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Il Tempio erodiano, nel plastico dell'Holy Land Hotel

Nel Tempio si distinguevano tre parti principali:
1 - Il Cortile dei Gentili
2 - Il Tempio (hierón) propriamente detto
3 - Il Santuario (naós)

1 - Cortile dei Gentili
Era lecito entrare anche ai pagani. Il suo perimetro quadrangolare coincideva in gran parte con l'area sopraelevata (l'attuale Haram o recinto musulmano), costituita dal dislivello naturale delle colline e dalle potenti sottostrutture che ne allungano la superficie.
Era circondato da portici, di cui quello orientale era chiamato Portico di Salomone, mentre quello meridionale era detto Portico Regio o la Basilica di Erode. L'angolo sud-est di questo portico, che dominava la Valle del Cedron da uno strapiombo di oltre 90 m, era probabilmente il Pinnacolo di cui si parla nei vangeli (Mt 4,5; Lc 4,9).


Davano accesso all'area del Tempio quattro porte da ovest, delle quali una, aprendosi su un ponte che scavalcava la Valle del Tyropeion, metteva in comunicazione la zona del Tempio con la Città Alta; nel muro di cinta di sud, si aprivano, invece, due porte dette dalla Mishna porte di Hulda: la Porta Duplice e la Triplice. Anche a nord il recinto del Tempio doveva avere una porta (Porta Tadi) tra la Fortezza Antonia e la Piscina detta d'Israele.

All'angolo sud-ovest dell'area dava accesso al Tempio l'Arco detto di Robinson che dal Portico Regio dava accesso ad una scala monumentale che scendeva in direzione ovest, tornando subito verso sud; tutt’oggi si notano ancora in basso le sottostrutture su cui poggiava il pilone del ponte. Nei resti di questo basamento si notano quattro aperture che sono state identificate con le botteghe dei cambiavalute. Nel Tempio potevano essere offerte solo monete nazionali; si imponeva perciò la necessità del cambio prima di salire a fare offerte.
Sotto l'Arco di Robinson fu scoperta, su un masso delle mura, l'iscrizione di un passo di Isaia (66,14): «Le vostre ossa rifioriranno come l'erba dei campi». La scritta, incisa da una mano ignota, forse al tempo dell'imperatore Giuliano l'Apostata (362), esprime la speranza di un ritorno al passato splendore.

Nel fianco est, là dove ora sono due porte murate nella attuale cinta di Solimano, doveva trovarsi la porta di Susa (oggi detta Aurea) che permetteva l'entrata direttamente nel Tempio a chi veniva dal Monte degli Ulivi.

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