Il “tu” negato, di Maurizio Botta

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 06 /11 /2016 - 17:02 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo dal sito www.cinquepassi.org un’omelia pubblicata l’1/11/2016. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimento., cfr. la sezione Maestri nello Spirito.

Il Centro culturale Gli scritti (6/11/2016)

Il “tu” negato: Audio Omelia

Qualche anno fa Papa Benedetto dedicò un’udienza intera alla santità. Una piccola frase del suo discorso, per capacità di sintesi, mi risultò folgorante.

I Santi manifestano in diversi modi la presenza potente e trasformante del Risorto; hanno lasciato che Cristo afferrasse così pienamente la loro vita da poter affermare con san Paolo “non vivo più io, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20).

Il nostro problema dentro la Chiesa è con te Gesù. Ci tocca tutti e a tutti i livelli. Parliamo di Te sempre alla terza persona, come se Tu non esistessi veramente, come se il tuo Tu avesse meno consistenza del mio, addirittura meno del tu di un lontano conoscente. Il tuo Tu meno tu del mio. Come se io fossi più persona di Te.  Noi neghiamo a Cristo una consistenza vitale.

Ti neghiamo quello che Tu Gesù sei: vivo. Diciamo macchinalmente, senza fede, che Tu vivi e regni, ma ti concediamo in realtà, a stento, solo una qualche forma di esistenza vaga, mentale, filosofica. Ti neghiamo un pensiero certo e delineato, una volontà personale sicura. Ti neghiamo anche una vita personale più viva e vera della nostra biologica pur così pallida e fragile ai nostri stessi occhi. A maggior ragione la realtà che Tu regni attivamente nel presente, è verità che rimane solo nella conclusione delle preghiere ufficiali. Senza nerbo. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli… un soffio di voce non un grido di fede amante.

Perdonaci! Tu ci dici oggi: in questo è glorificato il Padre che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Chiedo che questa gloria del Padre si manifesti in noi. Perché questo sia possibile, ti chiedo a tua gloria o Padre, come pastore, che la presenza viva e personale di tuo Figlio diventi chiave di lettura di questa nostra comunità di uomini e di donne, di vecchi e di bambini. Una comunità in cui il Tu di Gesù Cristo sia vivo e regnante. Un Tu a cui obbedire insieme estinguendo le mode vaporose.

Che il Tu di Cristo diventi il codice per spiegare questo nostro noi. Perché ognuno di noi possa dire insieme agli altri: “non vivo più io, ma Cristo vive in me”. Amen. Così sia.