Dire «no» a Iago. Luigi Zoja ripercorre la storia della paranoia, di Giulia Galeotti

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 03 /02 /2012 - 12:33 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo da L’Osservatore Romano del 2/2/2012 un articolo scritto da Giulia Galeotti. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. 

Il Centro culturale Gli scritti (3/2/2012)

 

«Dopo aver letto tre o quattromila descrizioni di battaglie, e il contenuto di alcune centinaia di trattati, ho trovato che in fondo non ne sapevo molto più di prima. Così non imparavo altro che avvenimenti. Studiando la battaglia di Carlo Martello, non imparavo a conoscere i francesi e i saraceni». Così scriveva Voltaire nel 1744. Nelle sue celebri Nouvelle considérations sur l’histoire, il filosofo francese dava voce a una necessità autentica, quella di trovare nuove periodizzazioni, nuove ottiche e nuovi accenti nel tentativo di comprendere davvero gli avvenimenti. Da allora, i contributi sono stati molteplici.

Oggi, con un saggio ricco e appassionato, lo psicanalista Luigi Zoja offre un’ulteriore chiave per contribuire a ricostruire la storia umana, partendo dall’invidia di Caino per arrivare alla più attualissima attualità. La chiave è la paranoia, «la follia che fa la storia», come spiega il sottotitolo del volume Paranoia (Torino, Bollati Boringhieri, 2011, pagine 468, euro 25).

Autore prolifico di saggi di grande interesse (ricordiamo, tra gli altri, Il gesto di Ettore e, soprattutto, l’affascinante La morte del prossimo), Zoja non solo spiega cosa sia la paranoia e quali siano le caratteristiche del singolo che ne è affetto, ma soprattutto illustra l’impatto che questa malattia ha avuto nella storia della civiltà. È proprio questo sguardo — capace di essere insieme minuzioso e globale — sulla paranoia collettiva, terra di nessuno tra le discipline psichiatriche e quelle storiche, il tratto che rende particolare questo lungo lavoro di ricerca.

Contagiosa più della peste e responsabile di stermini come nessun’altra malattia, la paranoia— ci spiega l’autore — è molto più della «follia lucida» di cui parlavano i vecchi manuali di psichiatria: è, infatti, uno stile di pensiero privo di dimensione morale. Aiace apre le pagine del saggio e Iago le chiude. In mezzo il delirio di Colombo, il nazionalismo europeo, lo sterminio dei nativi americani, l’affare Dreyfus, la Grande Guerra (incluso il clima paranoico delle trattative di pace), i pogrom, i totalitarismi del Novecento, il maccartismo, Hitler e Stalin nella loro capacità di risvegliare nelle masse la paranoia dormiente nell’uomo comune (di colui, cioè, «che chiede a gran voce tra la folla la messa a morte di una minoranza subito dopo aver aiutato il figlio a fare i compiti»), lo spostamento sempre più a ovest, i nuovi nemici, le guerre preventive.

Regna su tutto e tutti “il sussurro” Iago, quell’infido alfiere di shakespeariana creazione emblema di una patologia estremamente umana. Nell’analisi di Luigi Zoja, infatti, Iago è l’anti eroe «adattabile a ogni tempo», colui che insieme — adempiendo ai compiti del perfetto paranoico — seduce («come ogni vero seduttore, Iago non cammina ma balla») e contagia. I suoi valori, infatti, «sono comunicare e convincere: non sono i contenuti della comunicazione e convinzione, ma il loro potere». I dati che lo studioso apporta sono tantissimi. Gli esempi, più o meno convincenti, anche. Gli spunti di riflessione continui con ogni pagina capace di sollecitare nuovi interrogativi ed ennesimi approfondimenti. La storia che traccia Luigi Zoja, del resto, non si chiude, ma fende — lucida e puntuale — anche la nostra attualità, dalla grande politica all’intimo quotidiano.

E la responsabilità finale è per ciascuno. «Lettore, ora cala il sipario — scrive lo psicanalista in chiusura di ricerca — Abbiamo un compito più nostro, e più difficile. Dentro di noi, dobbiamo continuare a dire no al sospetto e all’allusione. Perché la loro è la vera, l’unica tentazione che rinasce sempre. È il male che attraversa ognuno di noi e l’insieme della storia. Lui, continuerà ogni giorno a tentarci. Noi, dobbiamo dire di no a Iago».