«Adulto è il participio passato del verbo adolescere, colui che ha finito di crescere. Io oggi conosco molti più adulteri che adulti, adulteri a se stessi, ovviamente». Marco Paolini parla di giovinezza ed età adulta

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 26 /01 /2014 - 15:08 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito un passaggio dello spettacolo di Marco Paolini Aprile '74 E 5 Rugby (10-02-2005). Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti della trascrizione del testo sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.

Il Centro culturale Gli scritti (26/1/2014)

Trascrizione

E poi penso che è inutile spiegare. Ma sì.  Perché quello che vi racconto oggi, non è questo che sembra… No, sembra che sto parlando di politica, di rugby. Invece io sto parlando di giovinezza, sto parlando di adolescenti, di ragazzi che avevano fretta di diventare adulti.

Adulto è il participio passato del verbo adolescere, colui che ha finito di crescere. Io oggi conosco più adulteri che adulti, adulteri a se stessi ovviamente.

Quella che stasera vi racconterò è la storia di un gruppo di ragazzi che avevano fretta di entrare in un mondo adulto che è diventato vecchio senza essere adulto. Il mio, il nostro paese, oggi è questo. È il più vecchio del pianeta e lo guardiamo senza nemmeno accorgerci di quello che abbiamo sotto gli occhi. Abbiamo sì sotto gli occhi il cambiamento del paesaggio, ma addosso a noi non lo leggiamo, perché? Perché noi non possiamo sentirci vecchi.

Secondo gli italiani si diventa vecchi a ottantatre anni. Siccome l’attesa di vita è ottantuno, secondo gli italiani si diventa vecchi dopo morti!

Io vorrei chiedere ai miei coetanei per primi, di fare outing: dichiaratevi adulti. Rinunciate a quell’idea di giovinezza che ci viene venduta quotidianamente, perché c’è una confusione genetica mostruosa.

Adulto è colui che si è giocato delle possibilità e deve vivere con quello che ha: il resto si è seccato. Quello che sei in potenza da giovane, non ce l’hai dopo. Se non capisci questo, se impedisci a chi viene dopo di sorpassarti perché tu, cullato dal sogno di questa eterna giovinezza, rubi costantemente tutto ciò che viene prodotto da chi viene dopo di te, indossandolo in vario modo attorno a te, tu stai creando un blocco mostruoso, che ci impedisce di leggere la realtà.

Dichiaratevi adulti, prendetevi delle responsabilità.

Che cos’hanno in comune il rugby e la politica? Sono mondi adulti: dovrebbero, dovrebbero darti dei principi, delle regole che durano, con cui cresci. È per questo che queste due cose le ho messe insieme, per questo mi piace raccontarvele.

Raccontare - tranquilli! - una commedia. Sì, sì parlo di anni difficili, ma voglio fare una commedia. Ma avrà un percorso duro, secco, come il fango che è diventato polvere. Duro, secco, come il filo di pensieri da cui devo partire.