Handicap: è lo sguardo che va corretto perché alla fatica del vivere di ciascuno non si sommi quella di dover corrispondere allo standard vincente (da Barbara Balzerani)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 20 /10 /2013 - 14:14 pm | Permalink | Homepage
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da Barbara Balzerani, Perché io, perché non tu, Ed. Derive e Approdi, 2009, p. 67

A volte la presa di distanza si nasconde dietro propositi nobili, come l’invito alla prevenzione di una pubblicità-progresso perché a ogni bambino venga riconosciuto il diritto di nascere sano. Non amato, curato, accudito. Sano. Progresso come rimedio di ogni male, come sinonimo di benessere. E chi non ne è beneficiato vuol dire che, per qualche oscuro motivo, non è adatto a usufruirne. Sottaciuta contrapposizione tra un positivo che è ordine di misura con un opposto che non si nomina; non si dice cosa farne se non consegnarlo al senso di colpa e all’errore. Il disadatto si può sopportare con magnanimo spirito di tolleranza, come una specie in via d’estinzione, ma a una certa distanza che è sempre possibile il contagio. Ci sono gli specialisti per questo che nel loro kit hanno anche guanti di lattice e mascherine.

… Ma non è una malattia, non è un errore! È lo sguardo degli altri che va corretto perché alla fatica del vivere di ciascuno non si sommi quella di dover corrispondere allo standard vincente…

Non importa, la sofferenza e la diversità vanno esorcizzate per loro stesse prima ancora che rifiutate negli altri.