collegio.

Salesiani - Oltre cinquanta ne sono in prigione ad Auschwitz. Di Cracovia sono quindici e sembra che siano morti e cremati eccetto due.

Di quelli di Alescandru (vicino a Torn) non ne vive più nessuno. Il padre Sigismondo Kusak rettore fu deportato nel settembre '41 e forse è in prigione anche lui ad Auschwitz. Nel carcere di quel concentramento è impressionante la mortalità. Nel solo mese di dicembre ne morirono circa milleduecento misteriosamente.

Camaldolesi - È stato arrestato a "Montelupi" (?) vicino Cracovia prima il Priore, poi il Maestro dei Novizi, poi il Cellerario, e poi fra Damiano da circa tre mesi.

Resurrezionisti - Alcuni dei padri di Posnania si trovano in arresto a Dachau; il Superiore è in prigione a Posnania; degli altri si ignora la sorte. Casa e chiesa sono chiuse. I Russi avevano ucciso un fratello laico. I Tedeschi occupanti arrestarono il Superiore di Varsavia e si crede ormai morto.

Carmelitani - Contro di loro il rigore è massimo e molti sono morti o in prigione, perché un fratello laico espulso per ragioni morali, li ha denunziati come nemici del Governo. Particolarmente si è incrudelito verso quelli di Wilna.

Cappuccini - Soltanto a Varsavia furono imprigionati ventisette cappuccini e portati nel concentramento di Auschwitz.

Suore - A Wilna nella notte fra il 25 e il 26 marzo 1942 sono state arrestate tutte le Visitandine, le Carmelitane, le Orsoline del P. Ladochovski, le Figlie della Carità, le quaranta di Nazareth (che a Roma hanno casa in via Machiavelli) forse sono attualmente in prigione a Lukivski(?).

Vescovi e Prelati - Il Vescovo di (?) monastero fu preso dalla polizia militare, per salvarlo dalla crudeltà della "Gestapo"(?)

Il Vescovo Fulman è confinato a Noisandez, il suffraganeo Garal è da due anni in carcere ad Oraniomburg. L’arcivescovo di Wilna e il Vescovo furono imprigionati. Il primo era malato ed operato al ventre e lo si suppone morto; il secondo sembra che sia stato colpito da una bomba. Qualora fossero vivi, starebbero a Mariampoli nella casa da cui furono espulsi i religiosi che a Roma abitano in via Corsica n 3.

Il Vescovo di Bratislava, Kasal, ed il Coordinatore di Plotek, cioè Vetmanski, sono stati incarcerati. Si crede che il secondo sia morto.

Altri Sacerdoti - In Posnania, dove erano una quarantina di preti ne è rimasto soltanto uno. Nel campo di Dachau vi sono circa un migliaio di preti di cui oltre settecento polacchi. Nella Slesia Pomerania quasi tutti i sacerdoti sono stati arrestati.

Popolazione civile - Il giorno 15 aprile giunse a Prococino proveniente da Tornau un treno "bestiame e viaggiatori" stracarico di polacchi. Improvvisamente furono costretti a scendere e tutti deportati in un concentramento che si ignora. Sovente quando si aprono i vagoni dei "deportati" il primo ordine è di tirare giù i morti, perché quei disgraziati, chiusi nei vagoni-bestiame, senza cibo né bevanda, né altro, per giorni e notti, muoiono di stenti, compresi donne e bambini.

Seminari e Noviziati - Un ordine generale proibisce le nuove ammissioni, mentre se ne costringono ad uscire il maggior numero. Il Padre Adillo, francescano, che era anche ben quotato presso il Nunzio, si faceva tramite di ordini iniqui del governatore generale contro i religiosi, perché nato in Germania e residente in Polonia. Il Clero e i Vescovi di Polonia lo deploravano compresi i francescani, ma le autorità tedesche lo esaltavano. La sua condotta morale era sospetta; così la sua onestà commerciale perché trafficava con la cera, col vino ed altro. Recentemente è stato arrestato, benché tedesco, per imputazione di commercio clandestino, a quanto da tre fonti diverse mi è stato riferito. Egli risiedeva a Cracovia.         

Fatti edificanti - Nel campo di Dachau ove sono circa mille sacerdoti e religiosi, è concesso ad uno solo di celebrare la Messa. Tutti gli altri tengono in mano una particola ed il celebrante intende di consacrarle tutte; così ciascuno si comunica da sé.

La Principessa Cartorevska, cui presero prigioniero il marito, essendo stato ucciso il parroco di Konayevo, adunò i suoi nove figli e il popolo nella chiesa, e temendo una profanazione, fece prendere le Sacre Specie dal più piccino che aveva quattro anni, e distribuire la Comunione ai presenti per consumare le Sacre Specie.

I bolscevichi concedono l'assistenza religiosa per i prigionieri, se richiesta, così almeno facevano nella Polonia che avevano occupato. A Leopoli i Carmelitani ed altri preti erano liberi come i Domenicani, purché pagassero le enormi tasse imposte.

Sembra che per i polacchi che si sono rifugiati in Russia vi sia un regolare servizio religioso cattolico.

Russia bolscevica

L'antico rettore dell'Università Cattolica di Lublino riferisce che il padre Wladimiro Cienski che era parroco di S.M. Maddalena a Leopoli, fatto prigioniero dai bolscevichi, è attualmente Cappellano militare nell' Armata polacca in Russia. Era il migliore dei parroci. Alcuni preti e religiosi polacchi, portati via dai bolscevichi, a quanto dice il suddetto Padre domenicano, assistono religiosamente la popolazione polacca e hanno fatto sapere che è tanto il lavoro, da occupare tutta la giornata con grande frutto delle anime, che fino ad ora erano abbandonate.

Notizie varie

Capo delle "SS" a Lublino è quel Globocnik che andò contro il cardinale Arcivescovo di Vienna. Dal 16 al 18 aprile sono stati arrestati soltanto a Cracovia circa cinquemila uomini.

Il corpo di polizia "Gestapo" sono specie di carabinieri in borghese e superano tutti nel rigore.

Nelle immense pianure ucraine si è trovato ancora buono sotto la neve il grano non trebbiato del passato raccolto; ma è impossibile utilizzarlo tutto per mancanza di macchine, di animali e di strade.

Fra i prigionieri continua il cannibalismo!

La strage degli ebrei in Ucraina è ormai al completo. In Polonia e in Germania la si vuole portare ugualmente al completo col sistema delle uccisioni in massa.

Il padre Domenicano Bornieski, già Rettore Magnifico della Università di Lublino, ha fatto riservatamente queste sue personali osservazioni:

Il Conte Roniker, presidente dei Comitati di Soccorso in Polonia è ben visto anche dalle Autorità tedesche e potrebbe essere utile, perché buono e pio.

Il Vicario Generale di Lublino, ben conosciuto da S. E. il Card. Marmaggi è - secondo il suddetto Padre - un inetto. Fu errore nominarlo rettore, perché non stimato. Si mormora per causa sua contro Roma, perché ha concesso a Lublino la seconda istanza per le cause matrimoniali, e si vuole concedere anche la terza. Sembra che in qualche causa matrimoniale di grande famiglia vi sia stato un errore o un imbroglio per un annullamento che ha scandalizzato.

Per neutralizzare la campagna antipapale in Polonia il suddetto Padre giudica necessario preparare un libretto di propaganda e di rettifica dei fatti, da lanciare subito dopo la guerra.

Lo stesso Padre dice che se il S. Padre, pur non potendo ora creare un Cardinale polacco, ne riserbasse uno "in pectore" - per esempio l'Arcivescovo di Cracovia lo pubblicherebbe subito dopo la guerra per mostrare ai polacchi che li seguiva con ammirazione.

Dice anche che fu errore che durante la Nunziatura Cortese si lasciassero quattro diocesi senza vescovo, finché è scoppiata la guerra e le diocesi sono orfane ancora.

Riferisce anche che l'atteggiamento di Mons. Szejtykyin Arcivescovo a Leopoli pregiudica i Cattolici, benché egli sia un sant'uomo. Egli, infatti, dopo l'occupazione germanica scrisse una lettera pastorale il 10 luglio 1941 in cui ordina: «ciascun parroco deve costituire la congregazione culturale laica; organizzare la milizia; eleggere tre contadini giudici, organizzare scuole» tutto questo sarebbe in danno dei cattolici, secondo il suddetto Padre.

Si nota qualche menomazione della Confessione da parte dell'autorità, che giunge anche a limitare l'uso in qualche luogo; e sorveglia sulla durata, o cerca di sapere ciò che si è detto.

Il Governatore dell'Ucraina Rosemberg ha proibito con circolare ai Cappellani la propaganda religiosa nel popolo. I nostri Comandi Italiani, ciò nonostante, la permettano e la incoraggiano. Il popolo risponde con grande entusiasmo.

12 maggio 1942

Sac. Pirro Scavizzi
Cappellano

5/ IV RELAZIONE A PIO XII, 7.10.1942 [dopo Il quarto viaggio per Dnepropetrowsk, che va dal 29 giugno al 23 luglio 1942]
(Ass, As, b. Russia 695, prot. 7282/42)

Beatissimo Padre

Per aderire al desiderio espressomi dalla Santità Vostra, per mezzo di Monsignor Pio Rossignani, espongo alcune mie osservazioni, che fanno seguito a quelle precedentemente esposte nei miei viaggi attraverso la Austria, Ceco-Slovacchia, Ungheria, Polonia, Russia, fino al fronte di guerra. Dichiaro che non avevo osato presentare alla Santità Vostra questa nuova relazione, perché credevo che lo avessero fatto meglio di me gli altri Cappellani Militari, specialmente quelli dei Cavalieri di Malta.
Queste note riguardano le osservazioni fatte da me nei mesi di giugno e di luglio del corrente anno 1942.

Austria

Da parte delle Autorità la Religione Cattolica appare rispettata; vari sacerdoti portano la veste talare; le chiese sono quasi tutte aperte e frequentate.

Sono proibite le feste di precetto non domenicali, per ordine del governo. Il Cardinale Arcivescovo è attentamente sorvegliato a Vienna; altrettanto è degli altri Vescovi, contro i quali, e contro il clero vi sono pregiudizi politici.

È impossibile a loro comunicare col Nunzio Apostolico di Berlino, e direttamente con Roma, se non attraverso la Censura.

Le adunate cattoliche sono proibite specialmente per la gioventù. Gli orari e i metodi delle adunate ordinate invece dalle organizzazioni statali sono ordinariamente un impedimento alla pratica del Culto e dei Sacramenti, per i giovani.

Il popolo appare avvilito; la moralità è in decadimento; altrettanto in decadimento è la fede; l'attaccamento a Roma è sincero nei praticanti e nel clero.

Ceco Slovacchia

In seguito a documenti, alla scoperta di organizzazioni occulte, e alla uccisione di un alto Personaggio politico, i tedeschi hanno aggravato la mano e moltiplicate le esecuzioni capitali e le violente repressioni, ormai lo Stato indipendente è assorbito, benché rimangano alcune forme esteriori nelle milizie, e si tenga il «Confine di Nazione» anche con i passaporti le dogane etc.

Le condizioni religiose dei Cattolici sono come nell' Austria.

Polonia

Le condizioni sono sempre più tristi, sotto tutti gli aspetti. Politicamente lo Stato Polacco è finito. Le repressioni contro qualunque atteggiamento sospetto, sono di una severità spaventosa.

Presso la stazione di Praga e vicino ad altre stazioni pendevano gli impiccati, alla vista di tutti.

Due bambini di nove anni, che si erano avvicinati al nostro treno fermo, per chiedere un po' di pane, sono stati feriti con una fucilata dalla sentinella tedesca e abbandonati alle nostre Suore di Carità che li hanno medicati.

Vi è una tessera ridotta per i viveri e i vestimenti, per i cittadini polacchi, mentre è normale per i tedeschi e i loro alleati.

Nelle vetture tranviarie metà della carrozza è riservata ai tedeschi e loro alleati, e altra metà è per i polacchi; ma si ha lo spettacolo dei grappoli umani nella parte posteriore, riservata ai polacchi anche se parte anteriore riservata ai tedeschi è vuota, perché nessun polacco osa varcare il limite, segnato da un semplice cordone.

Altrettanto, e peggio, avviene nei treni, ove i polacchi si arrampicano anche sui respingenti, con gravissimo pericolo di morte e si sdraiano sopra il vagone rimanendovi durante la corsa. Ho visto talvolta dei vecchi, delle mamme con bambini e delle giovinette arrampicate così alla meglio, e nessun tedesco invitarle a salire nei loro vagoni quasi vuoti.

Anche molti negozi sono riservati ai tedeschi e i polacchi non possono entrarvi. L'espansione germanica va escludendo i polacchi dai quartieri migliori della città, che vengono requisiti anche in un’ora, per abitazioni dei tedeschi, senza consentire agli sfrattati di portar via i mobili e gli oggetti di loro proprietà.

Si consente ai polacchi di rifugiarsi nelle case del Ghetto, che giornalmente si vanno spopolando per gli eccidi sistematici degli ebrei. Molti nobili e molti altri delle categorie più abbienti sono stati deportati od uccisi per sospetti politici.

Per la stessa ragione è vessato il Clero secolare e regolare, e sono tormentate le suore di vita attiva o di vita claustrale.

Ho portato alla Superiora delle Suore di Nazareth Polacche in via Machiavelli a Roma una lista di un centinaio di suore del loro Istituto, deportate dai bolscevichi o imprigionate dai tedeschi, o morte in prigionia. La persecuzione continua. Le scuole (eccetto le elementari e di mestiere sono proibite per i polacchi ed aperte soltanto per gli alunni tedeschi; comprese le scuole private, che del resto, ormai scompariscono tutte.

La fame e le malattie esauriscono la popolazione polacca e la esasperano.

La Religione è viva nel popolo; affievolita nelle classi superiori.

La mancanza di grano, di vino e di olio rende difficile la preparazione e l'amministrazione dei Sacramenti e la celebrazione della S. Messa. Il bisogno è urgente.

Sono proibiti in chiesa i canti non approvati dal Governatore civile, per timore di parole allusive.

Si vanno sistematicamente occupando da militari e dai civili i locali delle Comunità religiose, scacciandone i religiosi ed anche i collegiali o bambini ricoverati, o vecchi o minorati. Per questi ultimi vi è un processo medico di «eliminazione» per purificare la razza.

Nella Polonia del Nord è proibita la lingua polacca, sotto gravissime pene, e a tal uopo, con un ben organizzato spionaggio, è proibita la confessione troppo lunga.

Ai soldati tedeschi è proibito confessarsi dai preti polacchi, o accompagnarsi con loro nei convegni o nel passeggio.

Sono particolarmente sorvegliati i Salesiani, i Gesuiti, i Carmelitani.  Il ricevitore della Radio è proibito a chiunque non sia ufficiale dello Esercito o delle alte cariche dello Stato.

L'ascoltare radioaudizioni estere è reato punibile con la morte.

In questa proibizione è intimato l'arresto od anche la pena di morte per le trasmissioni della Vaticana.

E proibita anche la stampa periodica estera; perciò i fedeli ignorano ciò che Vostra Santità dice o scrive per il governo della Chiesa.

Gli ebrei

La eliminazione degli ebrei, con le uccisioni in massa, è quasi totalitaria, senza riguardo ai bambini nemmeno se lattanti.

Del resto per loro - che sono tutti contrassegnati con un bracciale bianco - la vita civile è impossibile. Non possono andare in un negozio, salire in tranvai o in carrozzella, assistere ad uno spettacolo, frequentare una casa non di ebrei.

Prima di essere deportati od uccisi, sono condannati a lavorare forzatamente in lavori materiali, anche se sono della classe colta.

I pochi ebrei rimasti appaiono sereni, quasi ostentando orgoglio. Si dice che altre due milioni di ebrei siano stati  uccisi.

Russia

I bolscevichi avevano abbattuto qualunque segno di religione, sotto qualunque forma, eccetto che nella Polonia, che avevano recentemente occupata, prima dell' oppressione germanica.

Qualche raro edificio sacro cattolico o scismatico veniva officiato da "papi" aderenti al bolscevismo.

Il popolo è rimasto fedele alle tradizioni religiose e alla moralità.

Il maggior guasto è nelle regioni delle grandi industrie, come nei bacini del Nipro, del Donez e del Don.

Il popolo è semplice ed aderisce con entusiasmo al Culto anche cattolico e latino, perché sa ben poco dello scisma.

Non ostante la circolare del Governatore tedesco, che vieta ai Cappellani militari di fare propaganda religiosa nel popolo, i nostri Cappellani italiani la continuano, col segreto consenso degli Alti Ufficiali nostri. Si distingue particolarmente il gesuita Padre Leoni alunno del Russicum.

L'occupazione militare ha peggiorato moltissimo il livello morale dei russi delle regioni conquistate.

Il Comando tedesco fa compiere la "eliminazione" (cioè uccisione) delle donne, che trova malate di sifilide. Perciò vi sono visite periodiche e improvvise per tutte, specialmente quando passano i nuovi corpi militari.

L'Intendenza Militare Italiana di Stalino fece un bando per offrire lavoro alle donne più che sedicenni. Si presentarono moltissime; ma fuggirono quasi tutte inorridite perché si proponeva loro l'arruolamento come prostitute in due categorie; per ufficiali e per truppa.

Le proteste del nostro Cappellano Capo non furono ascoltate, purtroppo.

Il nostro Colonnello dei Carabinieri di Kasakin mi raccontò, che vengono improvvisi ordini di "requisizione" di giovani donne, per essere portate a lavorare in Germania, non ostante la protesta delle mamme e dei mariti. lo stesso ho visto infatti dei lunghissimi treni con carri-bestiame, carichi di queste povere donne, sorvegliate da soldati armati. Ne ho visti anche altri carri-bestiame, dove erano pigiati in una spaventosa promiscuità donne e uomini destinati ai lavori. Costoro avrebbero viaggiato così per giorni e notti e settimane!

I prigionieri

Mi ha sorpreso il fatto che fra i feriti tedeschi e italiani non ho quasi mai trovato dei russi feriti; né mi consta che per loro vi siano ospedaletti speciali!

Le orde di prigionieri fanno spavento per la durezza con cui sono trattati e per le loro condizioni fisiche e morali.

Se possono, cercano di passare fra gli Italiani, che li trattano bene e danno loro da mangiare. Si temono gravi epidemie nei campi di concentramento e se ne hanno dei casi impressionanti.

L'Esercito Italiano

È veramente ammirabile per la fede sincera, oltre che per il valore bellico.

Vi sono evidentemente delle colpe morali; ma la massima parte si mantengono religiosi e buoni gli ufficiali e i soldati, e gradiscono l'opera dei Cappellani Militari dei quali vedono anche il sacrificio e l'amore, sia nei reparti di linea, che negli ospedaletti e ospedali.

L'Esercito Tedesco

Ha una organizzazione bellica meravigliosa sotto tutti gli aspetti.

I Cappellani sono "di divisione" e perciò non si vedono quasi mai. Li suppliscono provvidenzialmente i preti-soldati nei vari reparti e con molto zelo, non ostante la difficoltà da parte di alcuni superiori militari.

Ecco, o Padre santo, quello che in breve riferisco alla Santità Vostra, fra le inenarrabili cose che ho osservato e gli innumerevoli episodi che mi hanno commosso.

Degnatevi accogliere la mia rinnovata protesta di fedeltà, mentre sono pronto ad eseguire a prezzo della mia vita.

Prostrato al bacio del S. Piede imploro l'Apostolica Benedizione.

Roma 7 ottobre 1942

Sac. Pirro Scavizzi