Senza tempo e fatica non c’è maturità umana. Lontano dai riflettori e dal successo facile custodiamo le fasi dell'apprendimento, di Cristian Carrara

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 08 /03 /2011 - 17:49 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo dal sito www.piuvoce.net un articolo apparso il 28/2/2011. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. 

Il Centro culturale Gli scritti (8/3/2011)

Che spazio c’è oggi per la pazienza dell’apprendere? Per quel periodo della vita, necessariamente nascosto, lontano dagli sguardi della gente, in cui ci si tuffa nel senso delle cose, riempiendo di insegnamenti il proprio zaino, che servirà poi per affrontare la vita.

E’ quel periodo meraviglioso, denso anche di contraddizioni, che anticipa la maturità. E’ un’età, questa, che ha bisogno necessariamente di silenzio e nascondimento. Perché in questi anni movimentati, a tratti burrascosi, in questi anni di scontro e di scoperta, ha luogo la lenta e progressiva maturazione della persona. E’ l’età in cui si può sbagliare, si deve sbagliare, per formare la propria conoscenza del bene e del male.

C’è bisogno di tempo per imparare. Ma, soprattutto, c’è bisogno della riservatezza dell’apprendere. Per questo motivo inorridisco di fronte ai tanti genitori che vogliono per i loro figli il successo subito e senza sforzo. Di fronte a ragazze e ragazzi gettati sotto i riflettori della vita, senza aver raccolto, nel tempo del silenzio, quanto basta per restare saldi di fronte ai venti della vita.

Inorridisco di fronte ai tanti, troppi, show televisivi in cui si vende un successo privo di sforzi, ma in cui, soprattutto, si portano al successo giovani che molto probabilmente crolleranno di fronte al peso dell’essere sempre, inevitabilmente, sotto i riflettori.

Salvaguardare la possibilità di apprendere con pazienza e fatica, lontano dai miraggi dei riflettori, è l’unica garanzia, ancor oggi, che porta alla maturità. E’ in quel senso di attesa, che abbisogna di mesi, di anni, che cresce il seme della maturità. E’ il rispetto delle stagioni della vita, ognuna con i suoi tempi e i suoi ritmi, che permette uno sviluppo integrale e naturale della persona. E di questo sviluppo, il tempo, lento e burrascoso, dell’apprendimento, è quello che porta maggior ricchezza, se conservato e custodito.