Blog dei redattori de Gli scritti (giugno 2011)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 29 /06 /2011 - 22:48 pm | Permalink | Homepage
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Come d’abitudine, il blog dei redattori de Gli scritti non ha molte pretese. Offre solo flash estemporanei, per ricordare e per pensare.

Il Centro culturale Gli scritti (29/6/2011)

La Chiesa dei Padri e la Bibbia (di L.P.)

La chiesa antica, la chiesa dei martiri e dei Padri... una Chiesa nella quale nessuno aveva la Bibbia con sé, perché i libri erano troppo costosi. Una Chiesa dove la Scrittura era spiegata nella liturgia e dove la conoscevano, senza conoscerne necessariamente i dettagli! Chiaro era il duplice cuore della fede, l’Incarnazione e la Pasqua.

Tre legni sui cui morire (di A.L.)

Mi dice un padre dell’Oratorio una bellissima frase della tradizione filippina: «Bisogna morire su tre legni: quello dell’altare, quello del confessionale, quello della sedia dei ragionamenti».

Cioè: il sacerdote deve dare la vita nella celebrazione dell’eucarestia, nella confessione e nella guida personale dei penitenti, nelle riunioni dove ragionando si illumina la vita.

Catechesi e sacerdozio (di A.L.)

I preti debbono tornare a fare catechesi. Non c’è dubbio. La latitanza dei preti dalla catechesi è uno dei motivi più gravi della crisi della catechesi. Certo debbono esserci anche i laici, certo essi sono importantissimi. Ma questo non può divenire un alibi perché il sacerdote sia latitante. È lui, è anche lui, che deve spiegare le cose più importanti, toccare i temi più difficili, elaborare insieme ai catechisti gli itinerari e verificarli.

Sacerdozio ed ecclesialità (di G.d.M.)

Il sacerdozio è garanzia dell’ecclesialità della fede. Per questo chi partecipa alla messa domenicale non ha di per sé necessità di partecipare ad un gruppo parrocchiale. È bene se lo fa, è utile, è prezioso, ma non è ad salutem. Non è necessario che egli sia “amico” con gli altri parrocchiani. Ne è fratello, infatti, ed ogni suo gesto, anche se “segreto” ed “ignorato” dagli altri è comunque un gesto ecclesiale.

Dove la figura del sacerdote e dell’eucarestia non è teologicamente chiara allora sembra necessaria l’appartenenza ad un gruppo ristretto, altrimenti senza questo gruppo - si sostiene - la persona non incontrerebbe la comunità e non ne sarebbe espressione.

Farfalle... qualcosa non va (di A.E.)

Vedo una farfalla nel giardinetto vicino la mia casa. Non si vedono più farfalle in città. Sono rarissime. Quando ero bambino ricordo ancora che le farfalle volavano sui fiori del terrazzo della casa al IV piano. Ricordo da bambino un “macaone” – avevo imparato il nome al paese dei nonni – sul balcone di casa a Roma. Oggi è impossibile vederne uno ed è rarissimo vedere farfalle in città. Qualcosa non va.

“Pulire” le piazze di Roma (di A.L.)

Mi racconta un vice-parroco del centro che è stata presa in comunità la decisione di pulire una volta a settimana la piazza dinanzi alla chiesa con i giovani della parrocchia, gli scout ed altri volontari. Un segno semplice, ma che sta offrendo un messaggio chiaro al rione, mostrando la passione della chiesa per la città.

La manifestazione della fede e la liturgia eucaristica (di G.M.)

Dice un sacerdote amico: la forma conciliare della celebrazione espone maggiormente il sacerdote allo sguardo di tutti. Egli è molto meno protetto. Se egli manca di fede, è immediatamente evidente. È come messo “a nudo”. E chi difende il “vecchio” rito talvolta non lo fa a partire da uno sguardo di fede, ma perché inconsciamente pensa di essere più protetto.