90 catecumeni romani si preparano al battesimo che riceveranno nella notte di Pasqua del 2011

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 13 /03 /2011 - 23:40 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo l’articolo scritto da mons. Andrea Lonardo, direttore dell’Ufficio catechistico e Servizio del catecumenato della diocesi di Roma, per Romasette del 13/3/2011, insieme alla due testimonianze di un catecumeno e di una coppia di catechisti pronunciate durante il Rito di elezione.

(13/3/2011)

90 catecumeni romani si preparano al battesimo, di Andrea Lonardo

«Se penso a come ho lottato contro Dio nel mio ateismo cinico, nell’insinuare il dubbio nelle anime più deboli, nel prendere in giro chi credeva, mi viene da inginocchiarmi e chiedere perdono. Poi ho sentito che con la vita cristiana si rinasce. Il mio cuore e il mio vissuto lo confermano».

Così scrive Bjori, uno dei 90 catecumeni romani che sono stati “eletti” al battesimo sabato in San Giovanni in Laterano. Sembra di riascoltare le parole con le quali Tertulliano, nell’Apologetico, ricordava il suo passato rivolgendosi ai pagani: «Di Dio anche noi abbiamo riso talvolta. Siamo stati dei vostri: cristiani si diventa, non si nasce».

Fra i catecumeni che riceveranno il battesimo nella notte di Pasqua metà sono italiani e metà stranieri. Albania, Algeria, Argentina, Bielorussia, Bosnia, Bulgaria, Camerun, Capoverde, Repubblica Ceca, Cile, Costa D’Avorio, Croazia, l’etnia rom, Gabon, Ghana, Giappone, Haiti, Marocco, Nigeria, Perù, l’etnia Rom, Russia, Sierra Leone, Tunisia, Uzbekistan, le nazioni di provenienza di questi ultimi.

Molti erano atei, altri appartenevano ad altre religioni come il buddismo, l’islam, i testimoni di Geova. Una ragazza racconta: «A diciassette anni, accompagnata da mio padre, volli comprare la mia prima Bibbia, rossa, perché l’attrazione per il pensiero cristiano c’era, ma mescolata al pregiudizio per la chiesa. L’ignoranza su molte cose era ampia».

Un’altra ricorda quel momento indimenticabile che ha segnato la svolta della sua vita: «Vengo da una situazione familiare diciamo un po’ “particolare” e spesso mi sono trovata in situazioni ambigue... poi è stato come se qualcuno mi avesse messo una mano sulla spalla e mi avesse detto: “Va bene, ora però basta”».

Per giungere all’elezione si sono formati nelle diverse parrocchie e cappellanie per almeno un anno e mezzo, perché la scelta della fede cristiana potesse maturare e non fosse dettata da emotività. Ieri, nella celebrazione, sono stati “eletti” al battesimo da S. Ecc. mons. Tuzia, a nome della chiesa di Roma. Hanno iscritto solennemente il loro nome nel Libro degli Eletti, impegnandosi ad approfondire il cammino che li porterà al Battesimo nella veglia pasquale.

Paolo e Francesca, due dei catechisti, che li accompagnano, raccontano: «Nostro compito è stato quello di dare corpo e verità alla loro sete di Dio, mostrando loro la fede in Cristo incarnata nella sua Chiesa».

La testimonianza di Bjori, pronunciata a nome di tutti i catecumeni in cattedrale, il 12/3/2011, nel corso del Rito dell’Elezione

Caro Padre

le parlo a nome di tutti i catecumeni presenti. Le racconto qualcosa della mia storia, ma ognuno potrebbe raccontarle della sua conversione e solo la mancanza di tempo lo impedisce.

Il cambiamento avvenuto nella mia vita sembra poca cosa da fuori, ma all’interno è cambiato tutto: è cambiata la lettura del mondo che mi circonda, sono cambiate le persone; ciò che prima era opaco, ora brilla; ciò che prima provocava amarezza e dolore, ora è un’occasione per amare.

Amare, appunto. Quanto cambia questo concetto con Cristo!

Non avrei mai immaginato che esistesse qualcuno che riuscisse a donare tanto amore da trasformare quell’inquietudine che ogni uomo si porta dentro, in un sentimento pieno di calore e di vigore.

Ho iniziato la conversione leggendo la Parola di Dio. Iniziai per pura curiosità, dopo che la vita mi aveva mostrato il peggio di sé, dopo che il mio orgoglio si era dolorosamente piegato di fronte a una dura realtà. Dopo che ogni cosa in cui credevo era stata messa in dubbio.

Nel primo momento di serenità che ebbi dopo più di un anno di tormenti, 'apparve' una “Bibbia di Gerusalemme”.

Me la feci prestare per vedere che c’era scritto ed essa mi rapì e mi portò via in un mondo che non conoscevo ma che avevo il disperato bisogno di trovare.

Il mio cuore zampillava di gioia pura per il tesoro ritrovato, come un bambino che scopre il bello della vita.

È proprio vero, come “acqua in terra arida” quelle parole mi penetrarono nel cuore e mi mostrarono il disperato bisogno che abbiamo di Dio.

Lessi più volte la Bibbia, credendo di aver capito tanto, finché non incontrai la Chiesa, che mi mostro quanto poco avevo capito e quanta strada c’era da fare: un cammino perpetuo verso Dio.

Della mia conversione devo ringraziare anche Papa Giovanni Paolo II. La sua figura e l’amore che riusciva a trasmettere, sono stati una guida amorevole verso Dio e la Chiesa.

C’era una scritta dedicata a Papa Giovanni Paolo II dove abitavo all’epoca e mi affezionai ad essa come Giona con l’arbusto che lo riparò dal sole.

E mi affezionai anche al Papa. E così, quando Papa Giovanni Paolo II venne a mancare, mentre questa meravigliosa città lo piangeva, il mio cuore lo pianse con essa; e mentre la gente pregava, mi ritrovai a piazza San Pietro a pregare con loro, e qualcosa di buono entrava in me.

Poi quando venne eletto Papa Benedetto XVI corsi a vederlo (ma, ahimè, non ci riuscii) e non so’ spiegare quella voglia, quel sentimento profondo che mi spingeva ad attraversare mezza città.

Così successe che mi avvicinai, lentamente e timidamente, alla Chiesa. E dopo un po’ di tempo mi ritrovai, in parrocchia a chiedere di iniziare il cammino pre-catecumenale, o meglio ad esprimere, in modo impacciato, il desiderio di voler ricevere il battesimo.

È stato al primo incontro in parrocchia che capii quanto volevo fare parte della Chiesa, ma anche quanto poco avevo capito della Scrittura e che bel mondo mi si apriva.

Il cammino poi è stato tutta una scoperta. La vita era la stessa eppure tutto era nuovo.

L’amore di Dio Padre, il sacrificio di Gesù Cristo, Suo figlio unigenito, lo Spirito Santo che riempie i cuori di santi e profeti, la visione (questa volta col cuore aperto) della croce e della sindone, le piaghe di Gesù, il Suo Sacro Cuore che dolente e tradito continua ad amare gli uomini, mi hanno commosso nel profondo.

In questo cammino, inoltre, ho conosciuto la comunità dei credenti con cui ho condiviso quel senso di fratellanza, quella gioia e quel amore gli uni per gli altri da meritarsi l’antico appellativo di “coloro che si amano”. Quella comunità che ho sognato tutta una vita, qui l’ho trovata.

Nel mio cammino ho trovato persone vere che ringrazio di cuore, i quali con i loro slanci d’affetto mi hanno stupito: un affetto puro, più raro e prezioso dei diamanti, che non si trova nel mondo.

Più ripenso alla strada che mi ha portato qui e più mi convinco che la mia volontà è poca cosa rispetto a quella del Signore. È Lui che mi ha scelto, è Lui che mi ha riscattato e salvato nel peggiore dei miei giorni. E quante altre volte l’ha fatto, ma io avevo gli occhi chiusi e le orecchie tappate. Eppure il Signore ci ha riprovato, anche se io non lo meritavo.

Se penso a come gli sono stato contro nel mio ateismo cinico, nell’insinuare il dubbio alle anime più deboli, nel prendere in giro chi credeva, mi viene da inginocchiarmi e chiedere perdono. E mi fa lodare Dio per la Sua magnanimità e per la Sua misericordia.

Mi viene in mente una frase di Isaia dove il Signore dice: “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai”. Quanto è vera questa frase nella mia vita.

Padre, ho sentito in questi giorni che con la vita cristiana si rinasce. Il mio cuore e il mio vissuto lo confermano.

E’ per questo che allora mi faccio voce dei catecumeni presenti per chiederle che ci accolga fra coloro che riceveranno il battesimo nella veglia Pasquale di questo anno.

La testimonianza di due catechisti, Paolo e Francesca, pronunciata in cattedrale il 12/3/2011, nel corso del Rito dell’Elezione

Eccellenza, siamo Paolo e Francesca della Parrocchia di Santa Francesca Romana e siamo qui per ringraziare il Signore, a nome di tutti i catechisti presenti, per il privilegio che ci ha concesso nel poter accompagnare degli adulti alla fede in Cristo Gesù.

E’ stato un percorso ricco di Grazie, in cui è molto più quello che abbiamo ricevuto di quanto abbiamo potuto dare, e che si è svolto sotto la guida costante e determinante del nostro Parroco: il suo carisma sacerdotale, la sua disponibilità e la sua saggezza hanno fatto maturare quel desiderio di Dio che ogni catecumeno ad un certo punto della sua vita ha intuito come imprescindibile.

Nostro compito è stato quello di dare corpo e verità a questa sete di Dio, mostrando loro la fede in Cristo incarnata nella sua Chiesa.

I catecumeni infatti, sono stati inseriti in un piccolo gruppo di parrocchiani che in questo servizio ha rinnovato e approfondito la propria fede, gruppo che si è poi ingrandito col tempo.

Moltissimi i temi trattati: partendo dalla storia della salvezza, da come Dio per primo si sia rivelato all’uomo, da cosa significhi nella vita concreta essere re sacerdote e profeta, dalla contemplazione della Croce segno centrale del rito di ingresso al Catecumenato, dall’approfondire la figura della Beata Vergine Maria nostra vera maestra nella fede, fino all’esame puntuale degli articoli del Credo, allo studio dei Sacramenti, per poi giungere alla fondamentale iniziazione alla preghiera personale e soprattutto del Padre Nostro.

La condivisione e la testimonianza dei fratelli, la guida dei nostri sacerdoti e la disponibilità di tutti i catechisti e gli accompagnatori all’ascolto e al dialogo personale, sono stati i capisaldi del cammino fin qui percorso e i punti fermi di ciò che sarà anche dopo il Battesimo.

Ogni uomo di fede è chiamato a vivere quotidianamente il suo combattimento spirituale e non c’è aiuto più grande della Grazia di Dio chiesta e ricevuta insieme ai fratelli nella Chiesa.

Dubbi, difficoltà, prove, paure, ma anche gioie, sorprese e meraviglie costituiranno la trama della vita dei futuri battezzati, come di ogni cristiano e crediamo, quindi, che il nostro compito non debba finire qui, ma, con l’aiuto di Dio, proseguirà fin quando sarà necessario.

Nel ringraziare Dio per le sue meraviglie e per la fecondità sempre nuova della Chiesa, le chiediamo una preghiera particolare per tutti noi catechisti delle diverse parrocchie e cappellanie della diocesi, per il nostro servizio, e per le comunità che il Signore chiama ad accompagnare alla fede i nuovi catecumeni.