Convincere, questo è il segreto della sinodalità, di Giovanni Amico

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 08 /01 /2024 - 23:06 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito una nota di Giovanni Amico. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Teologia pastorale.

Il Centro culturale Gli scritti (8/1/2024)

La sinodalità è oggi più che mai necessaria, perché sia nella Chiesa, sia fuori della Chiesa, le persone sono spaccate in due fronti.

A nulla servirebbe compattare l’uno o l’altro fronte se non si riuscisse a convincere chi pensa altrimenti, cioè l’altra metà.

Sarebbe una sinodalità fatta solo da una metà delle persone che si contrapporrebbe poi all’altra metà, senza aver convinto.

Convincere è vincere insieme: etimologicamente è proprio con-vincere, vincere con, vincere insieme.

È ciò che avvenne nella prima assemblea degli Atti degli Apostoli a Gerusalemme. Tutti si parlarono insieme e ne uscì fuori una decisione presa all’unanimità, poiché tutti erano stati “convinti” dallo Spirito.

Lo stesso desiderò Giovanni XXIII, quando alla prima votazione sul documento che sarebbe poi diventato la Dei Verbum si accorse che 1/3 dei vescovi non era d’accordo. Ebbe il coraggio di ritirare la bozza, perché un documento accettato solo da 2/3 del Concilio avrebbe spaccato la Chiesa.

Si lavorò ad una nuova stesura che fosse accettata da tutti e solo nel 1965, alla fine del Concilio, i tempi erano ormai maturi e il documento fu votato quasi all’unanimità.

Lo Spirito aveva convinto tutti, ma tutti erano stati disponibili a non fare passi non convincenti e non condivisi da tutti – non solo dalla metà, fosse pure la maggioranza.

Ecco il convincere, l’incontrarsi fra gruppi con visioni differenti, per cercare come spingere “oltre” le posizioni, fino ad aver convinto veramente tutti.

Se non si facesse lo sforzo e la fatica di convincere tutti, di parlare con tutti, di trovare mediazioni significative e al di sopra, più alte, per giungere ad un’armonia di visioni, i risultati sarebbero di fatto poi irrilevanti, perché le decisioni potrebbero poi solo essere imposte agli altri e, quindi, si avrebbe una contraddizione in termini di sinodalità: sarebbe un imporsi sull’altra metà.