La rivoluzionaria Elena: la madre di Costantino che ritrovò la Croce e riformò l’impero. Un’intervista di Massimo Giardina a Marco Navoni

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 12 /05 /2013 - 14:01 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo dal sito della rivista Tempi un’intervista di Massimo Giardina a Marco Navoni pubblicata il 27/10/2012. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.

Il Centro culturale Gli scritti (12/5/2013)

La mostra aperta il 25 ottobre a Milano, presso Palazzo reale [N.d.R. de Gli scritti: e trasferita poi a Roma all’interno del Colosseo], celebra i 1.700 anni dell’editto di Milano. Momento centrale della cristianità in cui l’imperatore Costantino, a seguito delle persecuzioni avvenute pochi anni prima dal tetrarca Diocleziano, permise il culto anche ai cristiani segnando la svolta dell’impero romano e nei secoli successivi di tutto l’Occidente.

LA LOCANDIERA IMPERATRICE

Figura principale, oltre all’imperatore, è la madre Elena: una santa e per sant’Ambrogio vera artefice della svolta cristiana nell’impero romano. «Elena era una locandiera che divenne concubina di Costanzo Cloro – ricorda monsignor Marco Navoni, dottore della Biblioteca ambrosiana – e nasce da famiglia cristiana, ma le notizie sono molto sobrie e occorre distinguere tra leggenda e realtà». Il valore attribuito a Elena vede in Sant’Ambrogio il massimo esponente tanto che il patrono di Milano dice del figlio imperatore: «beatus Costantinus tali parente». Commenta Navoni: «Per Ambrogio, Costantino è beato, ma lo è grazie alla fede della madre».

I CHIODI DELLA CROCE

Monsignor Navoni sottolinea il fatto che, prima di Ambrogio, le fonti presentavano come un semplice feticcio il chiodo della Croce di Cristo che Elena aveva donato al figlio e fatto inserire nell’elmo. «Era presentato come una presenza magica per vincere le guerre, ma Ambrogio cambia l’elmo in diadema e parla volutamente di clavus che in latino ha un doppio significato, chiodo e timone: il chiodo è, allo stesso tempo, ciò che regge e che guida l’impero romano. ll chiodo inserito nel diadema sta ad indicare che l’impero è ormai cristiano ed è retto da principi ad esso ispirati e l’adorazione che, nella tradizione pagana veniva riferita all’imperatore, in realtà è alla croce di Cristo». L’altro clavus della Croce donato dall’imperatrice a Costantino ha un diverso valore simbolico, ma non meno importante per Ambrogio. «L’altro chiodo, trasformato nel morso del cavallo indica che nei principi evangelici c’è un freno alla intemperanza del potere. Le indicazioni di Ambrogio riportate ai nostri giorni dicono che l’esercizio dell’autorità deve avere delle idealità direttive (la corona) e deve essere condotto da principi superiori (il morso)».

UNA SCELTA DI PARTE

Costantino, grazie alla madre, fa una scelta di parte e dà luogo ad una legislazione filocristiana. «Ad esempio la legge del 321 dove si definisce la domenica come il giorno festivo per l’impero: un dato molto importante perché non c’è nulla come il calendario che marca e ritma la vita dei cittadini. Ambrogio sottolinea questo valore, infatti dice in modo benevolo dell’imperatore: “nonostante si sia fatto battezzare sul punto di morte”. Usa una forma concessiva: ha fatto bene nonostante il ritardato battesimo avvenuto per mano di un vescovo ariano. Un valore che però vede in Elena l’attore principale, la mano della provvidenza che ha portato alla costruzione di un impero cristiano».