Saluto di Dom Jacques Dupont, Priore della comunità certosina della certosa di Serra San Bruno, a Benedetto XVI

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 05 /11 /2011 - 16:15 pm | Permalink | Homepage
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Presentiamo anche sul nostro sito il messaggio di saluto al Santo Padre Benedetto XVI del Priore della comunità certosina della certosa di Serra San Bruno,  in occasione della preghiera dei Vespri di domenica 9 ottobre 2011. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.

Il Centro culturale Gli scritti (5/11/2011)

Santo e amatissimo Padre,
Laudetur Jesus Christus.

Lode, gloria e onore a colui che nella sua bontà immensa ci concede questo evento di grazia. L’antifona che introdurrà questa sera il cantico della Vergine Maria metterà sulle nostre labbra queste parole: Deus visitavit plebem Suam.

Davvero oggi Dio visita la nostra comunità. Immensa è la nostra gratitudine alla Santissima Trinità come smisurata la nostra riconoscenza a Vostra Santità per questo dono che ci commuove nel profondo dell’anima e ci colma di tanta gioia. È innanzitutto San Bruno che Voi  incontrate in questo santo luogo, l’uomo di Dio che è venuto, anche lui, dalla Germania, dopo esser passato da Reims, dal deserto di Chartreuse e da Roma, si è fermato qui lasciandoci in eredità  un compito grande, dedicare sulle sue orme tutta la nostra vita a contemplare Dio e ad amarlo con tutto il cuore.

La comunità che vi accoglie, Padre Santo, nella sua povertà e piccolezza, cerca di mantenere accesa la lampada della preghiera nel silenzio e nel nascondimento. Molti di noi come San Bruno  vengono da altri paesi. Siamo anche diversi per l’età. Ci sono monaci del chiostro, sacerdoti e monaci fratelli conversi, ma tutti condividono la stessa vocazione consacrati totalmente al servizio di Dio, al riparo della clausura sforzandoci di fare della nostra vita una preghiera incessante.

Certo ci riconosciamo indegni figli di San Bruno, “Cartusiae pauperes”, come scriveva Guigo I al Vostro predecessore Innocenzo II. Siamo inoltre consapevoli di occupare  un posto molto scarso e marginale  nella Chiesa, addirittura non sempre la nostra vita viene ben capita, ma, non cerchiamo di convincere nessuno, perché l’amore non  si giustifica!

Siamo qui per un disegno particolare d’amore da parte di Dio: Egli,  senza alcun merito nostro, ci ha chiamati e ci siamo lasciati  sedurre da Lui, “captus ab Uno”, si diceva di Bruno, e come il  suo, il nostro cuore si è infiammato, sicché non potevamo contenere questo fuoco interiore.

Ovvi sono i nostri limiti, ovvia la nostra debolezza, ma appoggiandoci sulla Parola Divina, nutrendoci della Eucaristia quotidiana e ubbidendo allo Spirito Santo, ci viene data la grazia non solo di servire Dio, ma di aderire a lui. In Dio siamo vicini a tutti gli uomini della terra, specialmente  a quelli che cercano, che lottano o che soffrono.

L’amore diffuso nel nostro cuore abbraccia il mondo intero, e la nostra solitudine si apre ad una comunione universale. In modo particolare, viviamo un profondo legame con il popolo di Dio e i suoi pastori. Nella nostra preghiera, diurna e notturna, portiamo davanti al Signore tutte le intenzioni della Chiesa, facendo nostre, le sue aspirazioni e le sue difficoltà. Assicurando innanzitutto Vostra Santità, del nostro sostegno orante, desidero cogliere l’occasione per rivolgervi la nostra devota sottomissione  e il nostro affetto filiale.

A ringraziarvi fin da ora, per la Vostra parola e la Vostra benedizione, si uniscono a me i monaci di questa comunità, e tutti i membri del nostro Ordine, specialmente il nostro Ministro Generale, rappresentata da due priori e le nostre monache che hanno delegato il monaco per offrirvi il loro omaggio caloroso.

Laudetur Jesus Christus.