«Il dialogo fra religioni inquieta i terroristi»: la Santa Sede replica alle minacce di al-Qaeda. Un articolo di Camille Eid (dalla rassegna stampa)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 19 /12 /2007 - 11:24 am | Permalink | Homepage
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«Il dialogo fra religioni inquieta i terroristi»: la Santa Sede replica alle minacce di al-Qaeda. Un articolo di Camille Eid

Presentiamo sul nostro sito per il progetto Portaparola un articolo apparso su Avvenire del 18/12/2007. Il giornalista libanese aiuta ad analizzare con precisione il linguaggio del gruppo terroristico che identifica il cristianesimo come “politeismo” e attacca anche l’Iran sciita, i sunniti iraqeni e al-Jazeera.

«Ci sono settori fondamentalisti che sono preoccupati dalla volontà di dialogo espressa in modo crescente da tanti leader islamici». È questo il commento di padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, in merito al video, diffuso ieri, di Ayman al-Zawahiri in cui questi attacca il re saudita Abdullah per essere andato in udienza da Benedetto XVI, «il Papa che ha offeso l’islam». Nel filmato erano apparse immagini del Pontefice mentre riceveva in Vaticano il sovrano dell’Arabia Saudita.

Nel video, l’ideologo di al-Qaeda aveva prima attaccato con forza gli ulema che vietano ai musulmani di compiere il jihad contro gli americani allorché l’avevano considerato un dovere contro i russi. Per aggiungere: «Chiedo a questi muftì che seguono la scuola di Bush se era appropriato il fatto che il governante (si riferisce al so¬vrano saudita, ndr) abbia visitato il Papa che ha offeso l’islam e i musulmani. È forse in questo modo che avviene il confronto con il politeismo?».

«I contatti di dialogo portati avanti da autorevoli esponenti musulmani come il re d’Arabia e i 138 teologi e intellettuali islamici - ha spiegato padre Lombardi - sono un fatto significativo per tutto il mondo musulmano. Si tratta di voci che vogliono esplicitamente impegnarsi per la pace». «Queste voci, ha aggiunto, hanno una importanza crescente e questo evidentemente preoccupa chi questo dialogo non vuole». In quanto alle minacce espresse dall’organizzazione terroristica contro il Papa, padre Lombardi ha osservato che non costituiscono un fatto nuovo e che sono già state fatte in passato.

«Che ci siano quelli che vogliono sicuramente il duello e lo scontro, noi lo sappiamo ed è una costante: questo atteggiamento è la via più semplice che vuole evitare qualsiasi incontro, qualsiasi comprensione, qualsiasi forma di umanità», così ha commentato il messaggio di Zawahiri, monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la cultura. «D’altra parte – ha aggiunto – bisogna dire che queste persone non rappresentano assolutamente l’orizzonte intero di molti credenti, anche dell’islam».

Il video, lungo 90 minuti, è stato trasmesso da al-Sahab, il braccio mediatico di al-Qaeda. Il medico egiziano vi ha affermato che il mondo sta assistendo «al triplo fallimento degli americani in Iraq». «Non importa - ha spiegato Zawahiri - quanto la gigantesca macchina della propaganda in America cerchi di ingannare la gente. La realtà è più forte e peggiore di tutti gli inganni ». Il vice di Benladen ha quindi affermato che le forze Usa sono state «sconfitte e cercano una via di uscita», considerando la decisione delle forze britanniche di «fuggire» da Bassora come un’ulteriore dimostrazione che la guerriglia in Iraq si sta rafforzando.

Nel video Zawahiri è apparso davanti a una ricca libreria islamica, accanto alla quale si denota l’immancabile mitra appoggiato ai libri. Denunciando come «traditrici» le tribù sunnite che combattono contro al-Qaeda in Iraq.

Severe critiche sono inoltre indirizzate all’Iran che avrebbe tramato con gli Stati Uniti per la spartizione dell’Iraq. Per Zawahiri, le minacce del presidente iraniano Ahmadinejad di eliminare Israele sarebbero «pura propaganda ».

Ampio spazio è poi dedicato al tema dei mass media criticando, senza nominarla, la Tv araba al-Jazeera perché «quando trasmette i video dello sceicco Benladen offre più spazio ai commentatori che al discorso stesso».