Il pudore «non è un dovere morale ma una necessità vitale» (da Andreas Hofer)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 10 /05 /2012 - 15:02 pm | Permalink | Homepage
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da La dittatura della trasparenza, di Andreas Hofer (articolo comparso sul Blog di Costanza Miriano)

Il pudore sancisce un limite interiore tra gli individui; la sua presenza sta a dimostrare nel soggetto l’esistenza di un luogo interno indisponibile ad ogni ingerenza esterna. «Il pudore – così scrive la Selz [in Monique Selz, Il pudore. Un luogo di libertà, Einaudi, Torino, 2005] – trova il suo ruolo nel determinare uno spazio proprio a ciascuno, nel fatto di garantirne i limiti, di proteggerlo dall’intrusione da parte dell’altro e, viceversa, di prevenire un’intrusione nello spazio altrui».

Un amore di fusione, che volesse solo unirsi alla persona amata, come annullandosi, è modellato sull’indifferenziazione e sull’appropriazione. Perpetuare una simile forma d’amore equivale ad arrestarsi agli stadi iniziali del narcisismo senza alcuna possibilità di fondare una relazione autentica, quando invece, «incontrare davvero l’altro significa sperimentare i limiti, il vuoto, la solitudine. L’amore è possibile solo se chi ama e chi è amato sono distinti l’uno dall’altro, e quindi separati. Si tratta di prendere le distanze dalla proiezione di sé per riconoscere l’altro in quanto tale, ma anche l’estraneo presente in se stessi».

In questo senso il pudore, dice sempre la Selz, «non è un dovere morale ma una necessità vitale», rappresenta il requisito indispensabile della libertà individuale e del pieno sviluppo della persona in seno alla collettività. Senza pudore non c’è persona umana.