Lucio Corsi finge di non fare il duro, ma poi lo è, alla maniera del “politicamente corretto”. Breve nota di Giovanni Amico

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 05 /05 /2025 - 16:22 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito una nota di Giovanni Amico. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. le sezioni Musica e Educazione e media.

Il Centro culturale Gli scritti (5/5/2025)

“Volevo essere un duro” è il refrain. Cioè: “Ho capito che era sbagliato essere duri, critici verso chi non la pensa come noi, che bisogna essere invece tolleranti, e ho abbandonato così l’idea, per essere un povero Cristo come tutti e vicino a tutti”.

Basta guardare il video della canzone per capire che così non è.

Il video – che riprende in chiave satirica precedenti e più illustri autori, ad esempio Black or White di Michael Jackson – ripete i clichés del potere dominante del mainstream e ridicolizza una famiglia che non esiste più, quella che vorrebbe che il figlio prendesse buoni voti a scuola. Il ragazzo del video viene punito per il pessimo esito del suo studio e i suoi genitori conseguentemente demonizzati.

Arroganza, insomma, verso un mondo di valori, anche se non esiste più, ridicolizzando quanti provano a far sì che i propri figli approfittino della scuola.

L’arroganza si riversa poi contro un secondo soggetto, la Chiesa, sempre secondo la visione dominante del mainstream.

Entra in scena, infatti, Pieraccioni, nella veste di un prete esorcista, chiamato compiacentemente dai genitori, ridicolizzando il ruolo degli esorcisti. Da vero duro contro genitori e preti.

L’attacco alla sua figura diviene ancora più palese quando il prete intasca una congrua offerta per aver tentato di esorcizzare il ragazzo, senza successo: il disprezzo per la Chiesa trasuda da questo duro video satirico che insinua la venalità del clero, solo per compiacere i potenti dei media.

Deboli apparentemente, duri contro i genitori, la scuola e la fede. Duri contro chi non la pensa secondo il politicamente corretto.