«Ciò che è buono è anche bello e ciò che è bello è anche buono. Non esiste una bellezza che sia tale se è cattiva e non esiste cattiveria che possa essere bella. Quando ci dà fastidio quando una nota stride. E quanto ci dà fastidio quando qualcuno odia, o si sottrae e portare il suo dono alla società degli uomini, per goderne in privato. Tutti siamo stati creati per una sinfonia». Omelia del cardinal Angelo De Donatis per la commemorazione del Beato Angelico, patrono degli artisti, 2020, con l’accompagnamento di una Messa di W.A. Mozart e la lezione/concerto Il divino Amadeus. 1791. L’ultimo anno della vita di Mozart

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 01 /03 /2020 - 17:06 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito il testo dell’omelia pronunciata da S. Em. Il cardinal Angelo De Donatis in occasione della commemorazione del Beato Angelico, patrono degli artisti, 2020. La celebrazione è stata accompagnata dalla musica della Messa di W.A. Mozart K 192, seguita dalla lezione/concerto “Il divino Amadeus. 1791. L’ultimo anno della vita di Mozart”. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Arte e fede. In attesa deò video della lezione-concerto, vedi Il divino Amadeus. Per Mozart cattolico: dal Flauto magico al Requiem, di Andrea Lonardo e La leggenda di Mozart e Salieri, di Andrea Lonardo.

Il Centro culturale Gli scritti (1/3/2020)

Qui il video della lezione-concerto che è seguita alla Messa:

OMELIA DEL CARDINAL DE DONATIS

Carissimi musicisti e artisti, carissimi fratelli e sorelle, nel Vangelo di questa festa Gesù annuncia: «Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli». Se noi leggiamo il testo originale in greco ci accorgiamo che le opere vengono dette kalà, cioè belle e non solo buone: «perché vedano le vostre opere belle e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli».

Voi lo sapete e siete chiamati ad annunciarlo con noi. Ciò che è buono è anche bello e ciò che è bello è anche buono. Non esiste una bellezza che sia tale se è cattiva e non esiste cattiveria che possa essere bella. Ogni azione malvagia è brutta, mentre i santi di Dio sono belli, anzi bellissimi, ognuno a modo suo.

Anche Gesù, il “buon” pastore, presenta in realtà se stesso come il bel pastore, o poimèn o kalòs. La bellezza non è mai qualcosa di neutrale, anzi Gesù stesso è il più bello dei figli dell’uomo, per il suo amore.

Proprio la vostra musica, proprio la musica di Mozart, proprio la pittura del Beato Angelico ci aiutano a capire tutto questo.

Il teologo von Balthasar ha paragonato la musica di Mozart all’esperienza della fede. La musica di Mozart, così come le opere del Beato Angelico, non le abbiamo creato noi.

Ma quando noi ascoltiamo una Messa di Mozart o quando vediamo un’opera del Beato Angelico noi siamo felici. Qualcosa che esiste fuori di noi, che non è opera nostra e che è bella, ci rallegra.

Così, anzi ancora di più di così, è la bellezza della fede, la bellezza di Gesù. Quando egli venne in terra, quando noi lo abbiamo incontrato ed ha conquistato il nostro cuore, non siamo stati noi a creare lui, bensì è stato lui a toccare il nostro cuore, lui ha illuminarci della sua luce. E la nostra vita è stata trasformata dalla sua presenza, dalla sua bellezza.

È il primato della grazia sulle nostre opere, quel primato che non diminuisce noi stessi e la nostra risposta di amore a Dio: la nostra fede è, invece, la nostra risposta dinanzi ad un dono che ci sorprende.

Solo Mozart ha potuto mettere una dopo l’altra quelle note, anzi l’una accanto all’altra. Solo il Beato Angelico ha potuto stendere quei colori l’uno dopo l’altro, anzi l’uno a fianco dell’altro.

Così è della vita di Gesù. Solo lui ha potuto compiere quei gesti e pronunziare quelle parole che ci appaiono un tutto indissolubile: è la sua vita tutta intera che si presenta a noi e noi non abbiamo il diritto di spostarne una sola parola, un solo gesto. Essi ci appaiono i suoi, belli, e ci conquistano e ci trasformano.

Quelle note e quei colori ci conquistano non solo uno per uno, ma ancor più insieme. È una sinfonia di colori e di suoni. In quell’armonia noi intravediamo che deve esistere un’armonia nell’universo e nella vita.

Ma sarebbe possibile tutta quella bellezza se non esistesse un’armonia più grande? Quando noi vediamo quel quadro o ascoltiamo quella musica è come se ci fosse annunciata una promessa, è come se ci fosse suggerita una verità: la vita ha un senso, la vita è benedizione.

Ed è la fede a dirci che la pittura e la musica non sono un inganno, non sono solo una bellezza effimera, perché nel mondo governerebbe invece il brutto è l’insensato.

No, la fede ci dice che esiste il Dio della bellezza, il Dio dell’amore, il Dio che benedice la nostra vita.

Il Beato Angelico ha voluto rappresentare più volte il Paradiso come un abbraccio di tutti i santi. Spesso nelle sue raffigurazioni del Paradiso vediamo i monaci che si abbracciano fra di loro, le religiose che si abbracciano e così i preti e i laici che si abbracciano. La festa è un’armonia, dove sentiamo che non solo la nostra vita ha un senso ed è benedetta da Dio, ma che anche la vita dei nostri fratelli è sotto lo stesso sguardo.

Così dinanzi ad una messa di Mozart o dinanzi ad una sua Sinfonia noi scopriamo che la vita è fatta per essere sinfonica.

La fede ci insegna che ognuno ha ricevuto i suoi carismi - chi quello di predicare, chi quello di cacciare i demoni, chi quello di costruire una famiglia, chi quello di essere musicista, chi quello di essere vescovo. Ma tutti questi doni Dio li ha distribuiti perché ognuno li portasse in dono agli altri e tutti insieme costituissero una sinfonia

Quando ci dà fastidio quando una nota stride. E quanto ci dà fastidio quando qualcuno odia, o si sottrae e portare il suo dono alla società degli uomini, per goderne in privato.

Tutti siamo stati creati per una sinfonia, perché i doni di Dio così diversi risuonassero insieme. Perché tutti vedano le nostre opere buone e rendano gloria al Padre, a Dio. Perché tutti scoprano che la vita è una benedizione.

Il peccato è proprio quella nota stonata che porta un suono di  morte, dove i santi portano o invece doni di vita.

La fede, poi, ci insegna che Dio è più grande dei suoni di morte che udiamo. Anzi che egli è in grado, misteriosamente, di comporre anche questi un’armonia più grande. Come ha fatto con il peccato originale che, nella notte di Pasqua canteremo come Felix culpa. Dio è talmente grande da essere in grado di trasformare in un momento di grazia il più grande dei peccati. I nostri vecchi, così sapienti e armoniosi, dicevano che Dio è capace di scrivere diritto sulle righe storte della vita. Questo è l’annuncio della fede.

Che la musica non è un eccezione, non è un canto che si leva sull’assurdo. Anzi la musica ci parla, misteriosamente, di un’armonia più grande alla quale il nostro cuore anela: è il Dio di bontà che scrive sulle righe storte della vita, rendendole armoniche, conquistandosi le nostre libertà e la nostra obbedienza.

Per questo vi assicuro la mia preghiera, la preghiera della chiesa. Voi partecipate dell’annuncio che la vita ha un senso. Ed anzi vi incoraggio nella vostra fatica, a volte così incompresa e trascurata dagli uomini e. talvolta, anche dalle istituzioni.

In questo anno il nostro vescovo, Papa Francesco, ci ha chiesto di porci in ascolto del grido della città di Roma, delle attese di luce e di orientamento, di speranza e di punti di riferimento, che la città continua a levare.

Voi, con il dono della vostra arte, siete parte di questa missione. Non abbiate paura di rivolgere a noi le vostre proposte per questa città e per la sua maturazione, ma siate anche voi parte di questo ascolto di tanti romani che anelano alla bellezza e all’armonia e non riescono a trovarla.

L’arte non può essere per pochi, ma deve risplendere per tutti. Voi sapete quanto la musica ha il potere di salvare vite umane, vite di giovani o di anziani, quanto la musica può suscitare in loro uno sguardo diverso sul mondo. Voi sapete quanto essa può riconciliare con la vita. Non permettete mai che ciechi giochi di potere o di successo economico prendano il sopravvento nel mondo dell’arte. Anzi risplendete per una vita che sia bella come la musica che tanto amate. «Vedano e ascoltino le vostre opere belle e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli».