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Plastico di Bet Shean: particolare con il centro

Nella Bibbia Beit Shean è ricordata per la prima volta nel Libro di Giosué, dove si legge che la località fu assegnata alla tribù di Manasse, ma che i Manassiti non riuscirono ad impossessarsene e che gli abitanti originari continuarono a risiedervi. Nel Libro dei Giudici (1,27) si fa nuovamente menzione del fatto che Beit Shean non poté essere conquistata dalla tribù di Manasse.
Verso l’anno mille a.C. risulterebbe che Beit Shean fosse in mano dei filistei, poiché nelle sue vicinanze si svolsero i combattimenti con gli israeliti, guidati dal re Saul. II Libro di Samuele ci riporta che il re Saul fu sconfitto e si tolse la vita sul Monte Ghilboa. Nel Libro di Samuele (31,6-12) e in quello delle Cronache (1,10-10) si legge che i filistei, spogliato ch’ebbero Saul delle sue armi, le depositarono nel tempio dedicato alla divinità cananea Astarte ed esposero il cadavere del re e quello dei suoi tre figli sulle mura di Beit Shean.
La rivincita degli israeliti avvenne durante il regno di Davide, che tolse Beit Shean ai filistei e, sotto il regno di Salomone, essa divenne sede di una delle dodici prefetture costituite sopra Israele.
Nel 926 a.C. la città fu conquistata e distrutta da Shishak, re d’Egitto e fu successivamente sotto dominio assiro, babilonese e persiano. Durante il dominio dei Diadochi, successori di Alessandro Magno, Beit Shean mutò il nome in quello greco di Scythopolis, ovvero città degli sciti. L’origine di tale nome è stata variamente interpretata. La versione più verosimile vuole che cavalleggeri Sciti, originari dalla Russia meridionale e mercenari al servizio di Tolomeo II, si sarebbero stabiliti a Beit Shean dandole il nome. Dal dominio del Tolomei d’Egitto (301-198 a. C.) Scytliopolis passò nelle mani della dinastia dei seleucidi, il cui centro era nella Siria e sotto i quali divenne città prevalentemente pagana con templi dedicati a Zeus e a Dionisio, idolo pagano.
All’epoca della riscossa ebraica, promossa dagli asmonei, Beit Shean divenne una città prevalentemente ebraica. Occupata nel 107 a.C. da Giovanni Ircano della dinastia degli Asmonei, divenne il centro amministrativo della regione. Alessandro Yannai della dinastia stessa, ricostruì i bastioni della città realizzandone l’importanza strategica.
Nel 63 la “Palaestina” fu conquistata da Pompeo, e Gabinio proconsole romano della Siria, diede nuovo impulso alla città. Essa divenne la capitale della Decapoli, la confederazione di dieci città, con popolazione e cultura prevalentemente ellenistica, il cui compito era di costituire un argine all’invasione degli abitanti nomadi del deserto confinante. Tra le dieci città, Scitopoli era l’unica a trovarsi ad Occidente del Giordano, mentre le rimanenti nove si trovano tutte ad Oriente del fiume.

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