Lettera ad un’amica sul futuro, di Giuliano Guzzo

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 27 /04 /2014 - 14:06 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo dal blog di Giuliano Guzzo un suo articolo pubblicato il 30/1/2014. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.

Il Centro culturale Gli scritti (27/4/2014)

Cara Amica,

mi hai chiesto un consiglio sul futuro e non ti ho risposto. O meglio: l’ho fatto, ma in modo così generico che immagino sia servito a poco. Quindi ci riprovo ora, nella speranza di fare di meglio. E ci riprovo cominciando dall’ultima cosa che hai detto ieri, prima di salutarci: «Scusa per la mia debolezza». Capisco l’imbarazzo ma sbagli, perché non c’è alcuna debolezza nel preoccuparsi del proprio domani: solo gli arroganti – che sono poi i più insicuri di tutti, per questo non chiedono mai consigli: li temono – evitano di confrontarsi con gli amici. Tu l’hai fatto e non sei per nulla debole, fidati. Semmai sei esigente, nel senso che mi poni quesiti superiori – e di molto – alle mie capacità.

Tuttavia non intendo evitarti, mia cara. E la prima cosa che ti raccomando per il futuro è di continuare così, e cioè di continuare a pensarci. La romantica prospettiva del “cogliere l’attimo”, infatti, può andare bene da adolescenti ma non oltre; e quando inizi ad allungare lo sguardo più in là vuol dire che stai maturando. Nel tuo caso, che sei grande e che, nonostante questo, continui a crescere. Non è da tutti. Per cui ti prego: non smettere di preoccuparti per il futuro, nemmeno fra molto tempo, nemmeno quando tutto sembrerà a posto e il solo dubbio che avrai riguarderà il parco dove portare a giocare i tuoi nipoti. Pensa sempre al futuro.

Il secondo consiglio che mi sento di rivolgerti – per uscire dal generico e venire al problema rappresentato da una scelta per l’avvenire – non è mio; l’ho trovato nelle ultime pagine del Generale Della Rovere, l’unico racconto scritto dal grande Indro Montanelli, e se ricordo bene dice più o meno così: «Quando non sai quale strada imboccare, scegli la più difficile». La meno attraente. Quella che oggi escluderesti in partenza e che domani, probabilmente, si rivelerà la migliore.

Non è semplice, lo so, ma quaggiù nulla che valga qualcosa è già qui, a portata di mano. Tutto ha un prezzo, ed il valore di ciò che troverai dopo dipende da quello che sei disposta a sacrificare ora. Pensaci, e scegli. Ricordati di farlo perché saper scegliere è saper vivere, e tutte le volte che rinunciamo a farlo, tutte le volte che rimandiamo una scelta, anche se non ce ne rendiamo conto rischiamo di perdere un capitolo della nostra esistenza che non potremo più scrivere. Scegli, dunque, ma prima fatti consigliare, se puoi, da tuo padre e da tua madre. Ti potrà sembrare contraddittorio, ma non lo è; vedi, anche se li conosciamo da sempre, anche se pensiamo di sapere tutto di loro, i genitori hanno sempre qualcosa da insegnarci. Perché ci consigliano con schiettezza pensando al tempo che verrà per noi, e non perché hanno poco tempo, come invece a volte capita ad un amico.

Se già non lo sei, infine, spero tu possa essere presto accanto ad una persona che ti voglia davvero bene. Come trovarla? E’ una bella domanda. Prima di tutto guardati attorno, perché a volte la felicità è molto più prossima di quanto si creda. Ed una volta che ti sembrerà di aver incontrato qualcuno di interessante, mettilo alla prova e fallo aspettare. Se se ne andrà per la sua strada, pazienza: sarà la dimostrazione che cercava solo di spassarsela un po’. Ma se invece rimarrà, allora significa che anche lui, dalla vita, cerca cose grandi; quelle che quando ti avvicini, diversamente dalle altre, si rivelano ancora più grandi ed alte di com’erano da distanti. Soprattutto significa che avrai trovato qualcuno con cui dividerlo, il futuro. E a quel punto tutto, vedrai, farà meno paura.

Un abbraccio,
Giuliano