Fatti per il sì e non per il no (P. Salinas)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 05 /10 /2013 - 16:02 pm | Permalink | Homepage
- Segnala questo articolo:
These icons link to social bookmarking sites where readers can share and discover new web pages.
  • email
  • Facebook
  • Google
  • Twitter

P. Salinas, La voce a te dovuta, XVI

Tutto dice di sì.
Sì del cielo,  l’azzurro, e sì,
l’azzurro del mare,
mari, cieli, azzurri
con spume e con brezze,
giubili monosillabi
senza sosta ripetono.

Un sì risponde sì
a un altro sì. Grandi dialoghi
ripetuti si odono
al di sopra del mare
da un mondo all’altro: sì.

Si leggono nell’aria
lunghi sì, lampi
di piume di cicogna,
tanto candidi che cadono,
fiocco a fiocco, coprendo
la terra di un enorme, bianco sì.

È il gran giorno.
Possiamo avvicinarci oggi
a tutto ciò che tace:
alla roccia, all’amore,
all’osso dietro la fronte:
sono schiavi del sì.

È la sola parola
che oggi il mondo loro concede.
Affrettati, anima, a richiedere,
a valerti della massima
follia momentanea,
a chiedere quelle cose
impossibili, richieste,
taciute, tante volte,
tanto tempo, e che oggi
chiederemo gridando.

Sicuri per un giorno
- oggi, oggi solamente –
che i «no» erano falsi,
apparenze, ritardi,
involucri innocenti.
E che là dietro c’era,
a maturarsi lento,
al ritmo di quest’ansia
che lo chiedeva invano,
la gran delizia: il sì.

P. Salinas, La voce a te dovuta, XVI

Todo dice que sí.

Sí del cielo, lo azul,

y sí, lo azul del mar;

mares, cielos, azules

con espumas y brisas,

júbilos monosílabos

repiten sin parar.

Un sí contesta sí

a otro sí. Grandes diálogos

repetidos se oyen

por encima del mar

de mundo a mundo: sí.

Se leen por el aire

largos síes, relámpagos

de plumas de cigüeña,

tan de nieve, que caen,

copo a copo, cubriendo

la tierra de un enorme,

blanco sí. Es el gran día.

Podemos acercarnos

hoy a lo que no habla:

a la peña, al amor,

al hueso tras la frente:

son esclavos del sí.

Es la sola palabra

que hoy les concede el mundo.

Alma, pronto, a pedir,

a aprovechar la máxima

locura momentánea,

a pedir esas cosas

imposibles, pedidas,

calladas, tantas veces,

tanto tiempo, y que hoy

pediremos a gritos.

Seguros por un día

—hoy, nada más que hoy—

de que los «no» eran falsos,

apariencias, retrasos,

cortezas inocentes.

Y que estaba detrás,

despacio, madurándose,

al compás de este ansia

que lo pedía en vano,

la gran delicia: el sí.