G.F. Händel a Roma con Domenico Scarlatti al Palazzo della Cancelleria nel 1708 (da J. Mainwering)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 19 /01 /2014 - 14:10 pm | Permalink | Homepage
- Segnala questo articolo:
These icons link to social bookmarking sites where readers can share and discover new web pages.
  • email
  • Facebook
  • Google
  • Twitter

da J. Mainwering, Memoirs of the Life of the Late George Frederic Handel, London, 1760, pp. 51-52ss.

A Roma, nel 1708, si tenne alla presenza del Card. Ottoboni nel Palazzo della Cancelleria, residenza di quest'ultimo, una memorabile competizione musicale tra il sassone G.F. Händel e il coetaneo napoletano Domenico Scarlatti, figlio del grande Alessandro Scarlatti.
Mainwaring ci racconta che fu una serata straordinaria, dove due dei più virtuosi cembalisti del tempo, si esibirono in prodezze d'improvvisazione all'organo e al cembalo. Alla fine, mentre si divisero equamente gli allori al clavicembalo, la superiorità di Händel all'organo fu chiara a tutti e riconosciuta dallo steso Scarlatti.
"Giacché suonava [Domenico Scarlatti] assai bene il clavicembalo, il cardinale Ruspoli decise di metterlo a confronto con Händel per una gara di abilità. L'esito della prova al clavicembalo è stato variamente riportato. Si dice che alcuni diedero la preferenza a Scarlatti. Ma quando si misero all'organo, non ci fu più alcun dubbio su chi fosse il migliore. Lo stesso Scarlatti riconobbe la superiorità dell'antagonista, confessando candidamente che prima di avere sentito Händel all'organo non aveva idea delle enormi possibilità di questo strumento. Rimase così impressionato dal suo speciale modo di suonare che lo seguì ovunque in Italia né era mai così felice come quando stava con lui.
[...] Benché mai due esseri umani abbiano attinto a una tale perfezione nel proprio rispettivo strumento, va tuttavia notata l'assoluta diversità del loro modo di suonare. Sembra che il tratto caratteristico di Scarlatti consistesse in una certa eleganza e delicatezza di espressione. Händel da parte sua sfoggiava una brillantezza ed un controllo delle dita non comuni, ma ciò che lo distingueva da tutti gli altri esecutori dotati delle medesime qualità era quello stupefacente senso di pienezza, di forza e di energia col quale egli le vivificava.