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La sala crociata del Cenacolo

Il Cenacolo
La parola latina Coenaculum, indica di per sé il luogo dove si cena, ma più generalmente designava il piano superiore della casa. Nel contesto della narrazione evangelica si intende il piano superiore della casa perché traduce la corrispondente parola greca anágaíon (Mc 14,15; Lc 22,12) che indica, appunto, la parte superiore ed ospitale della casa.
Leggere la preparazione della Pasqua in Mc 14,12-16.

La tradizione cristiana sull'autenticità del luogo sacro è antichissima. S.Epifanio, di origine palestinese, morto nel 403, che dimorò per diverso tempo a Gerusalemme, scrive che, quando l'imperatore Adriano visitò la Palestina, trovò Gerusalemme come l'aveva lasciata la distruzione di Tito (nell'anno 70), eccetto poche case, «tra le quali la piccola chiesa, eretta sul luogo dove gli apostoli avevano atteso la Pentecoste». Il ricordo del luogo è richiamato anche da S.Cirillo quando parla della «chiesa degli Apostoli». La pellegrina Egeria, pochi anni dopo, descrive le liturgie che venivano celebrate «nella chiesa sul Monte Sion» a ricordo delle apparizioni del Signore e della Pentecoste.
Sembra che in questo periodo la chiesa sia stata rifatta o restaurata dal vescovo di Gerusalemme, Giovanni II. Da allora fu chiamata la «Santa Sion». Vi si veneravano alcune preziose reliquie della Passione, e vi si celebrava la memoria di S.Giacomo e del re Davide, la cui «Tomba» era venerata sotto il Cenacolo.

Le orde dei Persiani di Cosroe distrussero la chiesa nel 614. Questa venne restaurata pochi anni dopo dal monaco Modesto, poi Patriarca di Gerusalemme. In seguito fu nuovamente devastata, dai musulmani. Al loro arrivo i crociati trovarono le rovine del luogo santo: si era salvata solo la cappella del Cenacolo. Essi edificarono una grande basilica che comprendeva oltre la «Sala superiore» (la cappella del Cenacolo) anche il luogo della Dormizione della Madonna.
Caduto il regno crociato, il cenacolo fu conservato dai cristiani che continuarono a celebrarvi saltuariamente la Messa, mentre la basilica andò poco per volta in rovina.
L'arrivo dei Francescani in Terra Santa (1333) segnò, come prima opera, il restauro del Cenacolo e la costruzione, qualche anno dopo, del contiguo, piccolo convento che si osserva ancora oggi. Fu allora che il superiore dei Francescani assunse il titolo di «Guardiano del Monte Sion».

Un secolo dopo, i musulmani, spinti da alcune famiglie ebraiche, si appropriarono delle sale sottostanti il Cenacolo, rivendicando per loro la «Tomba del profeta Davide». In seguito, un decreto del governo di Costantinopoli, privò i Francescani anche della «Sala superiore» (1524). Le continue persecuzioni, velate e aperte, li costrinsero poco dopo ad abbandonare anche il convento (1551). Il Cenacolo fu convertito in moschea e ne fu rigorosamente vietato l'accesso ai cristiani.
La severità della proibizione venne in parte mitigata nel secolo scorso: fu permessa ai cristiani la visita del luogo santo, restando però la proibizione di celebrarvi la Messa.
In seguito, nella parete sud della sala, fu costruito un mihrab (la nicchia che indica la direzione della Mecca) e il locale divenne anche ufficialmente una moschea; fu posta una cancellata (ora tolta) dall'esterno della quale i pellegrini cristiani potevano vedere il luogo a loro sacro.

Gli Israeliani che hanno preso possesso del luogo permettono le visite dei devoti al Cenacolo, applicandovi tuttavia lo «statu quo» che vi impedisce qualsiasi funzione liturgica.

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