Veleno [Omelia per la festa dell’Immacolata Concezione di Maria], di Maurizo Botta

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 09 /12 /2016 - 12:33 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo un post pubblicato l’8/12/2016 sul sito www.cinquepassi.org. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sotto-sezione Maria.

Il Centro culturale Gli scritti (9/12/2016)

Molti popoli conservavano il ricordo di una età di armonia originaria di cui, anche noi, abbiamo come un presentimento, una struggente nostalgia iscritta nel profondo. Esiodo (VIII a.C.) la definì Età dell’Oro.

Le fiabe, come i miti classici, hanno un valore certo per dire cose vere usando il loro linguaggio fantastico. Non mi stancherò mai di dire che le favole sono vere, sono chiavi di lettura della realtà molto più efficaci del giornale che deve ancora essere stampato. Le fiabe sono sempre più avanti.

Con altrettanta chiarezza ricorderò che Genesi non è una fiaba, ma un testo abissale. Capace, con immagini simboliche, di dire verità eterne e centrali su Dio e sull’uomo, sul bene e sul male.

Una presenza malvagia e misteriosa, sperimentabile ogni giorno, instillò, come un veleno, un sospetto: “Dio in realtà ha paura di voi…”. L’uomo per tenere dentro questo sospetto gettò fuori la verità gustata della bontà di Dio. Questa suggestione malvagia accettata si trasformò in scelte, in azioni simbolizzate da un divieto trasgredito. Un frutto afferrato. Dopo è la paura che come un inchiostro nerissimo è arrivata fino ad oggi. Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto.

Sospetto, paura e disordine. L’uomo a differenza delle bestie ha una malvagità che nessuna bestia riesce ad avere. I vertici di malvagità dell’uomo indicano una cosa sola: l’uomo è più intelligente. Capiamo la grandezza dell’uomo, che l’uomo è un animale spirituale che si eleva sugli altri, anche in negativo, dagli abissi di crudeltà e di malvagità che solo l’uomo ha potuto raggiungere. L’uomo non è positivamente solo desiderio, non è solo musica classica, non è solo scalate, è anche guasto. Ecco, la Chiesa ha dato a questo guasto un nome tecnico: “peccato originale”. Il peccato originale non è da dimostrare, ma da constatare. È così forte che quando la vita picchia duro ci chiediamo, ma io sono libero? O sono trascinato da forze più grandi di me che mi attraversano da tutte le parti? Una goccia di veleno, aldilà della buona educazione ricevuta, ereditata in quanto uomini per una misteriosa unità che lega l’umanità. Ciò che riguarda uno riguarda tutti, ciò che riguarda il nostro passato riguarda noi.

Maria, totalmente al di là dei suoi meriti, ha ricevuto in dono la condizione originaria di armonia con Dio, con sé stessa, con gli altri e con la creazione che era quella del primo uomo. Maria non sospettava di Dio, ma è stata tentata come Eva e come Adamo di sospettare di Lui. Le è stato donato questo rapporto iniziale di armonia, senza veleno, ma esposto alla tentazione. Maria è rimasta e rimane una creatura come noi e proprio come noi era veramente libera di accogliere o respingere il progetto di Dio.

Maria, anche se risparmiata da questo veleno originario, ha dovuto crescere nel suo essere discepola di Cristo. Noi anche se liberati dal Battesimo, conserviamo una evidente ferita che ci inclina al male. Percepiamo come necessario il combattimento spirituale. Occorre lottare per la purezza, per assecondare questa nostalgia profondissima che abbiamo di purezza e di santità. Ricominciamo ad avere il coraggio di ridire queste parole: purezza, santità.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica (388) ha una frase interessante: “Bisogna conoscere Cristo come Sorgente di Grazia per conoscere Adamo come sorgente di peccato”, altrimenti questa spaccatura ci porterebbe alla disperazione. Il Padre darà lo Spirito Santo a coloro che lo chiedono! Solo in questo Dono la paura è trasfigurata e diventa Timor di Dio, diventa Attesa, diventa Avvento. C’è e ci viene donata la Santità, la Purezza di Dio ben superiore a quella dell’Età dell’Oro. Il nostro destino come uomini è ben al di là del punto di partenza. L’Antidoto sorpassa infinitamente il veleno.