Feticisti in amore, di Vladimir Sergeevič Solov'ëv

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 13 /07 /2020 - 15:11 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito un testo tratto da Vladimir Sergeevič Solov'ëv, Il significato dell'amore, Edilibri. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Educare all’affettività.

Il Centro culturale Gli scritti (13/7/2020)

N.B. de Gli scritti Il linguaggio di questo testo scritto alla fine dell'ottocento appare oggi poco politicamente corretto e potrebbe rischiare di essere vituperato come irrispettoso delle diverse pratiche feticiste: in realtà coglie, invece, una prospettiva profonda e seria della dinamica d'amore. Può e deve essere pertanto presentato anche in un tempo in cui sembrerebbero non solo lecite, ma addirittura "tolleranti" solo quelle posizioni che tutto uniformassero come uguale, a partire dal principio solo apparentemente vero che ognuno è libero di comportarsi come crede. 

Molte persone vengono eccitate eroticamente, soprattutto e talvolta anche esclusivamente, da un singolo elemento appartenente alla persona dell’altro sesso (per esempio, i capelli, le mani o i piedi) o addirittura da certi suoi oggetti esterni, quali possono essere per esempio determinate parti del suo vestiario e simili.

Questa anomalia ha preso il nome di feticismo erotico. È chiaro che l’anormalità di un simile feticismo dipende dal fatto che una parte prende il posto dell’intero e l’accidente quello dell’essenza.

Ma se i capelli o i piedi che eccitano il feticista non sono altro che delle parti del corpo femminile, anche questo stesso corpo in tutto il suo insieme è soltanto una parte dell’essere femminile, e ciò nonostante tutta quella folla di persone che è innamorata del corpo femminile per se stesso non viene accusata di feticismo, non viene considerata una congrega di pazzi e neppure viene sottoposta a una qualche cura.

Ma dove sta mai qui la differenza? Sta forse nel fatto che la superficie di una mano o di un piede è minore della superficie di tutto il corpo? Se in linea di principio vengono considerati anormali tutti quei rapporti sessuali nei quali una parte prende il posto del tutto, allora anche quelle persone che, in un modo o nell’altro, comprano un corpo femminile per soddisfare i propri bisogni sessuali e con ciò stesso separano il corpo dall’anima, devono essere considerate anormali dal punto di vista delle relazioni sessuali, psichicamente malate, feticiste in amore e persino necrofile.

E invece questi morti viventi che amano nient’altro che dei cadaveri sono considerati persone normali; e si noti poi che quasi tutta l’umanità passa attraverso questa seconda morte.

Una coscienza non assopita e un senso estetico che abbia ancora una qualche sensibilità sono in perfetto accordo con il pensiero filosofico nel condannare in maniera assoluta qualsiasi rapporto sessuale che si fondi sulla separazione e sull’isolamento della sfera animale inferiore dell’essere umano da quella superiore.

Al di fuori di questo principio non si può trovare alcun criterio che sia in grado di tracciare una netta distinzione tra ciò che è normale e ciò che è anormale nel campo sessuale. Se si ritiene giusto che il bisogno di certi atti fisiologici debba comunque essere appagato a qualsiasi costo per il solo fatto che è un bisogno, allora si dovrà ritenere assolutamente giusto che venga appagato anche il bisogno di quel «feticista in amore» per il quale l’unico oggetto sessualmente desiderabile è un grembiule appeso ad asciugare”.