Fondamenti teologici per la nuova evangelizzazione, del card. Donald William Wuerl

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 20 /10 /2012 - 17:28 pm | Permalink | Homepage
- Segnala questo articolo:
These icons link to social bookmarking sites where readers can share and discover new web pages.
  • email
  • Facebook
  • Google
  • Twitter

dalla Relatio ante disceptationem del relatore generale, il card. Donald William Wuerl, arcivescovo di Washington, al Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione, 8/10/2012

Fondamenti teologici per la nuova evangelizzazione

Evangelizzazione e Nuova Evangelizzazione sono concetti teologici oltre che iniziative pastorali.
Il documento Dominus Jesus della Congregazione per la Dottrina della Fede presenta nove carenze teologiche/filosofiche prevalenti oggi nel nostro pensiero concettuale che minano i nostri sforzi di evangelizzazione. Dieci anni prima, la Conferenza Episcopale degli USA aveva condotto un sondaggio di testi catechetici e aveva individuato dieci carenze dottrinali che avevano bisogno di correzione.
Siccome la teologia usa concetti per trasmettere la nostra fede che sono radicati nel Vangelo, i principi stessi della nostra fede sono minacciati se le persone hanno difficoltà con la loro struttura concettuale. Il secolarismo e il razionalismo hanno creato un’ideologia che soggioga la fede alla ragione. La religione diventa una questione personale. La dottrina in materia di fede è ridotta a posizioni idiosincratiche senza alcuna possibilità di rivendicare mai la verità universale.
Concetti come l’incarnazione, la resurrezione, la redenzione, il sacramento e la grazia – temi centrali della teologia utilizzati per spiegare la nostra fede in Gesù Cristo – hanno poco significato per il Cattolico e per chi si è allontanato dal Cattolicesimo in una cultura in cui prevale il razionalismo. (cf Instrumentum laboris n. 20)
La tentazione per l’evangelizzatore, e forse anche per i pastori, è quella di non confrontarsi con questi ostacoli concettuali e invece porre la propria attenzione e le proprie energie su priorità più sociologiche o su iniziative pastorali o addirittura sviluppare un vocabolario distinto dalla nostra teologia.
Se è importante che la Nuova Evangelizzazione sia attenta ai segni del tempo e parli con una voce che raggiunge la gente di oggi, deve però farlo senza staccarsi dalla radice della vivissima tradizione di fede della Chiesa già espressa in concetti teologici.
Per iniziare i nostri lavori e le riflessioni sulla Nuova Evangelizzazione, vorrei suggerire un certo numero di punti con fondamento teologico che sono emersi dai Lineamenta, dall’Instrumentum laboris, e da gran parte del materiale fornito dalle Conferenze dei Vescovi di tutto il mondo. Vorrei soffermarmi su quattro di questi.

a) Fondamento Antropologico dell’Evangelizzazione

Se la secolarizzazione con le sue tendenze ateiste elimina Dio dall’equazione, la comprensione di ciò che significa essere umano è alterata. Così la nuova evangelizzazione deve indicare l’origine stessa della nostra dignità umana, la conoscenza di sé e la realizzazione di sé. Il fatto che ogni persona è creata ad immagine e somiglianza di Dio costituisce la base per la dichiarazione, per esempio, dell’universalità dei diritti umani. Qui, ancora una volta, vediamo la necessità di parlare con convinzione ad una comunità piena di dubbi circa la verità e l’integrità di realtà come il matrimonio, la famiglia, l’ordine morale naturale e la distinzione fra bene e male. (cf Instrumentum laboris nn. 63-64, n. 151)
La Nuova Evangelizzazione deve poggiare sulla comprensione teologica che è Cristo che rivela l’uomo a sé stesso, che la vera identità dell’uomo è in Cristo, il nuovo Adamo. Questo aspetto della Nuova Evangelizzazione ha un significato molto pratico per l’individuo. Se è Cristo che ci rivela chi è Dio e, di conseguenza, chi siamo e come ci relazioniamo a Dio, allora Dio non è lontano o incredibilmente distante. (cf Instrumentum laboris n. 19)
Il fondamento presuntivo della Nuova Evangelizzazione deve essere il desiderio naturale, che tutti abbiamo, di comunione con il trascendente – con Dio. In ogni essere umano c’è l’orientamento di base per il trascendente e per il giusto ordine della vita radicato nell’ordine naturale creato. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci ricorda che il Decalogo è di per sé un’espressione privilegiata della legge naturale. La Nuova Evangelizzazione deve poggiare sulla comprensione che è la fede Cristiana che ci offre una certa comprensione del problema del male, della realtà del peccato, della caduta e della chiamata ad una nuova vita. Il male e il peccato sono certamente ostacoli al Vangelo, ma è proprio il messaggio Evangelico che dà senso alla condizione umana e alla possibilità di una vita che superi i limiti intrinseci della fragilità umana. In definitiva, la Nuova Evangelizzazione deve basarsi sul riconoscimento che è alla luce di Gesù Cristo, che noi comprendiamo pienamente ciò che significa essere umani.

b) Fondamento Cristologico della Nuova Evangelizzazione
Come è già stato notato, la Nuova Evangelizzazione è la ri-introduzione e la ri-proposta di Cristo. Il nostro annuncio di Cristo, tuttavia, inizia con una chiara spiegazione teologica di chi è Cristo, il suo rapporto con il Padre, la sua divinità e umanità, e la realtà della sua morte e Risurrezione. Al centro della nostra fede Cristiana è Cristo. Ma il Cristo che proclamiamo è il Cristo della rivelazione, il Cristo inteso nella sua Chiesa, il Cristo della tradizione e non una creazione personale, sociologica, o una aberrazione teologica. Da solo, nessuno di noi potrebbe venire a conoscere la mente, il cuore, l’amore e l’identità di Dio. Gesù è venuto a rivelare la verità – su Dio e su noi stessi. (cf Instrumentum laboris nn. 18-21)

c) Fondamento Ecclesiologico della Nuova Evangelizzazione
La Nuova Evangelizzazione deve fornire una chiara spiegazione teologica della necessità della Chiesa per la salvezza. Questo è un aspetto delicato della nostra predicazione che troppo spesso è stato trascurato nella catechesi. È dilagante in gran parte della cultura moderna il sentimento che la salvezza si ottiene attraverso un rapporto diretto con Gesù distinto dalla Chiesa. Ma ciò che deve essere sottolineato e dimostrato è che Cristo incontra l’uomo, ovunque si trovi, dentro e attraverso la presenza della Chiesa. (cf Instrumentum laboris nn. 35-36)
Le Scritture forniscono molte immagini e parabole per descrivere la Chiesa. Una immagine è quella di una grande famiglia di persone unite in Cristo e fra loro attraverso il battesimo. San Paolo parla della Chiesa come corpo di Cristo, con nostro Signore come capo e noi come membra. Scrivendo ai fedeli di Corinto dice: “Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra.” (1 Corinzi 12:27).
La base dei nostri sforzi nella Nuova Evangelizzazione deve essere il riconoscimento che nel battesimo Cristo ha dato a ciascuno di noi i doni dello Spirito Santo. È lo Spirito, l’anima della Chiesa, che ci lega insieme in una unità che supera ogni tipo di divisione. (cfr. 1 Corinzi 12:13). (cf Instrumentum laboris n. 119)
La Nuova Evangelizzazione deve parlare della volontà salvifica universale di Dio e allo stesso tempo riconoscere che Gesù ha offerto un percorso chiaro e unico per la redenzione e la salvezza. La Chiesa non è uno tra i molti modi per raggiungere Dio, considerati tutti ugualmente validi. Mentre Dio vuole che tutti siano salvi, è proprio per la sua volontà salvifica universale che Dio ha mandato Cristo per farci figli adottivi e portarci all’eventuale gloria eterna.

d) Fondamenti Soteriologici della Nuova Evangelizzazione
Intrinseca alla comprensione della presenza di Dio con noi è la consapevolezza di ciò che intendiamo per suo regno. Nel Nuovo Testamento, si parla dappertutto di regno. Sembra una preoccupazione di Gesù. Dal momento in cui egli “cominciò a predicare”, il suo annuncio era che “il regno dei cieli è vicino” (Matteo 4:17). Gesù ha parlato dei soggetti del regno, della sua potenza, dei suoi confini, della sua durata. (cf Instrumentum laboris n. 24)
Il cuore del Vangelo è il regno. Se vogliamo vivere una vita Cristiana – se vogliamo rivendicare il fatto che siamo seguaci di Gesù – è essenziale che noi guardiamo a questo regno che lui ha proclamato.
Sulla terra il regno è misteriosamente nascosto e può essere incontrato ovunque, ma solo in modo spirituale. Il regno di Dio “già esiste e si compirà alla fine dei tempi. Il regno è venuto nella persona di Cristo e misteriosamente cresce nel cuore di coloro che a lui sono incorporati” (CCC 865).
Così veniamo a conoscere che Cristo ha stabilito il suo regno sulla terra, anche se non ancora nella pienezza della sua gloria. È qui, ma è ancora in crescita
. “Alla fine dei tempi, il Regno di Dio giungerà alla sua pienezza” (CCC 1060). Nel frattempo, “Cristo Signore regna già attraverso la Chiesa” (CCC 680).