1/ Maya, nuovi sacrifici umani scoperti a Chichén Itzá, di John Roach 2/ Maya, scoperti nuovi scheletri decapitati e smembrati. È la riprova che le pratiche brutali rappresentate nell'arte maya avvenivano davvero, di Dan Vergano

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 24 /11 /2013 - 15:16 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo dal sito National Geographic Italia un articolo di John Roach pubblicato senza indicazioni di data ed un articolo di Dan Vergano pubblicato il 14/9/2013. La foto che accompagna il primo è per gentile concessione a National Geographic di Guillermo Anda, la foto del secondo per gentile concessione a National Geographic di Nicolaus Seefeld, Università di Bonn. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.

Il Centro culturale Gli scritti (24/11/2013)

1/ Maya, nuovi sacrifici umani scoperti a Chichén Itzá. Rinvenuti in una voragine sommersa accanto a una piramide del celebre sito archeologico messicano i resti di sei esseri umani, tra cui due bambini, di John Roach , fotografie per gentile concessione di Guillermo Anda

Le ossa di sei esseri umani, tra cui due bambini, perline di giada, conchiglie e strumenti di pietra sono stati scoperti di recente in una grotta colma d'acqua nel celebre sito archeologico di Chichén Itzá, in Messico. Gli antichi manufatti sono legati a sacrifici umani eseguiti in un periodo in cui il livello delle acque era più basso, compreso tra l'850 e il 1250 d.C. (la civiltà Maya scomparve attorno al 900 d.C.).

È "altamente improbabile" infatti che resti umani e manufatti siano stati semplicemente gettati nella voragine (un sinkhole - inghiottitoio - chiamato localmente cenote), dice il responsabile della scoperta Guillermo Anda. Quasi certamente invece furono disposti nel sito durante una cerimonia per compiacere il dio Maya della pioggia, Chaak.

L'Impero Maya, che si estendeva dall'attuale Messico meridionale e attraverso il Guatemala fino al Belize settentrionale, produsse l'unica forma di scrittura nota della Mesoamerica nonché straordinarie opere artistiche e architettoniche. Chichén Itzá era una delle città più importanti della Penisola dello Yucatán.

La scoperta di sacrifici umani in uno dei cenotes della regione sembra confermare l'ipotesi che, per i Maya, queste voragini colme d'acqua rappresentassero "una sorta di soglia affacciata sul mondo spirituale e sacro che si nascondeva nelle profondità della Terra”, dice Anda, professore della  Universidad Autonoma de Yucatán.

2/ Maya, scoperti nuovi scheletri decapitati e smembrati. Secondo gli archeologi le vittime erano membri dell'aristocrazia. È la riprova che le pratiche brutali rappresentate nell'arte maya avvenivano davvero, di Dan Vergano

Un frammento di giada incastonato nel dente di una delle vittime ne rivela il 
rango elevato. Fotografia per gentile concessione Nicolaus Seefeld, Università di Bonn

Circa 1.400 anni fa, una ventina di prigionieri maya vennero decapitati, e i loro corpi smembrati e sepolti senza tante cerimonie a Uxul, nel Messico meridionale.

Con ogni probabilità le vittime erano regnanti di città vicine in guerra con Uxul, oppure sovrani detronizzati della città stessa, ipotizza il team internazionale di archeologi che ha effettuato la scoperta. Il ritrovamento della sepoltura di massa all'interno di una grotta artificiale è un ulteriore dimostrazione del fatto che torture, scontri violenti e il sacrificio dei prigionieri così ampiamente rappresentati nell'arte dei Maya erano pratiche reali, sostiene l'archeologo Nicolaus Seefeld dell'Università di Bonn in Germania.

Fra la ventina di scheletri scoperti nel sito messicano all'inizio di quest'anno, gli archeologi hanno identificato almeno 13 uomini e due donne. La loro età variava dai 18 ai 42 anni. "Alcuni di loro avevano inserti di giada nei denti, il che indica che si trattava di esponenti di rango elevato dell'aristocrazia", afferma Seefeld.

"Furono tutti decapitati, e i loro resti sparsi", continua l'archeologo. Le ossa del collo delle vittime presentano dei segni di colpi inferti con l'ascia, e alcuni crani mostrano tracce di ferite non rimarginate causate da accetta e bastone. I crani vennero ammassati a una certa distanza dal resto dei corpi nella camera funeraria, un'ex cisterna per l'acqua di 32 metri quadri.

Una sepoltura irriguardosa

A parte alcuni frammenti di vasellame che hanno permesso gli archeologi di datare la sepoltura, le vittime furono sepolte senza essere accompagnate da nessuna offerta di gioielli, come invece avveniva di solito nelle tombe regali. All'epoca sembra che Uxul fosse governata da una dinastia locale, ma in seguito finì sotto il dominio di Calakmul. Questa città rappresentava la tipica superpotenza dell'Età classica maya, che si concluse dopo l'800 d.C. proprio con l'abbandono diffuso delle città adorne di piramidi dell'America Centrale.

Le ricerche di Seefeld erano inizialmente dirette a riportare alla luce la rete idrica della città, abbandonata nelle prime fasi del crollo della civiltà maya. È stato così che ha finito per imbattersi nei corpi sepolti nella cisterna.

Ora il team spera che l'analisi chimica degli isotopi riveli se le vittime erano nobili locali o se provenivano da città vicine. I risultati sono attesi per novembre 2013; e allora forse si saprà chi erano le vittime di quel conflitto così sanguinoso.