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Cafarnao: il quartiere abitativo e, sullo sfondo, la Sinagoga "bianca"

Le abitazioni
Le fondamenta dei diversi edifici, messi in luce davanti alla sinagoga, sono solo una piccola parte dell'antico villaggio; esse ci permettono di osservare com'erano organizzati i diversi nuclei familiari che vi abitavano. Al centro vi era un cortile che era la parte più spaziosa del minuscolo quartiere; su di esso si affacciavano le diverse abitazioni le quali venivano così a formare, tutte insieme, come un'unica famiglia più grande.
Le case, del tempo di Gesù, erano costruite con muri a secco (senza calce) formati da grosse pietre grezze di basalto nero a forma di grossi ciottoli, con negli interstizi ghiaia e fango. Solo per le soglie delle porte le pietre presentano una certa lavorazione. Simili muri, che raggiungevano i 3 m di altezza, non potevano evidentemente portare tetti se non formati da leggeri ramoscelli impastati d'argilla.
I pavimenti delle case erano realizzati con pietre connesse fra loro in modo molto rudimentale, sul tipo della lastricazione delle strade romane, come è facilmente osservabile nella zona scavata davanti alla sinagoga.
Le abitazioni erano costituite da umili stanzette che ricevevano la luce attraverso una serie di basse finestre; non doveva essere molto confortevole ritirarvisi durante la calura del sole estivo. Anche il tipo di ceramica ritrovata denota povertà. Unica attrezzatura di un certo valore erano le macine in pietra di basalto nero, certamente tramandate in eredità da padre in figlio.
Dalla balconata davanti alla sinagoga, osservando queste rovine, è facile immaginare la vita della gente che vi abitava, come l'episodio narrato da Luca (15,8-10) della donna che ha perduto una moneta e la cerca fra le pietre del pavimento. Ogni insula era abitata da più famiglie, imparentate tra loro. Le piccole finestre dell’insula 2 e la piccolezza dell’unica camera da letto fanno tornare alla mente il racconto di Lc 11,5-8:
Gesù aggiunse: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; e se quegli dall’interno gli risponde: Non m’importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza”.

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