La discesa ed il ritorno al Padre di Gesù (da J. Ratzinger-Benedetto XVI)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 15 /04 /2012 - 14:19 pm | Permalink | Homepage
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da J. Ratzinger-Benedetto XVI, Gesù di Nazaret. Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla resurrezione, LEV, Città del Vaticano, 2011, pp. 67-68

Se Gesù qui, come anche altre volte nel Vangelo di Giovanni, parla del suo essere uscito dal Padre e del suo ritorno a Lui, ciò potrebbe suscitare il ricordo dell'antico schema dell'exitus e reditus, dell'uscita e del ritorno, come è stato elaborato specialmente nella filosofia di Plotino. L'uscire e tornare illustrato da Giovanni, però, è totalmente diverso da ciò che è pensato nello schema filosofico. Poiché in Plotino come nei suoi seguaci, l’«uscire», che lì prende il posto dell’atto divino della creazione, è una discesa che alla fine diventa un declino: dall'elevatezza dell'«unico» in giù verso zone sempre più basse dell'essere. Il ritorno consiste poi nella purificazione dalla sfera materiale, in una graduale risalita e in purificazioni che tolgono ciò che è inferiore e infine riconducono nell'unità del divino.

L'uscire di Gesù invece presuppone innanzitutto la creazione non come declino, ma come atto positivo della volontà di Dio. È poi un processo dell'amore che, proprio nella discesa, dimostra la sua vera natura - per amore verso la creatura, per amore verso la pecorella smarrita - rivelando così nel discendere ciò che è veramente divino. E il Gesù di ritorno non si sbarazza affatto della sua umanità come sé fosse una cosa contaminante. Lo scopo della sua discesa era di accettare e di accogliere l'umanità intera, il ritorno insieme con tutti gli uomini - il ritorno di «ogni carne».

In questo ritorno si realizza una novità: Gesù non ritorna da solo. Non abbandona la carne, ma attira tutti a sé (cfr Gv 12,32). La metábasis vale per la totalità. Se nel primo capitolo del Vangelo di Giovanni si dice che i «suoi» (ídioi) non hanno accolto Gesù (cfr 1,11), sentiamo ora che Egli ha amato i «suoi» sino alla fine (cfr 13,1). Nella discesa Egli ha nuovamente raccolto i «suoi» - la grande famiglia di Dio - facendoli da stranieri diventare «suoi».