«Sono cresciuto in una famiglia non credente e sono stato istruito secondo la cosiddetta scienza moderna in cui tutto deve essere dimostrato in modo inequivocabile e nella quale quello che non è dimostrato secondo questa logica rigida non esiste. Mi si è fatto capire in modo indiretto che la morte del corpo è la fine di tutto e che dopo di essa non c’è nulla. Sono maturato con questo “dogma” e l’ho accettato quasi completamente perché, o per istinto o per semplice desiderio, mi è sempre venuto il dubbio che la morte non fosse qualcosa di perfetto». Testimonianze dai 114 catecumeni che si preparano al Battesimo per la notte di Pasqua 2015 in Roma, accompagnati dai loro catechisti

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 15 /03 /2015 - 14:30 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito le testimonianze che sono state lette durante la Messa con il Rito dell'Elezione dei catecumeni il 21/2/2015 nella cattedrale di San Giovanni in Laterano.  Ad esse sono state aggiunti altri stralci dalle domande presentate da diversi catecumeni in vista dell'Elezione

Il Centro culturale Gli scritti (15/3/2015)

1/ Testimonianza della catecumena Adéla

Eccellenza Reverendissima,

sono Adéla nata nell'allora Cecoslovacchia - oggi Repubblica Ceca – e le chiedo di essere ammessa ai Sacramenti dell'iniziazione cristiana insieme a tutti i catecumeni qui presenti di cui mi faccio voce.

Ho fatto il percorso catecumenale nella Parrocchia di Santa Maria delle Grazie, dove sono stata accompagnata dal parroco Don Romano e da bravissimi catechisti, partecipando anche agli incontri diocesani con gli altri catecumeni.

Il mio percorso cristiano è però iniziato molto prima. Ho vissuto l'infanzia nel mio paese sotto il regime comunista, in una famiglia e in un ambiente completamente ateo. Poi per fortuna è arrivata la "rivoluzione di velluto" del 1989, ho potuto studiare e realizzare il mio sogno di aiutare a riportare il mio paese nell'Europa occidentale, democratica, alla quale apparteneva prima della famigerata epoca comunista. Sono stata molto felice di poter lavorare nelle relazioni estere del mio paese che si apriva all’unità dell’Europa.

Ho avuto così la fortuna di viaggiare, conoscere altri popoli e nazioni, ed ho scoperto che qui in Europa, malgrado le peculiarità dei diversi popoli, siamo molto vicini e abbiamo delle radici e dei valori comuni, derivanti dalla tradizione ebraica, greco-romana e cristiana.

Più tardi ho capito che nella vita nulla succede per caso e che c'è sempre un disegno del Signore, che dobbiamo imparare a leggere. Ero sempre attirata da Roma e dal suo "spirito" particolare. L'ho visitata più volte ed infine ho avuto la possibilità di servire qui il mio paese. Il soggiorno nella capitale del cristianesimo ha cambiato la mia vita. Mi sono pian piano avvicinata alla fede cristiana e qui ho trovato la mia casa, fisica e soprattutto spirituale.

Tantissime persone mi hanno aiutato nel cammino, ma il più importante è stato un amico che qualche anno fa mi ha raccontato della sua precedente vita movimentata trasformata radicalmente grazie all'incontro con il Signore. Grazie a lui ho letto i primi libri che mi hanno aiutato ad orientarmi - ad iniziare dai diari di Etty Hillesum con la sua toccante ricerca di Dio nelle condizioni estreme dell'olocausto. Questo amico mi ha regalato il Vangelo, mi ha fatto conoscere il primo sacerdote, mi ha portata ad Assisi e mi ha regalato la prima croce - quella semplice nella forma di Tau di San Francesco.

Mi ha anche incoraggiata ad iniziare il servizio della carità. Mi ha portata alla mensa della Comunità di Sant’Egidio dove cerco di andare ogni settimana: lì ho incontrato delle persone bellissime, sia fra i membri della comunità che fra i poveri. Ho vissuto anche esperienze di servizio in aiuto a persone senza tetto.

Quando sono tornata a Praga, nonostante la presenza della mia famiglia, mi sentivo sola e pregavo il Signore di poter tornare a Roma. Lui mi ha ascoltata e dopo tre anni è avvenuto un vero miracolo: mi è stata data la possibilità di ritornare di nuovo a Roma per lavoro.

Questo ritorno inaspettato, insieme all’elezione del nuovo papa che ha scelto il nome del mio amato Francesco e che mi ha colpito con le sue parole e gesti così semplici, concentrati sulla povertà e sulla tenerezza dell'amore evangelico, sono stati decisivi per me e li ho letti come un invito della Provvidenza a fare il passo decisivo: chiedere il Battesimo.

Sono così giunta in parrocchia dove ho iniziato il cammino. La fede ha cambiato la mia vita. Prima mi mancava qualcosa, un centro, un pilastro. Ora l'ho trovato in Dio.

Il messaggio cristiano mi commuove nella sua unicità: non siamo noi che dobbiamo salire verso un Dio irraggiungibile, ma è lui che si è fatto Uomo ed è sceso verso di noi, come segno del suo amore incondizionato per ognuno di noi. Gesù lo troviamo soprattutto nei volti, nelle mani, nella gioia e nei dolori delle persone che ci circondano, non negli edifici, statue, libri...

Prego quindi che sia concessa a me e a tutti i catecumeni presenti la grazia del Battesimo per avvicinarmi a Cristo ancora di più e per diventare parte del suo corpo, la Chiesa.

2/ Testimonianza del catecumeno Marco

Eccellenza,

sono Marco, un catecumeno romano di trent’anni. Lavoro in una società che si occupa di televisione, e grazie a Dio sono felicemente fidanzato da otto anni con Francesca, una mia coetanea. Le racconto della mia scoperta della fede, ma ognuno dei presenti potrebbe raccontarle come il Signore ci è venuto incontro e quanta gioia tutti abbiamo per il Battesimo che si avvicina.

La mia vita si è svolta lontana dalla fede poiché i miei genitori decisero di lasciare a me la scelta da grande; scelta, la loro, che da piccolo condividevo ma oggi non più! Perché il Battesimo, come la fede, è un dono che ogni bambino dovrebbe ricevere. Mia nonna, nonostante la scelta dei miei genitori, mi ha insegnato le preghiere fondamentali e qualche cenno “storico”, ed il mio cristianesimo era tutto lì.

Il Signore, però, con le Sue infinite vie, non si è arreso con me. Un giorno sono andato insieme a Francesca ed alla sua famiglia ad un incontro che si svolgeva in parrocchia, tenuto dal giovane parroco che ha svolto un ruolo chiave nella mia vita, Padre Antonio.

Da quella sera, io, Francesca e i ragazzi presenti abbiamo creato un gruppo desideroso della Parola di Dio, e ci siamo dati il nome di “Rosmarino”, dal nome di quella pianta così semplice che nasce spontaneamente.

Questo gruppo cammina ormai da cinque anni e abbiamo intrapreso nuovi percorsi come “I dieci Comandamenti” e “I sette segni”, integrandosi con il mio percorso di catecumenato.

Sì, da circa due anni ho preso la decisione di battezzarmi nel nome di Cristo poiché rimasi affascinato e incuriosito da questi giovani, oggi grandi amici, che vivevano, e vivono, come il Signore ci ha insegnato.

Certo, il maligno è sempre dietro l’angolo, ma per noi è chiaro che dobbiamo sempre più prendere coscienza che abbiamo un solo Padre, vero, unico e Santo ed, essendo immagine di Dio, dobbiamo comportarci come Suoi figli: da cristiani!

Grazie a questa comunità, alla Chiesa e all’amore di Francesca sono qui a chiederLe di poter diventare cristiano. Mi faccio voce in questa richiesta di tutti i catecumeni qui presenti.

Il mio augurio è che Lei condivida con noi questa attesa e questa gioia.

3/ Testimonianze dei catechisti Paolo e Rossella

Eccellenza Reverendissima,

siamo Paolo e Rossella, una coppia di coniugi romani, da alcuni anni catechisti dei catecumeni.

Siamo lieti di poterLe brevemente raccontare la nostra esperienza, simile a quella di tutti i catechisti qui presenti, pur nella diversità delle storie di vita. Tante volte negli incontri periodici organizzati dall’ufficio catechistico in questi due anni di catecumenato ci siamo scambiati gioie e delusioni, abbiamo condiviso i nostri metodi “didattici”, e abbiamo conosciuto anche gli altri catecumeni della città, all’inizio timidi, riservati, e oggi invece, sempre più aperti e solari.

Il primo elemento che vogliamo evidenziare è proprio questa solarità, questa “luce” che i nostri catecumeni hanno negli occhi e nel cuore. È una luce, a volte proprio un fuoco, che brucia dentro di loro, che sanno trasmettere con grande gioia, a volte anche solo con un sorriso.

Un altro elemento che ci ha colpiti in questi anni è la “vocazione” dei catecumeni – tanti di loro amano parlarne. Nelle loro vite esiste un momento preciso, che ognuno di loro conosce perfettamente e che non dimenticherà mai, nel quale è arrivata una chiamata precisa, diretta, inconfondibile.

Una mamma, anche se non battezzata, raccontò, durante gli incontri comuni in Seminario, che soffriva nel sentire le parole del figlio di 14 anni, aspre e fredde verso Dio. E così decise di fare un passo avanti lei per prima, per far capire al ragazzo che Dio non è lontano dalle nostre vite.

Un’altra, impegnata nella sanità, vedendo l’accettazione serena della sofferenza da parte di alcune donne ammalate, ha sentito il bisogno di avvicinarsi a quella Fonte da cui si sprigionava quella forza.

Una giovane mamma sudamericana ci ha raccontato come otto anni fa aveva incontrato per lavoro una donna che le parlava sempre di Dio e la invitava continuamente a battezzarsi. Ma lei non era pronta e non teneva conto di questi inviti. Quando vide in diretta televisiva l’elezione di papa Francesco, lei che non sapeva quasi niente della Chiesa e del Papa, sentendo le parole di quell’uomo che proveniva dal suo continente si commosse fino alle lacrime e chiese di prepararsi al Battesimo.

Eccellenza, può ben capire, allora, perché è stato per noi una gioia e un privilegio essere vicini ai catecumeni: essi portano in sé il dono di una grande fede, una fede che ha consentito loro di superare critiche anche violente, disapprovazione da parte di amici e familiari. Nulla ha potuto fermarli, sono andati diritti per la loro strada e noi non abbiamo fatto altro che accompagnarli.

Fra noi e loro è nata anche una profonda amicizia. La catecumena che io e Rossella abbiamo accompagnato aveva sentito raccontare dal parroco la storia del Piccolo Principe e della volpe, quella in cui il Piccolo Principe domanda alla volpe "Che cosa bisogna fare per diventare amici?". "Bisogna essere molto pazienti", gli aveva risposto la volpe: "In principio tu ti siederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino". E alla fine il piccolo principe e la volpe diventarono amici.

Poco tempo fa, al termine della consegna del Vangelo, lei ci ha detto: “Oggi siamo proprio come ‘el principe y el zorro’ come il principe e la volpe”, mettendo Gesù al centro dei nostri discorsi, siamo diventati veri amici.

Per questo cammino fatto insieme, di fede, di fraternità, di preghiera, Le chiediamo a nome di tutti i catechisti di eleggere questi catecumeni perché ricevano in dono dalla Chiesa il Santo Battesimo.

4/ Brani dalle domande per l’elezione di altri dei 114 catecumeni che saranno battezzati nella notte di Pasqua 2015

-Elona

Ho sempre creduto nella fede cattolica ed ho sempre desiderato di essere battezzata, ma con la convivenza non è stato possibile. Così subito dopo il matrimonio ho iniziato il mio cammino di fede da catecumena.

-Ervin

Sono nato e cresciuto in una famiglia non credente e sono stato istruito secondo la cosiddetta scienza moderna in cui tutto deve essere dimostrato e riprodotto in modo inequivocabile e nella quale quello che non è dimostrato secondo questa logica rigida, probabilmente o sicuramente non esiste. Mi si è fatto capire in modo indiretto che la morte del corpo è la fine di tutto e che dopo di essa non c’è nulla perché il corpo è tutto.

Sono maturato con questo “dogma” e l’ho accettato quasi completamente, dico quasi perché, o per istinto o per semplice desiderio, mi è sempre venuto il dubbio che la morte non fosse qualcosa di perfetto, che quel nulla in realtà fosse il tutto, la meta da raggiungere, il premio di una vita sottoposta molto spesso a tentazioni distruttive ed a sofferenze sia di tipo fisico che soprattutto di tipo emozionale, che fosse la salvezza di tutto ciò.

-Ilaria

In sincerità, non credendo di essere portata per un approccio “mistico-ascetico” alla tematica religiosa, ho trovato nell’impostazione pastorale dell’Opera e nell’importanza che viene riservata alla santificazione mediante il lavoro una totale comunanza di valori. Citando la Spe Salvi di Sua Santità Benedetto XVI: “Pregare non significa uscire dalla storia e ritirarsi nell’angolo privato della propria felicità. Il giusto modo di pregare è un processo di purificazione interiore che ci fa capaci per Dio e, proprio così, anche capaci per gli uomini”. Ed è pertanto nell’ottica di completamento di un percorso di piena partecipazione alla vita cristiana che intendo accostarmi ai Sacramenti e affinché la famiglia che stiamo costituendo con il mio fidanzato possa avere la benedizione di Nostro Signore.

-Ilenia

Per me la nascita di mia figlia Sofia è un vero miracolo che mi è stato donato. Ciò mi ha dato la spinta ad intraprendere questo cammino spirituale, ma soprattutto a ricevere il Battesimo.

-Carlotta

I miei genitori mi hanno insegnato fin da piccola ad amare Dio e Suo figlio Gesù, in pienezza e rispettando tutti, di qualsiasi fede siano, indistintamente. Loro sono testimoni di Geova e questa visione così aperta e fraterna non era proprio ben vista, ma loro sono andati avanti uniti. Raggiunta la maggiore età ho iniziato a cercare Dio, un Dio più amorevole, in quanto quello che mi veniva spiegato era troppo rigido. Ho letto e riletto molte volte le Sacre Scritture e ogni volta mi convincevo che Dio esisteva ma non era lì.

-Andrea

Da ragazzo e studente frequentavo maggiormente amici e compagni di scuola di religione cattolica, andavo nelle loro case e vedevo sempre il Crocifisso e mi colpiva molto vederlo perché mi chiedevo: “Ma perché mai uccidere un uomo così buono?” La cosa mi faceva sentire quasi in colpa, non per altro che per la mia appartenenza al popolo che crocifisse Gesù. Parlando con il mio padre spirituale, e mio attuale parroco, ho capito che le colpe sono individuali e non per appartenenza religiosa.

-Rachel

All’età di 14 anni sono andata a studiare in Inghilterra in una scuola di Quaccheri nel North Yorkshire dove ho sperimentato anche il modo dei Quaccheri. Ogni domenica noi studenti dovevamo essere in silenzio per sentire Dio e riflettere sulle cose che avevamo fatto nella settimana stessa. Fino al 2009 sono sempre stata negli UK ma nessuno o niente mi ha fatto pensare di voler essere cattolica e vicina a Dio. Ma tutto è cambiato quando ho conosciuto Luca, mio marito, che davvero mi ha insegnato il modo di vita cattolico per la prima volta parlando casualmente e poi ogni giorno con le sue esperienze ed è aumentata la mia curiosità verso la religione cattolica. Nel 2012 ci siamo sposati nella Chiesa di San Giorgio al Velabro. Ma prima di sposarci, siamo stati al corso di preparazione al matrimonio dove mi sono commossa tanto sentendo parlare di Dio. Piano piano nella mia vita, le cose sono cambiate, abbiamo avuto anche un figlio nel 2013 e il forte desiderio di essere battezzata è arrivato. Perché sento che Dio è sempre con noi e ci aiuta in qualsiasi momento. Le emozioni che mi da Dio sono forti e spesso mi vengono le lacrime. Le spiegazioni della Bibbia sono importanti nella mia vita e mi insegnano a diventare una persona sempre più buona e brava verso gli altri, specialmente con la mia famiglia. Mi piace tanto ascoltare la messa perché imparo sempre cose nuove di me.

-Hena

Da ragazza lessi un libro sulla storia di Isa, senza sapere che in lingua araba “isa” significasse Gesù. Nonostante ciò provavo rispetto per lui del quale mi aveva colpito soprattutto la nascita. Venendo in Italia conobbi la chiesa e nonostante non sapessi esattamente cosa rappresentasse iniziai ad andarci quando soffrivo. Pur non essendo cristiana il contatto con Gesù, non sapendo ancora che fosse Isa, mi confortava. Dopodiché nel corso degli anni ho scoperto che Isa era Gesù e ho così cominciato a leggere la Bibbia e ho così preso la decisione di voler diventare cristiana e seguire gli insegnamenti di Gesù.

-Aiscia

Divenendo madre ho capito che dovevo fare in modo che quest’amore verso Dio venisse definito anche per il bene dei miei figli soprattutto ora che il mio primogenito ha iniziato il catechismo e credo che avere un esempio concreto possa dargli maggiore fede e fiducia.

-Elsafan

Ho una bambina di otto anni che ho lasciato in Perù. Io soffro tanto la sua mancanza però ho trovato consolazione in Dio. Egli mi da tanta forza per continuare la mia strada: da cinque anni ho lasciato la mia terra per trasferirmi a Roma per cercare un lavoro.

-Rachel

Da quando mi hanno spiegato che nell’Ostia c’è Gesù, il desiderio di ricevere il Battesimo e gli altri Sacramenti è diventato sempre più grande.

-Inés

All’età di 5 anni andai con mia nonna a Messa e l’accompagnai al momento di ricevere la Comunione. Siccome non avevo fatto la catechesi, alle parole “il corpo di Cristo” risposi semplicemente “grazie”. Mi sono sentita guardare in modo strano dal prete, che a fine Messa ha chiesto di parlare con mia nonna. Ero piccola ma ho provato molta vergogna per quello che era accaduto come se davanti ad una persona molto importante fossi stata maleducata e scortese. Dopo questo “incidente” sono nate molte domande in me e mia mamma mi ha risposto giustificando l’accaduto con il fatto che non ero stata battezzata. Lei era rimasta incinta di mio fratello quando era minorenne e aveva dovuto sposare mio padre. Tante sono state le chiese che non li hanno voluti sposare e tanta è stata la tristezza nata nel suo cuore sentendosi rifiutata. Per ironia della sorte, si sono poi sposati nella più bella ed importante chiesa di Lisbona, il Monastero dos Jerónimos, ma insieme, ricordando il rifiuto vissuto mesi prima, hanno deciso di lasciare a me e a mio fratello la decisione di farci battezzare.